Della 30° settimana del Tempo Ordinario.
Commemorazione di
tutti i defunti.
Prima Lettura
Io lo so che il mio
redentore è vivo.
Dal libro di Giobbe
(19,1.23-27a)
Rispondendo Giobbe
prese a dire: «Oh,
se le mie parole si
scrivessero, se si
fissassero in un
libro,
fossero impresse con
stilo di ferro e con
piombo, per sempre
s'incidessero
sulla roccia!
Io so che il mio
redentore è vivo e che,
ultimo, si ergerà
sulla polvere!
Dopo che questa mia
pelle sarà strappata
via, senza la mia
carne, vedrò Dio.
Io lo vedrò, io
stesso, i miei occhi lo
contempleranno e non
un altro».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale dal
Sal 26 (27)
Ripetiamo. Il
Signore è mia luce e mia salvezza.
Il Signore è mia luce
e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa
della mia vita:
di chi avrò paura? R.
Una cosa ho chiesto al
Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del
Signore
tutti i giorni della
mia vita, per
contemplare la
bellezza del Signore
e ammirare il suo
santuario. R.
Ascolta, Signore, la
mia voce.
Io grido: abbi pietà
di me, rispondimi!
Il tuo volto, Signore,
io cerco.
Non nascondermi il tuo
volto. R.
Sono certo di
contemplare la bontà
del Signore nella
terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii
forte, si rinsaldi
il tuo cuore e spera
nel Signore. R.
Seconda Lettura
Giustificàti nel
suo sangue, saremo
salvati dall'ira
per mezzo di lui.
Dalla lettera di san
Paolo apostolo
ai Romani (5,5-11)
Fratelli, la speranza
non delude, perché
l'amore di Dio è stato
riversato nei nostri
cuori per mezzo dello
Spirito Santo che
ci è stato dato.
Infatti, quando
eravamo ancora deboli, nel
tempo stabilito Cristo
morì per gli empi.
Ora, a stento qualcuno
è disposto a morire
per un giusto; forse
qualcuno oserebbe
morire per una persona
buona.
Ma Dio dimostra il suo
amore verso di
noi nel fatto che,
mentre eravamo ancora
peccatori, Cristo è
morto per noi.
A maggior ragione ora,
giustificàti nel
suo sangue, saremo
salvati dall'ira per
mezzo di lui.
Se infatti,
quand'eravamo nemici, siamo
stati riconciliati con
Dio per mezzo della
morte del Figlio suo,
molto più, ora che
siamo riconciliati,
saremo salvati
mediante la sua vita.
Non solo, ma ci
gloriamo pure in Dio,
per mezzo del Signore
nostro Gesù Cristo,
grazie al quale ora
abbiamo ricevuto
la riconciliazione.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Questa è la volontà
del Padre mio: che
chiunque vede il
Figlio e crede in lui
abbia la vita eterna; e
io lo risusciterò
nell’ultimo giorno,
dice il Signore. (Gv 6,40)
Alleluia, alleluia.
Vangelo
Chi crede nel
Figlio ha la vita eterna;
e io lo risusciterò
nell'ultimo giorno.
Dal Vangelo secondo
Giovanni (6,37-40) anno
pari.
In quel tempo, Gesù
disse alla folla: «Tutto
ciò che il Padre mi
dà, verrà a me: colui
che viene a me, io non
lo caccerò fuori,
perché sono disceso
dal cielo non per fare
la mia volontà, ma la
volontà di colui che
mi ha mandato.
E questa è la volontà di
colui che mi ha
mandato: che io non
perda nulla di quanto
egli mi ha dato, ma
che lo risusciti
nell'ultimo giorno.
Questa infatti è la
volontà del Padre mio:
che chiunque vede il
Figlio e crede in lui
abbia la vita eterna;
e io lo risusciterò
nell'ultimo giorno».
Parola del Signore.
Riflessione personale
sul Vangelo di oggi.
Il Vangelo afferma che il Signore
non
abbandona quelli che ha amato;
non li
lascia mai; specie nel difficile
passaggio della morte.
Anzi, li accoglie e li coinvolge
nella
sua resurrezione.
Ed ecco che il dolore per il
distacco
si accompagna alla speranza,
anzi,
alla certezza di un nuovo
incontro.
La vita, dice il Vangelo, non
finisce
nella morte.
I nomi delle persone amate e
conosciute,
non sono persi in quel grande
buio
della morte.
È significativo che la liturgia
della
Chiesa, metta una dopo l’altra le
festa
dei santi con quella dei morti.
È stata una intuizione di
straordinaria
forza evocativa; i santi e i
morti, sono
uniti in un unico futuro.
Se ogni giorno, siamo invitati a
ricordare
un numero enorme di gente, popoli
interi,
masse di santi e di morti, tutti
raccolti
in un unico destino.
Perciò, tutti uniti nella
resurrezione di Cristo.
Che è proprio la novità
cristiana; la vittoria
completa e piena di Gesù sulla
morte.
Chi crede in Lui risorgerà con il
suo corpo.
È un Vangelo, una buona notizia,
davvero
sorprendente e consolante.
Nulla è impossibile a Dio, tanto
più la
salvezza di coloro che ha amato,
da
mandare per loro il suo Figlio
sulla terra.
Certo, tutti sentiamo la durezza
della morte
e, se pensiamo a coloro che sono
morti,
particolarmente a quelli che sono
a noi
più cari, non possiamo non
sentire la
tristezza della separazione.
Tuttavia, l’apostolo Paolo invita
a non
dimenticare il futuro riservato
ai figli di
Dio: “Voi non avete ricevuto uno
spirito
da schiavi per ricadere nella
paura, ma
avete ricevuto uno spirito da
figli.
E se siamo figli, siamo anche
eredi”.
Perciò, tutti i credenti sono
nelle
mani di Dio.
E il suo amore è più forte della
morte.
Tutti ci chiediamo, dove sono i
nostri
morti; e magari cerchiamo di
pensarli,
di immaginare il luogo dove
vivono
e cosa fanno.
Certo, è forte e bella la
tradizione di
visitare i cimiteri, i luoghi
dove essi,
come dice l’antica tradizione
cristiana,
‘dormono’ in attesa del
risveglio.
Ma è anche bello (e forse ancor
più)
pensare che i nostri defunti,
continuano
ad essere presenti nelle nostre
Chiese,
là dove hanno ricevuto i
sacramenti,
dove hanno pregato, dove hanno
lodato
il Signore, dove hanno sperato e
pregato
nei momenti difficili, e da dove
sono
stati accompagnati verso il
cielo.
Potremmo dire che, i defunti sono
nelle
Chiese della comunità di cui
facevano
parte; la morte, infatti, non ha
interrotto i legami.
Essi continuano ad essere vicini
per
celebrare assieme a coloro che
sono
sulla terra, la lode del Signore.
Per questo, la comunione con i
defunti
è fondata sul mistero dell’amore
di Dio,
che tutti raccoglie e sostiene.
L’amore di Dio è la
verità della
vita e della morte.
Tutto passa, anche la
fede e la speranza,
tranne l’amore, perciò,
amici, preghiamo
insieme per tutti i
nostri cari, Fausto.