giovedì 5 marzo 2020

Il Vangelo del Venerdì 6 Marzo 2020


Della 1° settimana di Quaresima.
Prima lettura dal libro del profeta Ezechèle (18,21-28)
Così dice il Signore Dio: «Se il malvagio si allontana da tutti i peccati che
ha commesso e osserva tutte le mie leggi e agisce con giustizia e rettitudine,
egli vivrà, non morirà.
Nessuna delle colpe commesse sarà più ricordata, ma vivrà per la giustizia
che ha praticato.
Forse che io ho piacere della morte del malvagio-oracolo del Signore-o non
piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?
Ma se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male, imitando tutte
le azioni abominevoli che l'empio commette, potrà egli vivere?
Tutte le opere giuste da lui fatte saranno dimenticate; a causa della prevaricazione
in cui è caduto e del peccato che ha commesso, egli morirà.
Voi dite: Non è retto il modo di agire del Signore.
Ascolta dunque, casa d'Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è
retta la vostra?
Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo
muore, egli muore appunto per il male che ha commesso.
E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie
ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso.
Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà
e non morirà».
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (5,20-26) anno pari.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà
quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà
essere sottoposto al giudizio.
Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.
Chi poi dice al fratello: Stupido, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli
dice: Pazzo, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha
qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a
riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d'accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui,
perché l'avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga
gettato in prigione.
In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo!».
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Gesù contesta la Legge orale, quell’infinita serie di minuziose e astruse
prescrizioni che i devoti avevano elaborato per definire in ogni aspetto la
vita del credente e la riporta al suo significato originale, alla sua anima.
Il culto è legato alla vita, Dio non accetta l’offerta se tuo fratello ce l’ha con
te (e non è neppure considerato il fatto che tu ce l’abbia col fratello), Dio sa
che anche una parola può mortificare, portare a morte il fratello.
Gesù propone ai suoi discepoli di non pesare col bilancino le proprie azioni,
ma di andare all’essenziale, con forza.
Allora come oggi, il rischio è quello di filtrare il moscerino e di ingoiare il cammello!
Se abbiamo conosciuto il Signore, chiediamogli la grazia di non essere ipocriti,
di non sentirci mai arrivati, giusti davanti a Lui.
Solo riportando all’origine ogni norma, anche quelle della Chiesa, riusciamo
a capire la verità del Vangelo, facendoci aiutare dalla preghiera. 
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

Tanti di voi amici, mi hanno chiesto una Via Crucis da recitare a casa un pò particolare; eccovi accontentati.


