sabato 3 giugno 2023

Il Vangelo di Domenica 4 Giugno 2023

 

Domenica della Santissima Trinità,

il Padre il Figlio e lo Spirito Santo.

San Francesco Caracciolo, sacerdote.

Prima Lettura

Il Signore, il Signore misericordioso e pietoso.

Dal libro dell’Èsodo (34,4b-6.8-9)

In quei giorni, Mosè si alzò di buon mattino

e salì sul monte Sinai, come il Signore gli

aveva comandato, con le due tavole di

pietra in mano.

Allora il Signore scese nella nube, si fermò

là presso di lui e proclamò il nome del Signore.

Il Signore passò davanti a lui, proclamando:

«Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e

pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà».

Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò.

Disse: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi,

Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi.

Sì, è un popolo di dura cervìce, ma tu perdona

la nostra colpa e il nostro peccato: fa’ di noi

la tua eredità».

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale Dn 3,52-56

Ripetiamo. A te la lode e la gloria nei secoli.

 

Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri. Rit.

 

Benedetto il tuo nome glorioso e santo. Rit.

 

Benedetto sei tu nel tuo tempio santo, glorioso. Rit.

 

Benedetto sei tu sul trono del tuo regno. Rit.

 

Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo

gli abissi e siedi sui cherubini. Rit

 

Benedetto sei tu nel firmamento del cielo. Rit.

 

Seconda Lettura

La grazia di Gesù Cristo, l'amore di Dio

e la comunione dello Spirito Santo.

Dalla seconda lettera di san Paolo

apostolo ai Corìnzi (13,11-13)

Fratelli, siate gioiosi, tendete alla perfezione,

fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi

sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore

e della pace sarà con voi.

Salutatevi a vicenda con il bacio santo.

Tutti i santi vi salutano.

La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore

di Dio e la comunione dello Spirito Santo

siano con tutti voi.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

 

Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo,

a Dio, che è, che era e che viene. (Cf. Ap 1,8)

 

Alleluia, alleluia.

 

Vangelo

Dio ha mandato il Figlio suo perché

il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Dal Vangelo secondo Giovanni (3,16-18) anno B.

In quel tempo, disse Gesù a Nicodèmo:

«Dio ha tanto amato il mondo da dare

il Figlio, unigenito, perché chiunque

crede in lui non vada perduto, ma

abbia la vita eterna.

Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel

mondo per condannare il mondo, ma perché

il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Chi crede in lui non è condannato; ma

chi non crede è già stato condannato,

perché non ha creduto nel nome

dell’unigenito Figlio di Dio».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Di Dio, spesso, ci facciamo un’idea terribile.

Un’idea che scaturisce dal profondo,

che mette insieme le nostre paure,

il senso di smarrimento che portiamo

nel cuore quando affrontiamo le piccole

o grandi difficoltà, che rimanda al

mistero della vita; perché esistiamo?

Chi lo ha deciso? Perché?

Un’idea che, purtroppo, a volte deve fare

i conti con i troppi cattolici che rovinano

l’immagine di Dio, che ne parlano male,

che lo descrivono come un preside

iracondo, un vigile intransigente, un

despota lunatico ed imprevedibile

da tenere a bada.

Che brutta idea abbiamo di Dio!

Un Dio che lascia morire di fame i

bambini, che non ferma le guerre,

che fa ammalare di cancro una

giovane madre.

Un Dio che non risolve i tanti problemi

degli uomini, che li lascia annegare nel

mare di difficoltà della nostra contemporaneità.

Un Dio da temere, non da amare.

Un Dio incomprensibile.

E anche chi crede di non credere si è

fatto un’idea di Dio.

E proprio perché è un’immagine orribile

che, spesso, decide di non credere.

Meglio sperare che non ci sia nessuno,

piuttosto che avere un Dio assetato di sangue.

Esagero? No, fidatevi.

