sabato 23 luglio 2022

Il Vangelo di Domenica 24 Luglio 2022

 

Della 17° Domenica del Tempo Ordinario.

Santa Cristina di Bolsena, martire.

Prima Lettura

Non sia adiri il mio Signore, se parlo.

Dal libro della Gènesi (18,20-32)

In quei giorni, disse il Signore: «Il grido di Sòdoma e Gomorra è troppo

grande e il loro peccato è molto grave.

Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutto il male di cui è giunto

il grido fino a me; lo voglio sapere!».

Quegli uomini partirono di là e andarono verso Sòdoma, mentre Abramo

stava ancora alla presenza del Signore.

Abramo gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai il giusto con l’empio?

Forse vi sono cinquanta giusti nella città: davvero li vuoi sopprimere?

E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano?

Lontano da te il far morire il giusto con l’empio, così che il giusto sia trattato

come l’empio; lontano da te!

Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia?».

Rispose il Signore: «Se a Sòdoma troverò cinquanta giusti nell’ambito della

città, per riguardo a loro perdonerò a tutto quel luogo».

Abramo riprese e disse: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che

sono polvere e cenere: forse ai cinquanta giusti ne mancheranno cinque; per

questi cinque distruggerai tutta la città?».

Rispose: «Non la distruggerò, se ve ne troverò quarantacinque».

Abramo riprese ancora a parlargli e disse: «Forse là se ne troveranno quaranta».

Rispose: «Non lo farò, per riguardo a quei quaranta».

Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora: forse là se ne

troveranno trenta».

Rispose: «Non lo farò, se ve ne troverò trenta».

Riprese: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore!

Forse là se ne troveranno venti».

Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei venti».

Riprese: «Non si adiri il mio Signore, se parlo ancora una volta sola: forse

là se ne troveranno dieci».

Rispose: «Non la distruggerò per riguardo a quei dieci».

Parola di Dio.

Seconda Lettura.

Con lui Dio ha dato vita anche a voi, perdonando tutte le colpe.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési (2,12-14)

Fratelli, con Cristo sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante

la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti.

Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe

e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e

annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era

contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce.

Parola di Dio.

Vangelo

Chiedete e vi sarà dato.

Dal Vangelo secondo Luca (11,1-13) anno C.

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi

discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha

insegnato ai suoi discepoli».

Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: "Padre, sia santificato il tuo nome,

venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a

noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,

e non abbandonarci alla tentazione"».

Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a

dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio

e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non

m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto,

non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a

darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a

dargliene quanti gliene occorrono.

Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate

e vi sarà aperto.

Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.

Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al

posto del pesce?

O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?

Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto

più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Come Maria di Betania possiamo fare l’esperienza splendida di sederci

e metterci in ascolto del Maestro che parla.

Il cuore, allora, scopre di sé una nuova dimensione, fino ad allora sconosciuta,

un percorso che-stupore!-lo mette in contatto con Dio.

Niente “vocine” o autosuggestioni, credetemi, solo la scoperta dell’oceano

su cui passeggiamo senza saperlo.

La dimensione dell’interiorità, del silenzio, della scoperta di Dio passa attraverso

l’esperienza della preghiera, una delle esperienze universali dell’umanità.

Ma, ahimè, il cuore dell’uomo tende a possedere, a manipolare, a schematizzare e

anche la splendida esperienza della preghiera rischia di essere svilita e sbiadita, ridotta

a noiosa ripetizione, a dovere da assolvere, a estremo ricorso in caso di difficoltà.

La Parola di Dio di oggi ci aiuta a capire cos’è la preghiera secondo Dio.

La pagina della Genesi è un capolavoro che ci svela il volto di Dio; Sodoma

e Gomorra sono due città violente e depravate e Dio decide di distruggerle,

abbandonandole al proprio destino.

Dio è dubbioso; ormai il rapporto di amicizia con Abramo si è consolidato

e decide di parlargli del proprio progetto.

Abramo ha un tuffo nel cuore; a Sodoma abita Lot, suo nipote, e inizia una

serrata contrattazione.