Dopo tanto tempo ho voluto meditare la Via Crucis, l’autunno scorso
al Santuario dell’Amore Misericordioso a Collevalenza, con le riflessioni
che per tanto tempo avevo tenuto segretamente nascoste.
Sono confidenze ricevute in momenti di sconforto, che degli ammalati avevano
voluto condividere con me, ammalati che ora non ci sono più, o che magari sono
guariti e, per questo, ometto il loro nome per rispetto delle loro confidenze.
Ma voglio con questo ringraziarli, uno per uno, perché, attraverso le loro
confidenze sono riuscito a prendere una immensa forza interiore.
Via Crucis del Malato.
Adattata al percorso della Via Crucis che troviamo
al Santuario dell’Amore Misericordioso, come l’ha
interpretata la Beata Madre Speranza.
Ho incontrato degli ammalati, ho condiviso il loro cammino di dolore,
ho voluto calarmi nel vero senso della parola, nel loro stato di ammalati.
Ho parlato tanto con loro nei nostri incontri, abbiamo pregato, ma ci siamo
anche arrabbiati con il Signore, abbiamo anche pianto assieme.
Poi piano piano se ne sono andati, ed hanno lasciato un grande vuoto dentro
il mio cuore, ma ancora di più era la mia rabbia che lo riempiva.
Mi sono arrabbiato, pensavo andasse diversamente e sono rimasto deluso,
volevo chiudere il mio rapporto con il Signore, perché mi sono sentito tradito.
Non è stato facile riprendermi dal dolore, ma fortunatamente non sono
scappato dalle mie responsabilità, ma mi sono detto; non voglio più avere
a che fare con gli ammalati, si soffre troppo.
Invece era solo l’inizio, perché il Signore aveva in serbo per me un’altra strada,
quella di incontrare gli ammalati ed i sofferenti.
Preghiera iniziale.
Signore, voglio rifare con Te la strada della croce.
La tua sofferenza porti un pò di luce al mio dolore.
La forza e il coraggio con i quali hai affrontato la morte diventino la mia forza
e il mio coraggio, affinché meno pesante mi sia il cammino della vita.
Insegnami o Signore ad accogliere anche la sofferenza come dono del Tuo Amore.
Prima Stazione.
L’ultima Cena di Gesù.
Ti adoriamo, o Cristo e Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Matteo.
Ora mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunciata la benedizione, lo
spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: “Prendete e mangiate, questo è il mio corpo”.
Poi prese il calice e dopo aver reso grazie lo diede loro dicendo: “Bevetene tutti,
perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati”.
Meditazione
Farsi dono.
Loro sono sconcertati, non capiscono questo gesto di Gesù.
Ma noi sì, questo gesto lo capiamo.
Gesù desidera celebrare la Pasqua presso ciascuno di noi, nella nostra vita,
nella nostra stanza interiore, nella nostra malattia.
La fede non è un evento che ci sfiora, che ci sta accanto, che ci vede partecipi part-time,
l’evento delle feste comandate e della domenica, da tirare fuori quando serve.
È finito il tempo in cui Dio si nascondeva misteriosamente altrove.
Egli è presente nella quotidianità, incontrabile e accessibile, in particolar
modo nella malattia.
Manifesta il suo desiderio di stare con noi, di stare con me, con te con tutti voi.
Abbiamo allora una stanza addobbata in cui accogliere il Signore nella nostra vita?
Un luogo, un tempo, un atteggiamento che gli permetta di celebrare il dono della sua vita?
È questo che Lui vuole, che possiamo renderci presenti.
Il grande dramma del nostro tempo è che lamentiamo l’assenza di Dio, ma non
ci facciamo trovare, spesso ci nascondiamo dietro la nostra malattia.
Dio ci rende partecipi, si fa nostro ospite, si dona totalmente, vuole condividere
il nostro dramma; solo se lo vogliamo, solo se lo invitiamo.
Grande Dio!
Perciò, lasciamoci incontrare!
Egli che vive e regna nei secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria


Seconda Stazione
Gesù nell’orto del Getsemani
Ti adoriamo, o Cristo e Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Matteo.
Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsemani e disse ai
discepoli: “Sedetevi qui, mentre Io vado la a pregare”.
E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia.
Allora disse loro: “La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me”.
E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: “Padre mio,
se è possibile passi da me questo calice!
Però non come voglio Io, ma come vuoi Tu”.
Meditazione. 
Vedo Gesù, in mezzo agli ulivi, lo sento pregare.
Sto a distanza, come fanno gli apostoli.
È la notte del giovedì santo.
Immagino lo stato d’animo del Rabbì, non è difficile; basta aprire il cuore.
Sono turbato, emozionato e commosso.
Gesù prende con se i tre discepoli della prima ora, vuole stare in compagnia.
Anche noi siamo invitati a far parte del gruppo ristretto dei tre, a seguire Gesù
nei momenti più intensi.
Qui nel Getsemani, Gesù, svela l’inatteso volto di un Dio che si spaventa,
che è pieno di angoscia, che condivide senza falsità, i tratti più deboli della
natura umana; cioè, la malattia.
Di che cosa ha paura Gesù?
Del fallimento della propria vita?
Gesù non ha paura della morte, ma dell’inutilità del suo sacrificio.
Per questo ci vuole vicini, è un rischio il suo, il più terribile, ma decide di
andare fino in fondo, anche se noi ci siamo addormentati, anche se noi
continuiamo a lamentarci.
Lui tira dritto per la sua strada e ci scuote, ci chiede di stargli vicino, di unirci
a Lui, di non lasciarci andare alla deriva, di prendere coraggio e forza nella
preghiera e nell’abbandono, come ha fatto Lui.
Egli che vive e regna nei secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria


