Domenica della Santissima Trinità,
il Padre il Figlio e
lo Spirito Santo.
San Francesco
Caracciolo, sacerdote.
Prima Lettura
Il Signore, il
Signore misericordioso e pietoso.
Dal libro dell’Èsodo
(34,4b-6.8-9)
In quei giorni, Mosè
si alzò di buon mattino
e salì sul monte
Sinai, come il Signore gli
aveva comandato, con
le due tavole di
pietra in mano.
Allora il Signore
scese nella nube, si fermò
là presso di lui e
proclamò il nome del Signore.
Il Signore passò
davanti a lui, proclamando:
«Il Signore, il
Signore, Dio misericordioso e
pietoso, lento all’ira
e ricco di amore e di fedeltà».
Mosè si curvò in
fretta fino a terra e si prostrò.
Disse: «Se ho trovato
grazia ai tuoi occhi,
Signore, che il
Signore cammini in mezzo a noi.
Sì, è un popolo di
dura cervìce, ma tu perdona
la nostra colpa e il
nostro peccato: fa’ di noi
la tua eredità».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale Dn
3,52-56
Ripetiamo. A
te la lode e la gloria nei secoli.
Benedetto sei tu,
Signore, Dio dei padri nostri. Rit.
Benedetto il tuo nome
glorioso e santo. Rit.
Benedetto sei tu nel
tuo tempio santo, glorioso. Rit.
Benedetto sei tu sul
trono del tuo regno. Rit.
Benedetto sei tu che
penetri con lo sguardo
gli abissi e siedi sui
cherubini. Rit
Benedetto sei tu nel
firmamento del cielo. Rit.
Seconda Lettura
La grazia di Gesù
Cristo, l'amore di Dio
e la comunione
dello Spirito Santo.
Dalla seconda lettera
di san Paolo
apostolo ai Corìnzi
(13,11-13)
Fratelli, siate
gioiosi, tendete alla perfezione,
fatevi coraggio a
vicenda, abbiate gli stessi
sentimenti, vivete in
pace e il Dio dell’amore
e della pace sarà con
voi.
Salutatevi a vicenda
con il bacio santo.
Tutti i santi vi
salutano.
La grazia del Signore
Gesù Cristo, l’amore
di Dio e la comunione
dello Spirito Santo
siano con tutti voi.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Gloria al Padre e al
Figlio e allo Spirito Santo,
a Dio, che è, che era
e che viene. (Cf. Ap 1,8)
Alleluia, alleluia.
Vangelo
Dio ha mandato il
Figlio suo perché
il mondo sia
salvato per mezzo di lui.
Dal Vangelo secondo
Giovanni (3,16-18) anno B.
In quel tempo, disse
Gesù a Nicodèmo:
«Dio ha tanto amato il
mondo da dare
il Figlio, unigenito,
perché chiunque
crede in lui non vada
perduto, ma
abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha
mandato il Figlio nel
mondo per condannare
il mondo, ma perché
il mondo sia salvato
per mezzo di lui.
Chi crede in lui non è
condannato; ma
chi non crede è già
stato condannato,
perché non ha creduto
nel nome
dell’unigenito Figlio
di Dio».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Di Dio, spesso, ci facciamo
un’idea terribile.
Un’idea che scaturisce dal
profondo,
che mette insieme le nostre
paure,
il senso di smarrimento che
portiamo
nel cuore quando affrontiamo le
piccole
o grandi difficoltà, che rimanda
al
mistero della vita; perché
esistiamo?
Chi lo ha deciso? Perché?
Un’idea che, purtroppo, a volte
deve fare
i conti con i troppi cattolici
che rovinano
l’immagine di Dio, che ne parlano
male,
che lo descrivono come un preside
iracondo, un vigile
intransigente, un
despota lunatico ed imprevedibile
da tenere a bada.
Che brutta idea abbiamo di Dio!
Un Dio che lascia morire di fame
i
bambini, che non ferma le guerre,
che fa ammalare di cancro una
giovane madre.
Un Dio che non risolve i tanti
problemi
degli uomini, che li lascia
annegare nel
mare di difficoltà della nostra
contemporaneità.
Un Dio da temere, non da amare.
Un Dio incomprensibile.
E anche chi crede di non credere
si è
fatto un’idea di Dio.
E proprio perché è un’immagine
orribile
che, spesso, decide di non
credere.
