mercoledì 18 dicembre 2024

Il Vangelo del Giovedì 19 Dicembre 2024

 

Feria Propria del 19 Dicembre.

Sant'Anastasio I, Papa.

Prima Lettura.

La nascita di Sansone

è annunciata dall'angelo.

Dal libro dei Giudici (13,2-7.24-25a)

In quei giorni, c'era un uomo di Sorèa,

della tribù dei Danìti, chiamato

Manòach; sua moglie era sterile e

non aveva avuto figli.

L'angelo del Signore apparve a questa

donna e le disse: «Ecco, tu sei sterile

e non hai avuto figli, ma concepirai

e partorirai un figlio.

Ora guàrdati dal bere vino o bevanda

inebriante e non mangiare nulla d'impuro.

Poiché, ecco, tu concepirai e partorirai

un figlio sulla cui testa non passerà rasoio,

perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio

fin dal seno materno; egli comincerà a

salvare Israele dalle mani dei Filistei».

La donna andò a dire al marito: «Un

uomo di Dio è venuto da me; aveva

l'aspetto di un angelo di Dio, un

aspetto maestoso.

Io non gli ho domandato da dove veniva

ed egli non mi ha rivelato il suo nome,

ma mi ha detto: "Ecco, tu concepirai e

partorirai un figlio; ora non bere vino

né bevanda inebriante e non mangiare

nulla d'impuro, perché il fanciullo sarà

un nazireo di Dio dal seno materno fino

al giorno della sua morte"».

E la donna partorì un figlio che

chiamò Sansone.

Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse.

Lo spirito del Signore cominciò ad

agire su di lui.

Parola di Dio.

Vangelo.

La nascita di Giovanni Battista

è annunciata dall'angelo.

Dal Vangelo secondo

Luca (1,5-25) anno dispari.

Al tempo di Erode, re della Giudea,

vi era un sacerdote di nome Zaccarìa,

della classe di Abìa, che aveva in moglie

una discendente di Aronne,

di nome Elisabetta.

Ambedue erano giusti davanti a Dio e

osservavano irreprensibili tutte le leggi

e le prescrizioni del Signore.

Essi non avevano figli, perché Elisabetta

era sterile e tutti e due erano avanti

negli anni.

Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva

le sue funzioni sacerdotali davanti al

Signore durante il turno della sua classe,

gli toccò in sorte, secondo l'usanza del

servizio sacerdotale, di entrare nel tempio

del Signore per fare l'offerta dell'incenso.

Fuori, tutta l'assemblea del popolo stava

pregando nell'ora dell'incenso.

Apparve a lui un angelo del Signore,

ritto alla destra dell'altare dell'incenso.

Quando lo vide, Zaccarìa si turbò

e fu preso da timore.

Ma l'angelo gli disse: «Non temere,

Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita

e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio,

e tu lo chiamerai Giovanni.

Avrai gioia ed esultanza, e molti si

rallegreranno della sua nascita, perché

egli sarà grande davanti al Signore; non

berrà vino né bevande inebrianti, sarà

colmato di Spirito Santo fin dal seno di

sua madre e ricondurrà molti figli

d'Israele al Signore loro Dio.

Egli camminerà innanzi a lui con lo

spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre

i cuori dei padri verso i figli e i ribelli

alla saggezza dei giusti e preparare al

Signore un popolo ben disposto».

Zaccarìa disse all'angelo: «Come potrò

mai conoscere questo?

Io sono vecchio e mia moglie è avanti

negli anni».

L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele,

che sto dinanzi a Dio e sono stato

mandato a parlarti e a portarti questo

lieto annuncio.

Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare

fino al giorno in cui queste cose avverranno,

perché non hai creduto alle mie parole,

che si compiranno a loro tempo».

Intanto il popolo stava in attesa di

Zaccarìa, e si meravigliava per il suo

indugiare nel tempio.

Quando poi uscì e non poteva parlare

loro, capirono che nel tempio aveva

avuto una visione.

Faceva loro dei cenni e restava muto.

Compiuti i giorni del suo servizio,

tornò a casa.

Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie,

concepì e si tenne nascosta per cinque

mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto

per me il Signore, nei giorni in cui si è

degnato di togliere la mia vergogna

fra gli uomini».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

O Radice di Iesse, che t’innalzi come

segno per i popoli; vieni a liberarci,

non tardare.

Accogliere il progetto di Dio, accogliere

il volto inatteso di Dio, dicevamo.

E così, avvicinandoci a gran passi verso

il Natale, incontriamo altre persone che

hanno collaborato alla salvezza; la

madre di Sansone e la simpatica

coppia Elisabetta e Zaccaria.

La sterilità caratterizza le storie di queste

persone, sterilità fisica vissuta, allora

come oggi, come una menomazione,

come una disgrazia.

Ma anche sterilità interiore, ben più

diffusa di quanto si immagini, sterilità e

asciuttezza dello spirito, aridità interiore.

Quante persone ho incontro, nella mia

vita, che non hanno nessuna fecondità

spirituale, che si accontentano

di sopravvivere!

Dio interviene in entrambi i casi, usa la

sterilità di queste donne come opportunità

per svelare la sua potenza, la sua forza,

per fecondare il grembo e la vita di

queste persone.

Sansone e Giovanni saranno i figli della

fecondità, la loro presenza sarà una vera

benedizione per il popolo.

La Scrittura ci dice che i loro genitori

erano ‘giusti’, nel caso di Zaccaria che

prestava un servizio al Tempio.

Il loro dolore non li ha allontanati da Dio,

anzi li ha avvicinati, li ha messi alla

prova ma non hanno mollato.

Prego, oggi, per quelli che tra noi vivono

una sterilità del corpo e dello spirito; che

non si scoraggino, ma che credano che

la loro fedeltà porta fecondità al mondo.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.