Terza Stazione.
Gesù è flagellato.
Il momento della diagnosi di tumore, la condanna.
Ti adoriamo, o Cristo e Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Matteo.
Disse loro Pilato: “Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?”.
Tutti gli risposero: “Sia crocifisso!”.
Ed egli aggiunse: “Ma che male ha fatto?”.
Essi allora urlarono: “Sia crocifisso!”.
Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù,
lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.
Meditazione
Quello che temevo è reale; la biopsia ha rivelato la natura tumorale
della macchia al fegato.
Sia fatta la volontà di Dio.
Io ce la metterò tutta per combattere.
È iniziata una nuova fase della mia vita; la certezza della diagnosi e l’incertezza di
una cura che non so quando terminerà, non so se potrà ridarmi la salute, la guarigione,
se mi consentirà di tornare alla vita con la mia famiglia, con i miei amici.
Quando sei colpito da tumore, questo invade tutta la tua vita, impossessandosi
di tutte le tue forze e della tua volontà.
Allora lottare diventa molto faticoso, quanto superare questo misterioso tunnel;
la vita va vissuta così, giorno per giorno, sia quando ne hai la forza, sia quando
ti senti sprofondare nel buio della solitudine.
La carica per andare avanti te la dà l’amore che provi per gli altri; ma anche il
sapersi accettare così come si è, con pregi e difetti, con dolore e malinconie,
pensando che altre persone vivono drammi più grandi dei nostri, ma soprattutto
con amici, quelli veri, che ti stanno vicino che ti ascoltano con tanta pazienza.
Preghiamo.
Ci sono delle persone che soffrono e sono trattate male da coloro che invece
dovrebbero amare, consolare, aiutare.
E nonostante tutto pregano in silenzio per chi aumenta le loro sofferenze.
Sono come Te, o Signore, che malgrado tutto, hai chiamato Giuda, nell’atto
stesso del suo tradimento, col dolce nome di amico.
Noi ti preghiamo di aiutarli o Dio, per Gesù Cristo nostro Signore. 
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.  AMEN.
Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria


Quarta Stazione.
Gesù è condannato a morte, mettono la croce sulle sue spalle.
L’inizio dei trattamenti, il dover cambiare vita, il sentirsi diverso.
Ti adoriamo, o Cristo e Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Marco 15,20
Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue
vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.
E a tutti diceva: Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso,
prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
Meditazione.
La mia vita sta cambiando giorno dopo giorno; ci sono momenti in cui mi
sento avvilita e non riesco a reagire.
Dopo le terapie mi sento davvero a pezzi, stanca, distrutta.
Ma ho scoperto che la sofferenza matura tantissimo e inoltre unisce, lega
e rafforza i rapporti veri, quelli con le persone che ti stanno vicino, e questa
è una garanzia che non verrà mai meno.
Ho vissuto momenti di angoscia, di grande sofferenza e incertezza ma, per fortuna,
l’amore di Dio non è certo come il mio, volubile, titubante, incostante; in certi
momenti nessuno può esserti d’aiuto nella responsabilità, nei conflitti, nella
sofferenza, nell’angoscia e persino nella morte.
Si resta soli anche quando si è circondati da tanti veri amici.
Mi occorre però la certezza che Dio è accanto a me in modo particolarissimo
dal momento che mi ha scelto nella sofferenza; Egli sa perché mi fa soffrire,
ma io, debole creatura, lo capirò solo quando sarò tra le sue braccia.
Come sarebbe bello che i medici aiutassero ogni paziente ad accogliere la
chemioterapia come dono alla vita e per la vita; infatti la mia vita continua
ad essere vita di amore, di preghiera e di servizio apostolico molto intenso
tra i giovani e tutti coloro che mi è dato di incontrare ogni giorno.
Preghiamo.
Fai, o Dio, che sappiamo abbracciare questo pesante fardello alla tua maniera.
Insegnaci ad accettare i dolori che ci logorano e ci spezzano per essere degni di
salire con Te verso il Calvario, fedeli tuoi discepoli.
Per Cristo nostro Signore Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.  AMEN.
Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria


