lunedì 23 settembre 2024

Il Vangelo del Martedì 24 Settembre 2024

 

Della 25° settimana del Tempo Ordinario.

San Pacifico da San Severino Marche, confessore.

Prima Lettura

Proverbi di carattere vario.

Dal libro dei Proverbi (21,1-6.10-13)

Il cuore del re è un corso d’acqua in mano

al Signore: lo dirige dovunque egli vuole.

Agli occhi dell’uomo ogni sua via sembra

diritta, ma chi scruta i cuori è il Signore.

Praticare la giustizia e l’equità per il

Signore vale più di un sacrificio.

Occhi alteri e cuore superbo, lucerna

dei malvagi è il peccato.

I progetti di chi è diligente si risolvono

in profitto, ma chi ha troppa fretta va

verso l’indigenza.

Accumulare tesori a forza di menzogne

è futilità effimera di chi cerca la morte.

L’anima del malvagio desidera fare il male,

ai suoi occhi il prossimo non trova pietà.

Quando lo spavaldo viene punito,

l’inesperto diventa saggio; egli acquista

scienza quando il saggio viene istruito.

Il giusto osserva la casa del malvagio e

precipita i malvagi nella sventura.

Chi chiude l’orecchio al grido del povero

invocherà a sua volta e non otterrà risposta.

Parola di Dio.

Vangelo

Mia madre e i miei fratelli sono coloro

che ascoltano la parola di Dio e la

mettono in pratica.

Dal Vangelo secondo Luca (8,19-21) anno Pari.

In quel tempo, andarono da Gesù la madre

e i suoi fratelli, ma non potevano

avvicinarlo a causa della folla.

Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi

fratelli stanno fuori e desiderano vederti».

Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei

fratelli sono questi: coloro che ascoltano

la parola di Dio e la mettono in pratica».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

È un aspetto un pò taciuto dai predicatori

di tutti i tempi, forse perché davvero

destabilizzante a prenderlo sul serio.

In Marco, in particolare, ma anche negli

altri Vangeli, emerge una novità rispetto

alla diffusa mentalità culturale e religiosa

del tempo; il prevalere dell’esperienza

di fede sull’intoccabile predominanza

del clan famigliare.

In Israele, come, paradossalmente, anche

nella cultura cattolica tradizionale, la

famiglia aveva un’importanza assoluta

e, come accade anche in altre esperienze

religiose come il Confucianesimo,

l’equivalenza buon figlio/buon cittadino/

buon credente, viene data per scontata.

Gesù, invece, osa sovvertire questo

automatismo; il discepolato crea dei

legami più intensi e duraturi di

qualunque altra esperienza famigliare.

Gesù considera fratelli e sorelle non i

suoi famigliari di Nazareth, ma coloro

che ascoltano e vivono la sua Parola.

Che bello!

Anche se abbiamo avuto una triste

esperienza famigliare possiamo fare

una splendida esperienza di comunità,

creando rapporti e legami fondati sulla

roccia che è la Parola del Maestro.

Nella Chiesa possiamo intessere legami

autentici e significativi, uguali e superiori

a quelli di sangue, con l’aiuto della preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.