sabato 16 settembre 2017

Il Vangelo di Domenica 17 Settembre 2017

Della 24° Domenica del Tempo Ordinario.
1° Lettura dal libro del Siràcide (27,33-28,9)
2° Lettura dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (14,7-9)
Dal Vangelo secondo Matteo (18,21-35) anno A.
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio
fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli?
Fino a sette volte?».
E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti
con i suoi servi.
Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli
doveva diecimila talenti.
Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto
lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito.
Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con
me e ti restituirò ogni cosa”.
Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari.
Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”.
Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza
con me e ti restituirò”.
Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse
pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono
a riferire al loro padrone tutto l’accaduto.
Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti
ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato.
Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto
pietà di te?”.
Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse
restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore,
ciascuno al proprio fratello».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Ogni giorno noi chiediamo a Dio di perdonarci, allo stesso modo in
cui noi perdoniamo gli altri.
Ma questa parabola ci dimostra una grande verità; se Egli ci perdonasse
nella misura in cui noi perdoniamo agli altri, sarebbe davvero una ben
misera cosa; se il criterio del perdono di Dio nei nostri confronti fosse
quello che noi diamo agli altri, ci sarebbe davvero da preoccuparsi.
Quello che Gesù vuole farci capire è che il Padre ci perdona davvero in
modo incommensurabile; quello che Egli vuol vedere da noi è che almeno
abbiamo capito il suo stile di comportamento e ci sforziamo di imitarlo.
Forse con le nostre sole forze non riusciremo a perdonare come Lui, ma
almeno gli dimostreremo buona volontà e impegno a vivere come Lui
vuole, e ciò è abbastanza.
Naturalmente è davvero difficile, solo la preghiera può aiutarci.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata Fausto.