Quinta Stazione.
Gesù incontra sua Madre.
L’aiuto ed il sostegno dei famigliari.
Ti adoriamo, o Cristo e Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Luca 2,34-35
Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina
e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano
svelati i pensieri di molti cuori.
E anche a te una spada trafiggerà l’anima”.
Meditazione.
Oggi sono tornata a casa piena di rabbia e di rancore.
Non ho mai odiato nessuno, ma adesso forse sì.
Su consiglio dei medici ho ripreso a lavorare, ma se lavorare significa
accumulare altra tensione, non ci sto.
Questa mattina sono riusciti a mettermi in ginocchio, adesso sono a casa.
Lo sapevano cosa stavo passando.
Sono tornata troppo sorridente?
Volevano vedermi piangere?
Speravano che mi facessi commiserare?
È vero che essere un capo è difficile, spesso non si è amati.
Se però sapessero il ribrezzo che mi faccio quando mi spoglio per lavarmi,
come mi sento e come mi irrigidisco quando mio marito si avvicina a me,
e io mi sento mostruosa con queste due “bocce” non mie, attraversate da
due cicatrici, con questa testa pelata, senza peli dappertutto, senza ciglia.
Come vorrei che provassero, per un pò, quello che sto passando io.
La cosa più pesante è che mi sento privata del mio diritto a lavorare perché non
posso tollerare tutte queste tensioni.
Sono stata costretta a restare a casa contro la mia volontà, e adesso mi sto
richiudendo in me stessa.
In questi giorni mi sembra di avvertire una sensazione preziosa; il perdono.
È come se dentro di me, fosse presente una disponibilità totale al perdono,
anche per ciò che di male mi è stato fatto in passato e di cui non ricordo;
di più, è come se perdonassi chi eventualmente ha fatto cose ingiuste alle
persone che amo e addirittura a chi potrà farle.
Questa sensazione mi provoca una pace interiore forse mai conosciuta.
Preghiamo.
Fà o Dio che i nostri ammalati abbiano sempre vicino al loro letto un cuore
di mamma, così che possano sentirsi sorretti, compresi, capiti, amati e consolati.
Per Gesù Cristo nostro Signore.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.  AMEN.
Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria


Sesta Stazione.
Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la croce.
L’aiuto e la comprensione di un compagno di “sventura”, di un “estraneo” una
persona che ho conosciuto attraverso l’acqua di un Santuario e, che con tanta
pazienza mi è vicina con l’ascolto e la preghiera.
Ti adoriamo, o Cristo e Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Marco 15,21
Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva
dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce.
Chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me.
Meditazione.
Dovrei amarli molto; saranno noiosi, brutti e acidi; prepotenti, stupiti eppure
gentili, riconoscenti, umili, pazienti, rassegnati ma, se guarderai bene, scoprirai
che il loro vero disperato male è la paura.
Molti non guariranno, non moriranno subito, altri sì, ma tu non sei Dio per fare miracoli.
Ma quello che so, perché lo sai fare e puoi farlo, è dar loro la quiete, il coraggio;
se riuscirai a togliere la paura avrai dato un senso a tutta la tua vita.
Lo hai già fatto e io lo so.
Fallo ancora, fallo sempre; in loro guarda me e il babbo che ami e che hai già aiutati.
Preghiamo.
Così a giorni di pacati riposi, si alternano le crisi che ci abbattono, durante le quali
anche l’aiuto di un cireneo amico diventa inutile, esattamente come è accaduto a Te.
Aiutaci o Dio a pregare per chi ci aiuta e ci soccorre.
Per Cristo nostro Signore.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.  AMEN.
Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria


