domenica 15 settembre 2024

Il Vangelo del Lunedì 16 Settembre 2024

 

Della 24° settimana del Tempo Ordinario.

Santi Cornelio, Papa, e Cipriano, Vescovo, Martiri.

Prima Lettura

Se vi sono divisioni tra voi il vostro non

è più un mangiare la cena del Signore.

Dalla prima lettera di san Paolo

apostolo ai Corìnzi (11,17-26.33)

Fratelli, non posso lodarvi, perché vi

riunite insieme non per il meglio, ma

per il peggio.

Innanzi tutto sento dire che, quando vi

radunate in assemblea, vi sono divisioni

tra voi, e in parte lo credo.

È necessario infatti che sorgano fazioni tra

voi, perché in mezzo a voi si manifestino

quelli che hanno superato la prova.

Quando dunque vi radunate insieme,

il vostro non è più un mangiare la

cena del Signore.

Ciascuno infatti, quando siete a tavola,

comincia a prendere il proprio pasto e

così uno ha fame, l’altro è ubriaco.

Non avete forse le vostre case per

mangiare e per bere?

O volete gettare il disprezzo sulla Chiesa

di Dio e umiliare chi non ha niente?

Che devo dirvi? Lodarvi?

In questo non vi lodo!

Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello

che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore

Gesù, nella notte in cui veniva tradito,

prese del pane e, dopo aver reso grazie,

lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo,

che è per voi; fate questo in memoria di me».

Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese

anche il calice, dicendo: «Questo calice è

la nuova alleanza nel mio sangue; fate

questo, ogni volta che ne bevete,

in memoria di me».

Ogni volta infatti che mangiate questo

pane e bevete al calice, voi annunciate

la morte del Signore, finché egli venga.

Perciò, fratelli miei, quando vi radunate

per la cena, aspettatevi gli uni gli altri.

Parola di Dio.

Vangelo

Neanche in Israele ho trovato una

fede così grande.

Dal Vangelo secondo Luca (7,1-10) anno pari.

In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato

di rivolgere tutte le sue parole al popolo

che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao.

Il servo di un centurione era ammalato e

stava per morire.

Il centurione l’aveva molto caro.

Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli

mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo

di venire e di salvare il suo servo.

Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano

con insistenza: «Egli merita che tu gli

conceda quello che chiede-dicevano-,

perché ama il nostro popolo ed è stato lui

a costruirci la sinagoga».

Gesù si incamminò con loro.

Non era ormai molto distante dalla casa,

quando il centurione mandò alcuni amici

a dirgli: «Signore, non disturbarti!

Io non sono degno che tu entri sotto il mio

tetto; per questo io stesso non mi sono

ritenuto degno di venire da te; ma di’

una parola e il mio servo sarà guarito.

Anch’io infatti sono nella condizione di

subalterno e ho dei soldati sotto di me e

dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro:

“Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo:

“Fa’ questo!”, ed egli lo fa».

All’udire questo, Gesù lo ammirò e,

volgendosi alla folla che lo seguiva,

disse: «Io vi dico che neanche in Israele

ho trovato una fede così grande!».

E gli inviati, quando tornarono a casa,

trovarono il servo guarito.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

È tutto un gioco di cortesie il rapporto

fra il centurione e gli ebrei, e fra Gesù

e il centurione.

È un uomo buono, non solo ha collaborato

al finanziamento della sinagoga, ma prende

a cuore le sorti di un suo subalterno,

disturbando addirittura l’ospite di Pietro.

È un uomo buono e pieno di fede: non ha

bisogno della presenza del Rabbì, gli basta

una parola così come egli, con una parola,

riesce a comandare ai suoi subalterni

senza preoccuparsi di verificare

l’esecuzione dell’ordine.

Si stupisce, il Signore, sorride alla fede

cristallina di questo pagano simpatizzante

per l’ebraismo.

Com’è bello stupire il Signore con

la nostra fede!

Com’è bello pensare che egli possa

commuoversi davanti ai nostri gesti

pieni di fiducia e di abbandono!

E com’è bello sapere che questi gesti di

fede non provengono necessariamente

dai credenti, dai devoti, ma anche da

chi, come il centurione, è ai margini

della religiosità.

Dio sa vedere la fede non solo nei suoi

figli e si sa stupire di chi, pur non

avendolo conosciuto, pur conducendo

una vita difforme dai precetti del Vangelo,

pone dei gesti di fede cristallina come,

ahimè, noi discepoli a volte non

sappiamo porre, per questo, preghiamo.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.