Della 2° settimana del Tempo Ordinario.
San Giovanni,
vescovo.
Prima lettura dalla lettera
agli Ebrei (6, 10-20)
Fratelli, Dio non è
ingiusto tanto da dimenticare il vostro lavoro e la carità che
avete dimostrato verso
il suo nome, con i servizi che avete reso e che tuttora
rendete ai santi.
Desideriamo soltanto
che ciascuno di voi dimostri il medesimo zelo perché la sua
speranza abbia
compimento sino alla fine, perché non diventiate pigri, ma piuttosto
imitatori di coloro
che, con la fede e la costanza, divengono eredi delle promesse.
Quando infatti Dio
fece la promessa ad Abramo, non potendo giurare per uno
superiore a sé, giurò
per se stesso dicendo: «Ti benedirò con ogni benedizione
e renderò molto
numerosa la tua discendenza».
Così Abramo, con la
sua costanza, ottenne ciò che gli era stato promesso.
Gli uomini infatti
giurano per qualcuno maggiore di loro, e per loro il giuramento
è una garanzia che
pone fine a ogni controversia.
Perciò Dio, volendo
mostrare più chiaramente agli eredi della promessa
l'irrevocabilità della
sua decisione, intervenne con un giuramento, affinché,
grazie a due atti
irrevocabili, nei quali è impossibile che Dio mentisca, noi,
che abbiamo cercato
rifugio in lui, abbiamo un forte incoraggiamento ad
afferrarci saldamente
alla speranza che ci è proposta.
In essa infatti
abbiamo come un'àncora sicura e salda per la nostra vita: essa
entra fino al di là
del velo del santuario, dove Gesù è entrato come precursore
per noi, divenuto
sommo sacerdote per sempre secondo l'ordine di Melchìsedek.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Marco
(2, 23-28) anno dispari.
In quel tempo, di
sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli,
mentre camminavano, si
misero a cogliere le spighe.
I farisei gli
dicevano: «Guarda!
Perché fanno in giorno
di sabato quello che non è lecito?».
Ed egli rispose loro:
«Non avete mai letto quello che fece Davide quando
si trovò nel bisogno e
lui e i suoi compagni ebbero fame?
Sotto il sommo
sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani
dell'offerta, che non
è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche
ai suoi compagni!».
E diceva loro: «Il
sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato!
Perciò il Figlio
dell'uomo è signore anche del sabato».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Il rispetto del sabato era una
norma che differenziava Israele da tutti i popoli vicini.
I romani, a causa di quel riposo
settimanale consideravano gli ebrei dei pigri (loro,
ovviamente, facevano lavorare gli
schiavi!).
Eppure quel riposo faceva la
differenza, ricordava agli ebrei il primato di Dio e
la loro dignità; gli schiavi non
hanno un giorno di riposo.
La forza con cui la Scrittura
difende il precetto del sabato è motivata
dall’importanza di un segno che
indica la profonda realtà dell’uomo fatto
per la festa e non per il lavoro.
Ma, come spesso accade fra gli
uomini religiosi e devoti, questa intuizione era poi
stata svilita, confusa,
irrigidita, al punto che una infinita serie di prescrizioni
indicava le azioni da compiere, i
passi da percorrere, il cibo da mangiare.
Gesù è libero non perché fa
l’anarchico, ma perché conosce la sostanza di
quella norma e la sa applicare
con intelligenza ed equilibrio.
Non così i suoi detrattori che
fanno dell’osservanza esteriore della legge il
criterio attraverso cui giudicare
la devozione delle persone.
Gesù non si piega al loro ricatto
e cita la Parola di Dio (che conosce bene!)
giustificando così
l’eccezionalità del suo agire.
Anche noi dobbiamo essere persone
libere come Gesù, con l’aiuto della preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.