Settima Stazione.
Gesù parla alle pie donne.
L’aiuto ed il sostegno di medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali,
che aiutano a rendere meno faticoso il cammino della malattia.
Ti adoriamo, o Cristo e Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Luca 23,27-28.31
Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto
e facevano lamenti su di lui.
Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme,
non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli.
Perchè se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?”
Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo
raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Meditazione.
Cara dottoressa, averla incontrata su questo percorso di sofferenza, di involontarie
violenze sul corpo e sull’anima di nostro padre, ci ha reso il cammino un pò più
facile e soprattutto, crediamo, lo abbia reso meno difficile a mio padre.
Mi preme molto dirle che in questo periodo ho maturato la sincera convinzione
di trovarmi al centro di uno sforzo collettivo per farmi guarire.
Cara dottoressa, cara amica, vorrei ringraziarla di tutto; delle attenzioni, della
pazienza, del tempo che sai comunque trovare per le mie lamentele, i miei
momenti di sconforto, la mia rabbia che non mi va di controllare,
la mia voglia di stramaledire.
Vorrei ringraziarti di tutto, ma specialmente di riuscire ad essermi così amica.
In particolare un grazie affettuoso sentiamo di dedicarlo a Loredana, che nel
periodo di assistenza domiciliare è riuscita ad integrare le cure mediche con
un apporto umano stupendo che ha procurato un sollievo incredibile a mia
moglie nonché, cosa di sommo significato, è riuscita ad assisterla per un
trapasso sereno e indolore e soprattutto inconsapevole dell’ultimo atto
che stava subendo.
Preghiamo.
Fai o Dio che il nostro avvicinarsi ai malati non sia una convenzione sociale
o soltanto un momento terapeutico, ma un atto delicatissimo di amore così
da scoprire in chi soffre l’immagine del tuo volto, intriso di sangue.
Per Cristo nostro Signore. 
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria


Ottava Stazione.
Gesù cade a terra schiacciato dal peso della croce.
L’inefficacia della cura, la progressione di un peso insostenibile che ti annienta.
Ti adoriamo, o Cristo e Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.
Da Salmo 34,15-16
Ma essi godono della mia caduta, si radunano, si radunano contro di me
per colpirmi all’improvviso.
Mi dilaniano senza posa, mi mettono alla prova, scherno su scherno,
contro di me digrignano i denti.
Meditazione.
Ho crisi terribili; mi fanno male tutti i muscoli, ho mal di testa ed ho crisi
d’ansia; ho una gran paura di morire.
Anche il cuore ma fa male.
Voglio bene al mio bambino ed a mio marito, ma mi sento di peso perché li faccio soffrire.
In certi momenti, poi, mi sembra di non volere loro più bene.
Mi sento sempre in uno stato d’angoscia e, sono ormai senza lacrime.
In queste ultime notti non sono riuscita a dormire.
Questi miei disturbi sono più intensi e più forti la sera.
Ho incominciato a pensare di essere cambiata, di non essere più quella che
ero prima e, a pensare di non essere capace di seguire il mio bambino.
Mi sono messa in testa di non meritare né mio merito né il mio bambino.
In certi momenti mi sembra di non voler più bene a nessuno; questo pensiero mi tormenta.
Non tengo nemmeno più alla mia persona; prima ci tenevo molto, ma adesso non mi
interessa più di me.
Ho paura di morire ma ho anche paura di vivere.
L’angoscia è molto forte.
Sono l’unica persona al mondo che soffre nel far soffrire gli altri; ma non sono
capace di non farli soffrire.
Mi sembra proprio di non riuscire a fare nulla.
Non riesco a piangere; mi viene da piangere solo quando sento il mio bambino,
e che ho una tremenda paura di non vederlo crescere.
Preghiamo.
Insegnaci, o Dio, ad accettare la tua volontà, particolarmente quando i rimedi
umani non servono più a niente.
Insegnaci a confidare oltre che sulle medicine, soprattutto sulla tua infinita misericordia.
Per Cristo nostro Signore.
Egli che vive e regna nei secoli dei secoli.  AMEN.
Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria


