Della 2° settimana di Quaresima.
Sant' Agnese di
Boemia, principessa e badessa.
Prima lettura.
Il nostro Dio viene
a salvarci.
Dal libro del profeta
Isaìa (35,1-10)
Si rallegrino il
deserto e la terra arida,
esulti e fiorisca la
steppa.
Come fiore di narciso
fiorisca; sì, canti
con gioia e con
giubilo.
Le è data la gloria
del Libano, lo
splendore del Carmelo
e di Saron.
Essi vedranno la
gloria del Signore, la
magnificenza del
nostro Dio.
Irrobustite le mani
fiacche, rendete salde
le ginocchia
vacillanti.
Dite agli smarriti di
cuore: «Coraggio,
non temete!
Ecco il vostro Dio,
giunge la vendetta,
la ricompensa divina.
Egli viene a
salvarvi».
Allora si apriranno
gli occhi dei ciechi
e si schiuderanno gli
orecchi dei sordi.
Allora lo zoppo
salterà come un cervo,
griderà di gioia la
lingua del muto, perché
scaturiranno acque nel
deserto, scorreranno
torrenti nella steppa.
La terra bruciata
diventerà una palude,
il suolo riarso
sorgenti d'acqua.
I luoghi dove si
sdraiavano gli sciacalli
diventeranno canneti e
giuncaie.
Ci sarà un sentiero e
una strada e la
chiameranno via santa;
nessun impuro
la percorrerà.
Sarà una via che il
suo popolo potrà
percorrere e gli
ignoranti non si smarriranno.
Non ci sarà più il
leone, nessuna bestia
feroce la percorrerà o
vi sosterà.
Vi cammineranno i
redenti.
Su di essa
ritorneranno i riscattati dal
Signore e verranno in
Sion con giubilo;
felicità perenne
splenderà sul loro capo;
gioia e felicità li
seguiranno e fuggiranno
tristezza e pianto.
Parola di Dio.
Vangelo.
Questo tuo fratello
era morto ed è tornato in vita.
Dal Vangelo secondo
Luca (15,1-3.11-32) anno pari.
In quel tempo, si
avvicinavano Gesù tutti
i pubblicani e i
peccatori per ascoltarlo.
I farisei e gli scribi
mormoravano dicendo:
«Costui accoglie i
peccatori e mangia
con loro».
Ed egli disse loro
questa parabola: «Un
uomo aveva due figli.
Il più giovane dei due
disse al padre: “Padre,
dammi la parte di
patrimonio che mi spetta”.
Ed egli divise tra
loro le sue sostanze.
Pochi giorni dopo, il
figlio più giovane,
raccolte tutte le sue
cose, partì per un
paese lontano e là
sperperò il suo
patrimonio vivendo in
modo dissoluto.
Quando ebbe speso
tutto, sopraggiunse in
quel paese una grande
carestia ed egli
cominciò a trovarsi
nel bisogno.
Allora andò a mettersi
al servizio di uno
degli abitanti di
quella regione, che lo
mandò nei suoi campi a
pascolare i porci.
Avrebbe voluto
saziarsi con le carrube di
cui si nutrivano i
porci; ma nessuno gli
dava nulla.
Allora ritornò in sé e
disse: “Quanti salariati
di mio padre hanno
pane in abbondanza
e io qui muoio di
fame!
Mi alzerò, andrò da
mio padre e gli dirò:
Padre, ho peccato
verso il Cielo e davanti
a te; non sono più
degno di essere
chiamato tuo figlio.
Trattami come uno dei
tuoi salariati”.
Si alzò e tornò da suo
padre.
Quando era ancora
lontano, suo padre lo
vide, ebbe
compassione, gli corse incontro,
gli si gettò al collo
e lo baciò.
Il figlio gli disse:
“Padre, ho peccato verso
il Cielo e davanti a
te; non sono più degno
di essere chiamato tuo
figlio”.
Ma il padre disse ai
servi: “Presto, portate
qui il vestito più
bello e fateglielo indossare,
mettetegli l’anello al
dito e i sandali ai piedi.
Prendete il vitello
grasso, ammazzatelo,
mangiamo e facciamo
festa, perché questo
mio figlio era morto
ed è tornato in vita,
era perduto ed è stato
ritrovato”.
E cominciarono a far
festa.
Il figlio maggiore si
trovava nei campi.
Al ritorno, quando fu
vicino a casa, udì la
musica e le danze;
chiamò uno dei servi e
gli domandò che cosa
fosse tutto questo.
Quello gli rispose:
“Tuo fratello è qui e tuo
padre ha fatto
ammazzare il vitello grasso,
perché lo ha riavuto
sano e salvo”.
Egli si indignò, e non
voleva entrare.
Suo padre allora uscì
a supplicarlo.
Ma egli rispose a suo
padre: “Ecco, io ti
servo da tanti anni e
non ho mai
disobbedito a un tuo
comando, e tu non
mi hai mai dato un
capretto per far festa
con i miei amici.
Ma ora che è tornato
questo tuo figlio,
il quale ha divorato
le tue sostanze con le
prostitute, per lui
hai ammazzato il
vitello grasso”.
Gli rispose il padre:
“Figlio, tu sei sempre
con me e tutto ciò che
è mio è tuo; ma
bisognava far festa e
rallegrarsi, perché
questo tuo fratello
era morto ed è tornato
in vita, era perduto
ed è stato ritrovato”».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Tutti conosciamo la parabola di Luca,
tutti sappiamo la storia del Figlio prodigo
(ma non erano due i figli?
Sarà che il secondo ci assomiglia).
Bene; ora smettetela di guardare questi
due idioti, così simili a noi.
Piccoli e meschini, come noi.
E guardiamo al Padre, per favore.
Io vedo un Padre che lascia andare il
figlio anche se sa che si farà del male
(l’avreste lasciato andare?).
Vedo un Padre che scruta l’orizzonte
ogni giorno.
Vedo un Padre che non rinfaccia né
chiede ragione dei soldi spesi (te l’avevo
detto io!), che non accusa, che abbraccia,
che smorza le scuse (e non le vuole), che
restituisce dignità, che fa festa.
Vedo un Padre ingiusto, esagerato, che
ama un figlio che gli augurava la morte
(dammi l’eredità!) che vaneggiava nel
delirio (mi spetta!), un Padre che sa che
questo figlio ancora non è guarito dentro
ma pazienta e fa già festa.
Vedo un Padre che esce a pregare lo stizzito
fratello maggiore, che tenta di giustificarsi,
di spiegare le sue buone ragioni.
Ecco; vedo questo Padre che accetta la
libertà dei figli, che pazienta, che indica,
che stimola.
Lo vedo e impallidisco.
Dunque; Dio è così? Fino a qui?
Così tanto? Sì, amici.
Dio è questo e non altro.
Dio è così e non diversamente, preghiamo.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato
il tuo nome, venga il
tuo regno, sia fatta
la tua volontà come in
cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri
debiti come anche
noi li rimettiamo ai
nostri debitori,
e non abbandonarci
alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e
benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per
noi peccatori, adesso
e nell'ora della
nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e
allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e
sempre, nei secoli dei
secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.