Meglio sperare che non ci sia
nessuno,
piuttosto che avere un Dio
assetato di sangue.
Esagero? No, fidatevi.
La più difficile conversione da
compiere
è proprio quella che ci fa
passare dal dio
piccino che portiamo nel cuore al
Dio
grandioso che ci rivela la
Bibbia.
E non basta essere cattolici
devoti per
credere nel vero Dio.
Ci voleva una Domenica di
riflessione da
dedicare al volto di Dio che Gesù
ci ha raccontato.
Questa Domenica, la domenica
della Trinità.
Ci vuole del tempo per fuggire
l’immagine
demoniaca di Dio che portiamo
nell’intimo.
E Israele ha fatto questo
percorso
purificando la propria fede
attraverso
l’esperienza.
Il Dio dei padri non era come
quello dei
popoli vicini, era migliore.
Poi, con l’Esodo, avviene una
svolta
determinante; il Dio dei padri
interviene,
agisce, si racconta, stipula un
patto,
un’alleanza, un matrimonio con
questo
popolo di sbandati.
Non ci sono altre divinità, gli
altri
sono solo idoli.
Nella Bibbia troviamo traccia di
questa
Evoluzione; Dio viene
inizialmente
chiamato come Elohim (il Signore)
o El Shaddaj (il dio delle
altezze) fino
alla rivelazione del suo volto,
Adonai
(Io sono colui che ti è
presente).
Un Dio che interviene fisicamente
per
liberare il suo popolo, che lo
educa,
dopo averlo fatto uscire
dall’Egitto.
Un Dio che ha a cuore il bene
dell’uomo,
che gli rivela le dieci parole
perché
possa vivere.
Nel bellissimo brano di oggi
troviamo
l’incontro fra Dio e Mosè.
È il racconto della consegna
delle parole,
che troviamo almeno due volte
nell’Esodo.
Prima di consegnare le parole,
Dio si
presenta; è il fedele, il
misericordioso,
il pietoso, lento all’ira e ricco
di grazia.
I nostri liturgisti, teneri,
hanno cancellato
il versetto in cui si dice “che
punisce le
colpe dei padri nei figli fino
alla terza
generazione”.
Orribile traduzione; Poqèd non è
punire,
ma verificare (da qui deriva
paquid,
il funzionario); il patto può
essere
trasgredito senza che lo si
annulli; se i
padri trasgrediscono, si
verificheranno
i figli, per dar loro una nuova
possibilità,
per vedere se esiste un’ennesima
opportunità di redenzione.
Paolo, scrivendo ai Corinti,
testimonia la
progressiva comprensione del
mistero di
Gesù che le prime comunità stanno
compiendo.
Gesù non è soltanto un grande
profeta,
e nemmeno solo il Messia, egli è
il Figlio
stesso di Dio.
E, essendo il Figlio, svela chi è
Dio in
profondità, un mistero di
comunione, un
Padre/Madre che ama un figlio e
questo
amore si personifica nello
Spirito Santo.
La Trinità non è un’inutile
complicazione
inventata dai primi cristiani
(nel paese
più monoteista della Storia,
complimenti!),
ma la progressiva comprensione di
una
grande verità.
Dio è famiglia, festa,
comunicazione,
comunione, danza.
E questa unione senza confusione
è
talmente realizzata, che noi,
guardando
da fuori, vediamo un unico Dio.
Gesù conosce bene il Padre,
perché
Lui e il Padre sono una cosa
sola.
Non è vendicativo, Dio, vuole la
nostra
salvezza più di quanto noi stessi
la vogliamo.
Non vuole condannare il mondo, ma
redimerlo!
Dio ama il mondo che noi a volte
disprezziamo.
Siamo stati creati a immagine e
somiglianza di Dio.
L’immagine c’è già, la
somiglianza la
dobbiamo creare giorno per
giorno,
guardando a Dio ed imitandolo.
Un Dio misericordioso che offre
possibilità.
Un Dio comunione che ci rivela
che
l’egoismo contraddice la nostra
natura profonda.
Un Dio che desidera e
opera la salvezza per
ogni uomo, senza
distinguere amici e nemici.
Un Dio così bello che
ci rende veri.
Certo amici, Dio è
grandioso, talmente
bello che ci invita a
farne parte,
Santa Domenica della
comunione, Fausto.