Nona Stazione.
Gesù è spogliato delle sue vesti.
La malattia come perdita di identità (mutilazione del corpo, perdita dei
capelli, perdita di peso, incapacità di autodeterminazione, di mantenere
le normali attività della vita).
Ti adoriamo, o Cristo e Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Giovanni 19,23-24
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero
quattro parti, una per ciascun soldato.
E la tunica.
Ora quella tunica era senza cucitura, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo.
Perciò dissero tra loro: “Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca”.
Così si adempiva la Scrittura: Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia
tunica han gettato la sorte.
E i soldati fecero proprio così.
Meditazione.
L’angoscia che si prova guardandosi allo specchio, vedendosi trasformata è terribile.
Ho sempre amato la cura della persona, vestirsi, apparire fresca e giovanile;
ora mi sento brutta e invecchiata.
Cosa accadrà con il passare dei giorni?
Durante la degenza, volevo che nessuno mi venisse a trovare, tranne i familiari più stretti.
Non volevo che vedessero com’ero ridotta, sì, ridotta.
Con dieci chili in meno per un mese di quasi digiuno, per le cannucce nel naso,
per l’ago nel collo, le flebo nel braccio, i drenaggi alla pancia.
Non volevo che mi vedessero, perché non volevo che vedessero un animale
ferito; non volevo leggere pietà nei loro occhi, perché forse non volevo
rispecchiarmi nei loro occhi.
Stamane, alle otto, con la barella fin giù in radiologia per eseguire la Tac,
dal collo fino alle pieghe dell’inguine; tagliata idealmente in tante fettine
da raggi invisibili che mi leggono dentro, che scoprono quello che, nel
mio corpo, io non posso vedere.
È qualcosa che va contro natura; estranei guardano e studiano ciò che mi
appartiene, ma su cui ho perso qualsiasi diritto.
Avverto l’ansia che mi inumidisce i polpastrelli delle mie dita; è difficile
scrivere, forse quanto ritrovare bagliori, anche rari di serenità.
Sento avvicinarsi il momento della sentenza ed ho paura.
Preghiamo.
Insegnaci, o Dio, a distaccare in tempo il nostro cuore dalle cose di quaggiù,
così che gli ultimi istanti della nostra vita non conoscano lo strappo violento
di una spogliazione improvvisa e, perché inaspettata, più dolorosa.
Per Cristo nostro Signore.
Egli che vive e regna nei secoli dei secoli.  AMEN.
Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria


Decima Stazione.
Gesù viene inchiodato sulla croce.
La sofferenza (fisica, psichica, spirituale e sociale) nella fase finale della malattia.
Ti adoriamo, o Cristo e Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Luca 23,33-34.35
Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori,
uno a destra e l’altro a sinistra.
Gesù diceva: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” Dopo
essersi poi divise le vesti, le tirarono a sorte.
Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: “Ha salvato
gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto.”
Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua
condanna: “Questi è Gesù, il re dei Giudei”.
Meditazione.
Dolore, demone inesorabile e crudele, che incessante spii e perseguiti, mi hai
strappato i denti ed i capelli, con artigli di fuoco m’hai dilaniato il ventre e con
la nausea fetida m’hai illividito il volto ed ingrigita la pelle.
Dolore che strisci e t’insinui e mordi, lascia le mie membra tese, le mie ossa
corrose, le mie carni appassite, mi hai spento il sorriso ed oscurato il sole.
Ti prego dolore, fammi riposare, lascia che la mia anima si acquieti e torni
a cantare, le note della sua voce saranno più struggenti e pure in una melodia
accorata e profonda, dolce ed avvincente.
Le note della sua voce parleranno di Dio e d’amore.
E la tua voracità avrà avuto un senso.
Preghiamo.
Fai, o Dio, che quando anche noi saremo inchiodati sulla croce dei nostri dolori
possiamo incontrare la tua immagine crocifissa, sì che possiamo più facilmente
unire la nostra sofferenza alla tua per completare ciò che manca alla tua passione.
Per Cristo nostro Signore. 
Egli che vive e regna nei secoli dei secoli.  AMEN.
Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria


