Domenica del Battesimo del Signore.
San Gregorio di
Nissa, vescovo.
Prima Lettura
Dal libro del profeta
Isaia (40,1-5.9-11)
«Consolate, consolate
il mio popolo [dice il vostro Dio].
Parlate al cuore di
Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta
la sua colpa è
scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio
per tutti i suoi
peccati».
Una voce grida: «Nel
deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa
la strada per il
nostro Dio.
Ogni valle sia
innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno
accidentato si
trasformi in piano e quello scosceso in vallata.
Allora si rivelerà la
gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno,
perché la bocca del
Signore ha parlato».
Sali su un alto monte,
tu che annunci liete notizie a Sion!
Alza la tua voce con
forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme.
Alza la voce, non
temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!
Ecco, il Signore Dio
viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio.
Ecco, egli ha con sé
il premio e la sua ricompensa lo precede.
Come un pastore egli
fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini
sul petto e conduce dolcemente le pecore madri».
Parola di Dio.
Seconda Lettura
Dalla lettera di san
Paolo apostolo a Tito (2,11-14;3,4-7)
Figlio mio, è apparsa
la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci
insegna a rinnegare
l'empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo
con sobrietà, con
giustizia e con pietà, nell'attesa della beata speranza e della
manifestazione della
gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso
per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé
un popolo puro che gli
appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Ma quando apparvero la
bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli
uomini, egli ci ha
salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua
misericordia, con
un'acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio
ha effuso su di noi in
abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché, giustificati
per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi
della vita eterna.
Parola di Dio.
Vangelo
Dal Vangelo secondo
Luca (3,15-16.21-22) anno C.
In quel tempo, poiché
il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni,
si domandavano in cuor
loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose
a tutti dicendo: «Io
vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte
di me, a cui non sono
degno di slegare i lacci dei sandali.
Egli vi battezzerà in
Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto
il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il
battesimo, stava in
preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo
in forma corporea,
come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il
Figlio mio, l'amato:
in te ho posto il mio compiacimento».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Picchia forte il sole del
deserto.
L’aspro panorama lunare declina
nei canneti vicini alla riva del Giordano.
Giovanni alza gli occhi;
centinaia di persone attendono il loro turno.
Alcuni pregano, altri parlano
sottovoce, altri ancora, in silenzio, piangono.
Attendono, ci spiega Luca.
Giovanni è stanco; consumato dal
deserto e dal sole, dal vento sottile del Nord
e dalla luce abbagliante, dai
digiuni e dalle privazioni, ora il suo compito
volge al termine.
Da tre secoli tacciono i profeti
e la fede si è incupita, irrigidita, riempita di
regole e di intransigenze.
La gente è venuta da lontano,
dalla capitale.
Ha fuggito il tempio per trovare
un testimone credibile.
Come accade ancora oggi.
E mentre lo sguardo si posa sulla
fila che attende di scendere nell’acqua,
Giovanni ha un tuffo al cuore. Lo
vede.
Cammina con i peccatori,
penitente con i penitenti.
Non ha da chiedere perdono, non
ha ombra nel suo cuore ma non ne fa un privilegio.
Lui che è senza tenebra accetta
di condividere la nostra tenebra per illuminarla
con la sua presenza.
Non il Giordano laverà le sue
colpe, ma la sua presenza santificherà le sue acque.
No, non brucerà né punirà come
predica il Battista.
Sarà solidale con i peccatori e
cercherà la pecora smarrita.
Isaia, nella prima lettura,
deportato in Babilonia con molti ebrei dopo la disfatta di
Gerusalemme, incoraggia un popolo
smarrito e fragile parlando della venuta di Dio.
Anche la gloria di Dio, come dice
altrove Geremia, lascia il Tempio ormai
distrutto e parte in catene per
stare con il suo popolo.
Gesù è il Dio-con-noi, senza
riserve, senza compromessi.
Lo abbiamo lasciato in braccio
alla madre, adorato dai magi.
Lo ritroviamo ora adulto,
determinato, solidale.
Inizia la vita pubblica di Dio.
Dopo il battesimo Gesù prega;
solo nell’interiorità prendiamo consapevolezza
di ciò che accade nei sacramenti.
E nella preghiera fa esperienza
del Padre.
Il cielo chiuso si apre, la
colomba, animale mite, scende su di Lui.
Sono immagini, segni spirituali
che indicano la realtà di ciò che è avvenuto.
Gesù scopre di essere amato, di
piacere al Padre.
Solo nell’interiorità coltivata
con determinazione possiamo fare esperienza
di quanto siamo amati.
Solo nella preghiera scopriamo
che la presenza di Dio è fuoco che divora,
che illumina, che consuma.
Lo Spirito è fuoco, questo ci
abita, non la noia, non la mediocrità, non la paura,
non il peccato.
Lo Spirito è fuoco per far
divampare, all’inizio di questo nuovo anno,
la fiamma della presenza di Dio
nei nostri cuori!
La maggioranza di noi ha ricevuto
il battesimo da neonati; i nostri genitori
(più o meno coscientemente) hanno
voluto donarci tutto il loro cuore e la
loro passione per Dio appena
nati.
Purtroppo, però, l’esperienza
fisica sensibile (non quella teologica) è rimasta
sepolta nel passato e non abbiamo
coscienza di ciò che è accaduto nelle
nostre profondità.
Siamo diventati figli di Dio,
concittadini dei santi, liberi di amare.
Figli di Dio; forse possiamo
aspirare a diventare delle grandi pop-star o dei
premi Nobel, ma più che figli di
Dio non potremo mai essere; e lo siamo già!
Concittadini dei santi,
appartenendo al grande sogno di Dio che è la Chiesa
fatta di poveri peccatori (noi)
ma anche di grandi testimoni.
Possiamo vantarci e contare
sull’aiuto dei grandi santi, chiedere la fede a
Pietro o il buonumore a san
Filippo o lo spirito di pace a frate Francesco.
Liberi di amare; liberati dal
laccio del peccato, delle tenebre, del grande
inganno delle origini, salvati da
Cristo possiamo, con l’aiuto del suo amore
e della sua grazia, imparare ad
amare come Egli ha fatto.
Riprendere la nostra vita
consueta, le attività, la scuola, il lavoro.
Ma con la consapevolezza di
portare nel cuore il seme della presenza di Dio,
seme da far crescere.
E ricordando il nostro
Battesimo, uniamoci a quello di Cristo, Santa Domenica Fausto.