martedì 29 dicembre 2020

Il Vangelo del Mercoledì 30 Dicembre 2020

 

Della 1° settimana del Tempo di Natale.

S. Vincenza Maria López Y Vicuña, suora.

Prima lettura dalla prima lettera di san Giovanni apostolo (2,12-17)

Scrivo a voi, figlioli, perché vi sono stati perdonati i peccati in virtù del suo nome.

Scrivo a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è da principio.

Scrivo a voi, giovani, perché avete vinto il Maligno.

Ho scritto a voi, figlioli, perché avete conosciuto il Padre.

Ho scritto a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è da principio.

Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti e la parola di Dio rimane in voi

e avete vinto il Maligno.

Non amate il mondo, né le cose del mondo!

Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui; perché tutto quello che

è nel mondo-la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la

superbia della vita-non viene dal Padre, ma viene dal mondo.

E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio

rimane in eterno!

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca (2,36-40) anno dispari.

[Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore.]

C'era una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser.

Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo

matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni.

Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del

bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno

in Galilea, alla loro città di Nàzaret.

Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Come Simeone, anche Anna, un’anziana vedova a servizio del tempio,

vede il bambino, e il suo cuore si riempie di Gioia.

Simeone e Anna rappresentano tutte le persone che, con semplicità e fedeltà,

seguono il Signore, nelle nostre parrocchie, prestando qualche servizio,

partecipando ogni giorno alle celebrazioni.

Il Signore accetta anche questo tipo di presenza, gradisce queste persone che

rappresentano lo zoccolo duro delle nostre povere comunità.

E dice; anche vivendo la fedeltà con abitudine, senza grandi eventi, possiamo

accogliere il Signore nel suo Natale.

Dio chiede di essere accolto, di nascere nel cuore di ogni discepolo, di ogni

Uomo; i giorni che stiamo vivendo ci aiutano a spalancare il nostro cuore e

la nostra vita alla fede del Dio che viene.

Paradossalmente, dopo più di duemila anni di cristianesimo, il rischio è quello di

anestetizzare il Natale di stravolgerne il significato, di renderlo insopportabile, inutile.

Le persone che soffrono, che vivono sole, vivono il Natale come una festa

infinitamente dolorosa.

A loro, invece, Dio dice che sono i privilegiati, i prescelti, coloro che possono

riconoscere il Dio fattosi povero, attraverso la preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.