venerdì 1 marzo 2024

Il Vangelo del Sabato 2 Marzo 2024

 

Della 2° settimana di Quaresima.

Sant' Agnese di Boemia, principessa e badessa.

Prima lettura.

Il nostro Dio viene a salvarci.

Dal libro del profeta Isaìa (35,1-10)

Si rallegrino il deserto e la terra arida,

esulti e fiorisca la steppa.

Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti

con gioia e con giubilo.

Le è data la gloria del Libano, lo

splendore del Carmelo e di Saron.

Essi vedranno la gloria del Signore, la

magnificenza del nostro Dio.

Irrobustite le mani fiacche, rendete salde

le ginocchia vacillanti.

Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio,

non temete!

Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta,

la ricompensa divina.

Egli viene a salvarvi».

Allora si apriranno gli occhi dei ciechi

e si schiuderanno gli orecchi dei sordi.

Allora lo zoppo salterà come un cervo,

griderà di gioia la lingua del muto, perché

scaturiranno acque nel deserto, scorreranno

torrenti nella steppa.

La terra bruciata diventerà una palude,

il suolo riarso sorgenti d'acqua.

I luoghi dove si sdraiavano gli sciacalli

diventeranno canneti e giuncaie.

Ci sarà un sentiero e una strada e la

chiameranno via santa; nessun impuro

la percorrerà.

Sarà una via che il suo popolo potrà

percorrere e gli ignoranti non si smarriranno.

Non ci sarà più il leone, nessuna bestia

feroce la percorrerà o vi sosterà.

Vi cammineranno i redenti.

Su di essa ritorneranno i riscattati dal

Signore e verranno in Sion con giubilo;

felicità perenne splenderà sul loro capo;

gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno

tristezza e pianto.

Parola di Dio.

Vangelo.

Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.

Dal Vangelo secondo Luca (15,1-3.11-32) anno pari.

In quel tempo, si avvicinavano Gesù tutti

i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo.

I farisei e gli scribi mormoravano dicendo:

«Costui accoglie i peccatori e mangia

con loro».

Ed egli disse loro questa parabola: «Un

uomo aveva due figli.

Il più giovane dei due disse al padre: “Padre,

dammi la parte di patrimonio che mi spetta”.

Ed egli divise tra loro le sue sostanze.

Pochi giorni dopo, il figlio più giovane,

raccolte tutte le sue cose, partì per un

paese lontano e là sperperò il suo

patrimonio vivendo in modo dissoluto.

Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in

quel paese una grande carestia ed egli

cominciò a trovarsi nel bisogno.

Allora andò a mettersi al servizio di uno

degli abitanti di quella regione, che lo

mandò nei suoi campi a pascolare i porci.

Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di

cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli

dava nulla.

Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati

di mio padre hanno pane in abbondanza

e io qui muoio di fame!

Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò:

Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti

a te; non sono più degno di essere

chiamato tuo figlio.

Trattami come uno dei tuoi salariati”.

Si alzò e tornò da suo padre.

Quando era ancora lontano, suo padre lo

vide, ebbe compassione, gli corse incontro,

gli si gettò al collo e lo baciò.

Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso

il Cielo e davanti a te; non sono più degno

di essere chiamato tuo figlio”.

Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate

qui il vestito più bello e fateglielo indossare,

mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi.

Prendete il vitello grasso, ammazzatelo,

mangiamo e facciamo festa, perché questo

mio figlio era morto ed è tornato in vita,

era perduto ed è stato ritrovato”.

E cominciarono a far festa.

Il figlio maggiore si trovava nei campi.

Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la

musica e le danze; chiamò uno dei servi e

gli domandò che cosa fosse tutto questo.

Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo

padre ha fatto ammazzare il vitello grasso,

perché lo ha riavuto sano e salvo”.

Egli si indignò, e non voleva entrare.

Suo padre allora uscì a supplicarlo.

Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti

servo da tanti anni e non ho mai

disobbedito a un tuo comando, e tu non

mi hai mai dato un capretto per far festa

con i miei amici.

Ma ora che è tornato questo tuo figlio,

il quale ha divorato le tue sostanze con le

prostitute, per lui hai ammazzato il

vitello grasso”.

Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre

con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma

bisognava far festa e rallegrarsi, perché

questo tuo fratello era morto ed è tornato

in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Tutti conosciamo la parabola di Luca,

tutti sappiamo la storia del Figlio prodigo

(ma non erano due i figli?

Sarà che il secondo ci assomiglia).

Bene; ora smettetela di guardare questi

due idioti, così simili a noi.

Piccoli e meschini, come noi.

E guardiamo al Padre, per favore.

Io vedo un Padre che lascia andare il

figlio anche se sa che si farà del male

(l’avreste lasciato andare?).

Vedo un Padre che scruta l’orizzonte

ogni giorno.

Vedo un Padre che non rinfaccia né

chiede ragione dei soldi spesi (te l’avevo

detto io!), che non accusa, che abbraccia,

che smorza le scuse (e non le vuole), che

restituisce dignità, che fa festa.

Vedo un Padre ingiusto, esagerato, che

ama un figlio che gli augurava la morte

(dammi l’eredità!) che vaneggiava nel

delirio (mi spetta!), un Padre che sa che

questo figlio ancora non è guarito dentro

ma pazienta e fa già festa.

Vedo un Padre che esce a pregare lo stizzito

fratello maggiore, che tenta di giustificarsi,

di spiegare le sue buone ragioni.

Ecco; vedo questo Padre che accetta la

libertà dei figli, che pazienta, che indica,

che stimola.

Lo vedo e impallidisco.

Dunque; Dio è così? Fino a qui?

Così tanto? Sì, amici.

Dio è questo e non altro.

Dio è così e non diversamente, preghiamo.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.