giovedì 27 febbraio 2020

Il Vangelo del Venerdì 28 Febbraio 2020


Venerdì dopo le Ceneri.
1° Lettura dal libro del profeta Isaìa (58,1-9a)
Così dice il Signore: «Grida a squarciagola, non avere riguardo; alza la voce come
il corno, dichiara al mio popolo i suoi delitti, alla casa di Giacobbe i suoi peccati.
Mi cercano ogni giorno, bramano di conoscere le mie vie, come un popolo che
pratichi la giustizia e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio; mi chiedono
giudizi giusti, bramano la vicinanza di Dio: "Perché digiunare, se tu non lo
vedi, mortificarci, se tu non lo sai?".
Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari, angariate tutti i vostri operai.
Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi e colpendo con pugni iniqui.
Non digiunate più come fate oggi, così da fare udire in alto il vostro chiasso.
È forse come questo il digiuno che bramo, il giorno in cui l'uomo si mortifica?
Piegare come un giunco il proprio capo, usare sacco e cenere per letto, forse
questo vorresti chiamare digiuno e giorno gradito al Signore?
Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa
i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo, senza trascurare i tuoi parenti?
Allora la tua luce sorgerà come l'aurora, la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia, la gloria del Signore ti seguirà.
Allora invocherai e il Signore ti risponderà, implorerai aiuto ed egli dirà: "Eccomi!"».
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (9,14-15) anno pari.
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché
noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché
lo sposo è con loro?
Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Il venerdì di Quaresima ci è chiesto un gesto semplice di attenzione al cibo;
l’astinenza dalle carni che, tradotto nel ventunesimo secolo significa nutrirsi
con moderazione e senza sprecare denari.
Oggi la carne costa meno della verdura e immensamente meno del pesce,
occorre muoversi con intelligenza nelle nostre scelte.
Ma qualunque sia il gesto che riusciamo a fare, l’importante è che ci spalanchi
alla generosità e all’interiorità.
Facciamo digiuno perché lo sposo non è con noi, e aspettiamo il suo ritorno
glorioso alla fine dei tempi.
Non facciamo digiuno perché va di moda, o perchè dimostriamo a Dio che ne
siamo capaci.
Lo facciamo per sentire lo stomaco lamentarsi e accorgerci che la maggioranza
del genere umano sente lo stomaco lamentarsi tutti i giorni della propria vita.
Un gesto forte, certo, ma che, se fatto con moderazione e discrezione, può davvero
insegnarci ad accorgerci dei problemi veri che coinvolgono i due terzi dell’umanità.
E se vogliamo davvero aiutare chi è nelle difficoltà, possiamo trovare canali
certi e sicuri, dove fanno arrivare a chi veramente ne ha bisogno, perciò, facciamoci
indirizzare sulla vista giusta dalla preghiera.  
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.