martedì 2 novembre 2021

Il Vangelo del Mercoledì 3 Novembre 2021

 

Della 31° settimana del Tempo Ordinario.

Santa Silvia, Madre di S. Gregorio Magno.

Prima Lettura

Pienezza della Legge è la carità.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (13,8-10)

Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole;

perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge.

Infatti: «Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai»,

e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: «Amerai il tuo

prossimo come te stesso».

La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità.

Parola di Dio.

Vangelo

Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

Dal Vangelo secondo Luca (14,25-33) anno dispari.

In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù.

Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami

suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria

vita, non può essere mio discepolo.

Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere

mio discepolo.

Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa

e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine?

Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti

coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire,

ma non è stato capace di finire il lavoro”.

Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare

se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila?

Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.

Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Facciamo bene i conti; per cosa vale la pena vivere?

Cosa ci rende davvero felici?

Chi o cosa è in grado di colmare l’infinito desiderio di bene che alberga

nel nostro cuore?

Gesù è concreto, efficace, ci sfida ad affrontare con verità le grandi domande

che da sempre abitano nei nostri cuori.

E la risposta è inattesa, sconcertante; Gesù si propone come l’unico in grado di

soddisfare il nostro desiderio di bene; promette di donare più gioia della più

grande gioia che siamo in grado di vivere.

E se avesse ragione?

Anche le persone più realizzate, lo sappiamo bene, vivono dei momenti

di fatica, di disincanto.

Anche chi ha una vita colma di affetti e di soddisfazioni vive un momento in cui

sente che avanza un pezzo, che manca ancora molto per colmare il suo infinito

desiderio di bene.

Certo; perché solo l’Infinito può colmare il desiderio di infinito che portiamo in noi!

Come se Dio ci avesse creati con una parte mancante perché la cercassimo in Lui.

Facciamo bene i conti in tasca, allora, guardiamo se stiamo investendo dalla parte giusta,

se dedichiamo tempo ed energie a chi, solo, può dare senso alla nostra inquietudine.

Perché qui, in gioco, c'è la nostra felicità e il nostro bene, perciò, facciamoci

consigliare dalla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.

Il Vangelo del Martedì 2 Novembre 2021

 Della 31° settimana del Tempo Ordinario.

Commemorazione di tutti i fedeli defunti.

Prima Lettura

Io so che il mio redentore è vivo.

Dal libro di Giobbe (19,1.23-27).

Rispondendo Giobbe prese a dire: «Oh, se le mie parole si scrivessero, se si

fissassero in un libro, fossero impresse con stilo di ferro e con piombo,

 per sempre s'incidessero sulla roccia!

Io so che il mio redentore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere!

Dopo che questa mia pelle sarà strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio.

Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro».

Parola di Dio.

Seconda Lettura

Giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall'ira per mezzo di lui.

Dalla lettera di san Paolo ai Romani (5,5-11).

Fratelli, la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei

nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi.

Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe

morire per una persona buona.

Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora

peccatori, Cristo è morto per noi.

A maggior ragione ora, giustificati nel suo sangue, saremo salvati dall'ira per

mezzo di lui.

Se infatti, quand'eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo

della morte del Figlio suo, molto più, ora che siamo riconciliati, saremo salvati

mediante la sua vita.

Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo,

grazie al quale ora abbiamo ricevuto la riconciliazione.

Parola di Dio.

Vangelo

Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.

Dal Vangelo secondo Giovanni (6, 37-40) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me:

colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo

non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di

quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell'ultimo giorno.

Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede

in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

“Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me”.

La risurrezione è la nostra fede in Cristo; la morte è stata ingoiata e per

sempre sconfitta.

Paolo non ha dubbi; senza questo convincimento, certezza che sconvolge

i pensieri umani, vana sarebbe la nostra fede.

Una certezza che suona come scandalo per quanti, pur credendo in Dio,

pur ipotizzando un’altra vita, immaginano la vita dopo la morte, un oltre

fumoso, senza consistenza di corpo; suona come una presa per i fondelli,

una assurda e ridicola farsa.

Perciò, chi con la ragione non riesce a scorgere futuro oltre la morte, ritiene

sciocco, fantasioso e superstizioso, pensare ad una vita oltre la morte.

Rispetto tutte le opinioni, ci mancherebbe, ma mi piace anche leggere il

Vangelo del Dio di Gesù che mi dice: “Che Dio ha tanto amato il mondo,

da mandare suo Figlio a riscattarci dalla morte; e Lui ci dice che; questa

infatti è la volontà del Padre mio; che chiunque vede il Figlio e crede in

Lui, abbia la vita eterna; e Io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.

Perciò, credere in Gesù di Nazareth è credere nella risurrezione della carne,

è sapere che per la sua Parola noi saremo salvati.

Celebrare la ricorrenza dei morti in Cristo, è fare cerniera di memoria e profezia;

è ricordare, attraverso la preghiera e la liturgia, i nostri cari che ci hanno

anticipato nel percorso definitivo; è riconsiderare la loro vita e, per questo,

esprimere a Dio la gratitudine per averli ricevuti; è sognare la felicità del cielo

per ognuno di loro e saperli beati nelle braccia del più tenero dei Padri; è

augurarsi per fede, che per ognuno, nel giorno ultimo, ci sarà la festa dell’incontro.

Questa, per noi. È la beata speranza, del ritorno definitivo di Cristo, quando,

scoperchiati i sepolcri, rinati a vita nuova, tutti i viventi godranno la

definitiva festa.

È legittimo che questo giorno, muova per tradizione, la memoria e sciolga

incontri tra il freddo marmo delle tombe e noi sopravvissuti.

Ma sarebbe anche straordinario, se proprio in questo giorno, forti della nostra

fede, al freddo marmo, consegnassimo il nostro convincimento di; non cercare

tra i morti coloro che sono vivi.

Così, la pur necessaria memoria, aprirebbe lo scrigno del passato al futuro e

permetterebbe la comunione dei santi che lega per sempre, al di là delle feste

e delle ricorrenze, solo così sentiremo più vicini i nostri cari nel nostro

quotidiano, cioè, i vivi nel tempo e i vivi oltre il tempo.

Con la morte, la vita non è tolta ma è trasformata, questa è la nostra fede,

questo oggi celebriamo, amici, in attesa del giorno beato del riscatto.

Buona preghiera con i nostri cari, Fausto.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.