Alla fine la spunta Abramo; se Dio troverà a Sodoma anche solo cinque giusti

salverà l’intera città.

Sodoma sarà distrutta.

La preghiera è un colloquio intimo, uno scambio di opinioni, una reciproca intesa.

Non una lista della spesa, non un tentativo di corruzione, non una litania portafortuna.

Concepiamo la preghiera come una serie di formule bene auguranti, ma la

preghiera è fatta anzitutto di ascolto, l’ascolto di Dio, e di intercessione,

intercessione per il mondo, non per i miei bisogni.

La preghiera è fiducia.

Gesù ci svela il volto del Padre; è a Lui che rivolgiamo la preghiera.

Non a un despota capriccioso, non a un potente da convincere.

Siamo diventati figli, ci ha detto san Paolo, Dio ci tratta come tratta il suo

Figlio beneamato.

Un buon Padre sa di cosa ha bisogno il proprio figlio, non lo lascia penare.

Molte delle nostre preghiere restano inascoltate perché sbagliano indirizzo del

Destinatario; non si rivolgono a un padre ma a un patrigno o a un antipatico

tutore a cui chiedere qualcosa che, pensiamo, in realtà ci è dovuto.

La splendida e unica preghiera che Gesù ci ha lasciato dovrebbe essere la

preghiera sempre presente sulle nostre labbra, a cui attingere, preghiera piena

di buon senso e di concretezza, di affetto e di gioia, di fiducia e di realismo,

ci permette di rimettere al centro la nostra giornata.

La preghiera deve essere costante.

Come la vedova della parabola il Signore ci invita ad insistere.

Gesù non entra nel merito; forse la questione sollevata dalla vedova è un

litigio tra vicini e il giudice ha ben altro di cui occuparsi.

Eppure, alla fine, cede.

Gesù è sicuro di ciò che dice; se chiediamo otteniamo, se ci affidiamo siamo

accolti in un caldo abbraccio dal Padre.

Ma è a un Padre che ci rivolgiamo con costanza?

Leggendo questa pagina sorrido; ho pregato molto nella mia vita e non sono

mai stato esaudito. Perché?

Già sant’Agostino si poneva questa domanda e rispondeva mirabilmente;

non sei esaudito perché chiedi male, senza l’insistenza dell’amico importuno,

perché ciò che chiedi non è il tuo vero bene (guardandomi indietro, vedo i

problemi sotto una luce completamente diversa), perché Dio aspetta ad esaudirti

per lasciare crescere in te il desiderio di ciò che chiedi.

Mi correggo, allora; nella mia preghiera non ho mai ottenuto ciò che chiedevo.

Ma sempre ciò che desideravo.

Perché no?

Perché non imparare a pregare?

La preghiera ha bisogno di noi, anzitutto; come siamo, devoti o atei, santi o peccatori.

Ma un “tu” vero, non finto, non di facciata.

La preghiera ha bisogno di un tempo; cinque minuti, per iniziare, il tempo in cui

non siamo proprio rimbambiti o distratti, spegnendo il cellulare e isolandoci.

La preghiera ha bisogno di un luogo; la nostra camera, la metro, la pausa pranzo.

La preghiera ha bisogno di una parola da ascoltare; meglio se il Vangelo del

giorno, da leggere con calma e assaporare.

La preghiera ha bisogno di una parola da dire; le persone che incontriamo,

le cose che ci angustiano, un “grazie” detto a Dio.

La preghiera ha bisogno di una parola da vivere; cosa cambia ora che riprendiamo

la nostra attività quotidiana?

Venga lo Spirito promesso dal Signore, amici, lo Spirito che ci permette di

vedere con uno sguardo diverso anche le cose che ci sembrano indispensabili

alla nostra felicità, capendo, infine, che ciò che riteniamo un ostacolo insuperabile

non è poi così importante risolverlo e-forse-non è neppure un ostacolo.

Perché, nella preghiera, scopriremo che nulla ci può impedire di dire con verità; (Padre).

Certo, amici, mentre preghiamo stiamo parlando direttamente con

nostro Padre; Santa Domenica Fausto.