Undicesima Stazione.
Gesù muore sulla croce.
Il momento della morte, la paura di morire soli.
Ti adoriamo, o Cristo e Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Marco 15,34-39
Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lema sabactàni?, che significa:
Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?
Alcuni dei presenti, udito ciò, dicevano: “Ecco chiama Elia!”.
Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e postala su una canna, gli dava
da bere, dicendo: “Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce”.
Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.
Il velo del tempio si squarciò in due, dall’altro in basso.
Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo
disse: “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!”.
Il velo del tempio si squarciò nel mezzo.
Meditazione.
Ora la casa è vuota; non più siringhe, non più deflussori, non più farmaci
contro il dolore, nulla più.
La morte è un evento misterioso che ognuno deve affrontare da solo; non ci
si può sostituire, tuttavia penso che il sentirsi accompagnati fino all’attimo
in cui è umanamente possibile dalle persone che ti vogliono bene, renda
questo momento meno doloroso.
Ecco, io ho avuto la certezza che anche tu, come noi, con la nostra stessa
partecipazione e lo stesso rispetto per quello che stava accadendo a mio padre,
hai cercato di accompagnarlo fino al momento in cui doveva proseguire da
solo il suo cammino, e a noi non è restato altro che affidarlo nelle mani di Dio.
Sappi che qualsiasi cosa possa accadere nella nostra vita, anche se non dovessimo
più vederci, non dimenticherò mai che Tu eri lì con noi e come noi.
Il tradimento della vita non avviene come quello del sole; non può essere
istantaneo, imprevedibile, può spazzare via anche chi non ha ancora assaporato
la bellezza e la dolcezza della vita.
Però, come per il sole che si spegne da una parte ma illumina e riscalda l’altra parte del
mondo, così dovrebbe accadere anche per noi; una luce in più si accende nell’eternità.
Preghiamo.
O Dio, giunti al termine della nostra vita, quando sentiamo le forze venirci meno,
fa che possiamo avere il tempo di abbandonare in pienezza di coscienza la nostra
anima nelle tue mani, sì che possiamo attendere con fiducia filiale la tua volontà
e morire in pace con gli uomini e con Te.
Per Cristo nostro Signore.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria


Dodicesima Stazione.
Gesù è deposto tra le braccia della Madre.
Gli operatori che preparano la salma per il funerale.
Ti adoriamo, o Cristo e Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Giovanni 19, 25.31.33-34
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre,
Maria di Cleofa e Maria di Magdala.
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce
durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato
che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via.
Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto no gli spezzarono le gambe,
ma uno dei soldati gli colpì il costato con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua.
Meditazione.
Mi dicevi; tu sei mio amico, io non posso essere tuo amico.
Tu sei dottore, io operaio, viviamo in due mondi diversi.
Abbiamo quasi litigato quando ti ho invitato al mio compleanno, una semplice
cena tra amici.
Mi dicevi che ti saresti trovato spaesato tra i miei colleghi.
Ma il tempo è passato insieme a noi; quanto hai sofferto della mancanza di tua madre.
Alla fine ti ho convinto ad essere testimone delle mie nozze; alla fine, dopo mesi
di discussioni, sei riuscito a smettere di dirmi “grazie”.
Alla fine, alla fine di tutto, quando hai chiuso gli occhi tra le mie braccia.
Preghiamo.
Insegnaci, o Dio, a non essere adoratori del nostro corpo, ma saperlo usare
con rispetto a servizio dei fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria.


