mercoledì 4 settembre 2019

Il Vangelo del Giovedì 5 Settembre 2019


Della 22° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dalla lettera di san Paolo apostolo ai Collosèsi (1,9-14)
Fratelli, dal giorno in cui ne fummo informati, non cessiamo di pregare per
voi e di chiedere che abbiate piena conoscenza della sua volontà, con ogni
sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera
degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona
e crescendo nella conoscenza di Dio.
Resi forti di ogni fortezza secondo la potenza della sua gloria, per essere
perseveranti e magnanimi in tutto, ringraziate con gioia il Padre che vi ha
resi capaci di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
È lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno
del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione,
il perdono dei peccati.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca (5,1-11) anno dispari.
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola
di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate
alla sponda.
I pescatori erano scesi e lavavano le reti.
Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra.
Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le
vostre reti per la pesca».
Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo
preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».
Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano.
Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli.
Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore,
allontànati da me, perché sono un peccatore».
Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca
che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano
soci di Simone.
Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Ci raggiunge sempre alla fine delle nostre notti, il Signore.
Ci raggiunge alla fine delle nostre notti e dei nostri incubi, ci raggiunge
quando siamo stanchi e depressi.
Ci chiede un gesto di fiducia, all’apparenza inutile, ci chiede di gettare le
reti dalla parte debole della nostra vita, di non contare sulle nostre forze,
sulle nostre capacità, ma di avere fiducia in Lui.
Pietro lo fa e accade l’inaudito.
Il miracolo consiste nel fatto che Pietro vede in quella pesca un segno straordinario.
Il miracolo è sempre nel nostro sguardo, Dio continua a riempire di
miracoli la nostra vita.
E noi non li vediamo.
È turbato, ora, il pescatore.
Che sta succedendo?
Si butta in ginocchio, prima di arrendersi: “Non sono capace, non sono degno”.
È la scusa principale tirata fuori da tutti quelli (noi compresi) che, per un
istante, sfiorano Dio; non sono all’altezza, sono peccatore.
Siamo sempre lì, inchiodati al nostro oscuro e rancido moralismo.
Perciò, amici, lasciamo fare a Dio, a noi solo il compito di pregare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.