La più difficile conversione da compiere

è proprio quella che ci fa passare dal dio

piccino che portiamo nel cuore al Dio

grandioso che ci rivela la Bibbia.

E non basta essere cattolici devoti per

credere nel vero Dio.

Ci voleva una Domenica di riflessione da

dedicare al volto di Dio che Gesù ci ha raccontato.

Questa Domenica, la domenica della Trinità.

Ci vuole del tempo per fuggire l’immagine

demoniaca di Dio che portiamo nell’intimo.

E Israele ha fatto questo percorso

purificando la propria fede attraverso

l’esperienza.

Il Dio dei padri non era come quello dei

popoli vicini, era migliore.

Poi, con l’Esodo, avviene una svolta

determinante; il Dio dei padri interviene,

agisce, si racconta, stipula un patto,

un’alleanza, un matrimonio con questo

popolo di sbandati.

Non ci sono altre divinità, gli altri

sono solo idoli.

Nella Bibbia troviamo traccia di questa

Evoluzione; Dio viene inizialmente

chiamato come Elohim (il Signore)

o El Shaddaj (il dio delle altezze) fino

alla rivelazione del suo volto, Adonai

(Io sono colui che ti è presente).

Un Dio che interviene fisicamente per

liberare il suo popolo, che lo educa,

dopo averlo fatto uscire dall’Egitto.

Un Dio che ha a cuore il bene dell’uomo,

che gli rivela le dieci parole perché

possa vivere.

Nel bellissimo brano di oggi troviamo

l’incontro fra Dio e Mosè.

È il racconto della consegna delle parole,

che troviamo almeno due volte nell’Esodo.

Prima di consegnare le parole, Dio si

presenta; è il fedele, il misericordioso,

il pietoso, lento all’ira e ricco di grazia.

I nostri liturgisti, teneri, hanno cancellato

il versetto in cui si dice “che punisce le

colpe dei padri nei figli fino alla terza

generazione”.

Orribile traduzione; Poqèd non è punire,

ma verificare (da qui deriva paquid,

il funzionario); il patto può essere

trasgredito senza che lo si annulli; se i

padri trasgrediscono, si verificheranno

i figli, per dar loro una nuova possibilità,

per vedere se esiste un’ennesima

opportunità di redenzione.

Paolo, scrivendo ai Corinti, testimonia la

progressiva comprensione del mistero di

Gesù che le prime comunità stanno compiendo.

Gesù non è soltanto un grande profeta,

e nemmeno solo il Messia, egli è il Figlio

stesso di Dio.

E, essendo il Figlio, svela chi è Dio in

profondità, un mistero di comunione, un

Padre/Madre che ama un figlio e questo

amore si personifica nello Spirito Santo.

La Trinità non è un’inutile complicazione

inventata dai primi cristiani (nel paese

più monoteista della Storia, complimenti!),

ma la progressiva comprensione di una

grande verità.

Dio è famiglia, festa, comunicazione,

comunione, danza.

E questa unione senza confusione è

talmente realizzata, che noi, guardando

da fuori, vediamo un unico Dio.

Gesù conosce bene il Padre, perché

Lui e il Padre sono una cosa sola.

Non è vendicativo, Dio, vuole la nostra

salvezza più di quanto noi stessi la vogliamo.

Non vuole condannare il mondo, ma redimerlo!

Dio ama il mondo che noi a volte disprezziamo.

Siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio.

L’immagine c’è già, la somiglianza la

dobbiamo creare giorno per giorno,

guardando a Dio ed imitandolo.

Un Dio misericordioso che offre possibilità.

Un Dio comunione che ci rivela che

l’egoismo contraddice la nostra

natura profonda.

Un Dio che desidera e opera la salvezza per

ogni uomo, senza distinguere amici e nemici.

Un Dio così bello che ci rende veri.

Certo amici, Dio è grandioso, talmente

bello che ci invita a farne parte,

Santa Domenica della comunione, Fausto.