Tredicesima Stazione.
Gesù è deposto nel sepolcro.
Il funerale, la partecipazione degli amici, l’aiuto degli operatori nella
elaborazione del lutto dei famigliari.
Ti adoriamo, o Cristo e Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo secondo Giovanni 19,41.
Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino
un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto.
Rotolata poi un gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò.
Meditazione.
Potevo scendere, non lo feci.
Scelsi di rimanere.
Così come ai piedi della croce; scelse di rimanere mia Madre.
Mi piace quando ti soffermi a contemplarmi inchiodato alla croce.
Dalla mia croce, intendo semplicemente suggerirti questo: “Non si ama a metà,
l’amore va fino in fondo, l’amore non è una incompiuta, l’amore va oltre la morte”.
Preghiamo.
Insegnaci, o Dio, a vedere nel dolore umano un passo obbligato e necessario per
dare i frutti di vita eterna, così che ai giorni del dolore succedano i giorni della
gloria, esattamente come a Te che dopo aver conosciuto le amarezze del
Venerdì Santo, provasti gli splendori della radiosa mattina di Pasqua.
Per Cristo nostro Signore.
Egli che vive e regna nei secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria.


Quattordicesima Stazione.
La Risurrezione di Gesù.
La certezza della resurrezione.
Ti adoriamo, o Cristo e Ti Benediciamo.
Perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo.
Dal Vangelo.
L’Angelo disse alle donne: “Non temete, voi!
So che cercate Gesù crocifisso; non è qui, è risorto, come aveva predetto.
Meditazione.
A tutti i miei figli, nuore, generi.
Non piangete la mia assenza, sentitemi vicina, io vi amerò dal cielo, come vi
ho amati sulla terra.
Siate buoni, aiutatevi e confortatevi nelle tribolazioni, amatevi e siate affiatati
uno all’altro.
Andate spesso a ricevere i Sacramenti, vi saranno di grande conforto.
Vi auguro la pace, la pace vera.
Abbiate cura di papà.
Vi benedico tutti e vi attendo in cielo.
Preghiamo.
O Dio che con la morte del tuo Figlio, hai vinto ogni morte e ogni rassegnazione
e, con la risurrezione doni a noi la vita, concedi a tutti i malati di partecipare alla
gioia della tua vita e a tutti gli operatori sanitari di lavorare per il tuo regno che viene.
Per Cristo nostro Signore.
Egli che vive e regna nei secoli dei secoli. AMEN.
Santa Madre, deh voi fate, che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuore.
Pater, Ave, Gloria


PREGHIERA FINALE:
Fà, Signore, che la meditazione sulla tua passione, porti al nostro animo la forza
e il coraggio di superare questa prova misteriosa della vita per essere con Te,
un giorno, felice nel tuo regno. Amen.
Perdona la nostra impazienza.
Ho letto nella Scrittura che non dobbiamo avvilirci nella malattia, hai promesso
di guarirci, se avremo fiducia in Te.
Ora ti chiediamo di insegnarci a pregare e domandarti se sia più conveniente
per noi il dono della salute, oppure abbandonarci alla tua santa volontà, senza
chiederci che sarà di noi e della nostra pena.
Ebbene, tu ci chiedi di aver fiducia, perché sei buono e misericordioso.
Tu ci obblighi a domandare, perché qualunque cosa noi chiediamo nel nome
di Gesù, ci sarà data.
Saremo allora impertinenti se ancora ritorniamo a domandarti la stessa cosa?
Tu hai cura di noi e ci proteggi all’ombra delle tue ali, per questo ti preghiamo
di aver pietà di noi e tutto avvenga secondo le tue promesse.
Ti chiediamo di perdonare le nostre colpe, di cantare le tue lodi e guarire, anche
se questo è solo un anticipo della salute piena che ci sarà concessa quando ci
chiamerai a condividere la tua vita gloriosa, con Gesù vivo e risorto.
Ti vogliamo benedire, Signore, perché ti sentiamo a noi vicino per illuminarci
il sentiero della croce, nostra compagna inseparabile, la stessa che Tu hai
abbracciata per amor nostro.
Ora non privarci del tuo Santo Spirito, perché ti sei fatto nostro alleato
e non vuoi deluderci.
In te confidiamo, nostro Signore. Così sia.
 Il Signore sia con tutti noi.
E con il tuo spirito.
Per il vessillo della santa Croce, ci benedica, Dio onnipotente e Misericordioso.
Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo. AMEN.
Andiamo in pace.