lunedì 31 maggio 2021

Il Vangelo del Martedì 1 Giugno 2021

 

Della 9° settimana del Tempo Ordinario.

San Giustino, martire.

Prima Lettura

Rimasi cieco.

Dal libro di Tobìa (2,9-14)

Io Tobi, in quella notte di Pentecoste, dopo aver seppellito il morto, mi lavai,

entrai nel mio cortile e mi addormentai sotto il muro del cortile.

Per il caldo che c’era tenevo la faccia scoperta, ignorando che sopra di me,

nel muro, stavano dei passeri.

Caddero sui miei occhi i loro escrementi ancora caldi, che mi produssero

macchie bianche, e dovetti andare dai medici per la cura.

Più essi però mi applicavano farmaci, più mi si oscuravano gli occhi, a causa

delle macchie bianche, finché divenni cieco del tutto.

Per quattro anni rimasi cieco e ne soffrirono tutti i miei fratelli.

Achikàr, nei due anni che precedettero la sua partenza per l’Elimàide, provvide

al mio sostentamento.

In quel tempo mia moglie Anna lavorava a domicilio, tessendo la lana che

rimandava poi ai padroni, ricevendone la paga.

Ora nel settimo giorno del mese di Distro, quando tagliò il pezzo che aveva

tessuto e lo mandò ai padroni, essi, oltre la mercede completa, le fecero dono

di un capretto da mangiare.

Quando il capretto entrò in casa mia, si mise a belare.

Chiamai allora mia moglie e le dissi: «Da dove viene questo capretto?

Non sarà stato rubato?

Restituiscilo ai padroni, poiché non abbiamo nessun diritto di mangiare una cosa rubata».

Ella mi disse: «Mi è stato dato in più del salario».

Ma io non le credevo e le ripetevo di restituirlo ai padroni e per questo mi vergognavo di lei.

Allora per tutta risposta mi disse: «Dove sono le tue elemosine?

Dove sono le tue buone opere?

Ecco, lo si vede bene da come sei ridotto!».

Parola di Dio.

Vangelo.

Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio.

Dal Vangelo secondo Marco (12,13-17) anno dispari.

In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in

fallo nel discorso.

Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di

alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità.

È lecito o no pagare il tributo a Cesare?

Lo dobbiamo dare, o no?».

Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova?

Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.

Allora disse loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?».

Gli risposero: «Di Cesare».

Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».

E rimasero ammirati di lui.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Ora si tratta di cogliere in fallo Gesù.

Si è deciso di farlo fuori; nessun dubbio, nessun interrogativo, solo la necessità di

trovare il modo di eliminare questo insopportabile scocciatore.

Giustificati dal bene del popolo e dalla investitura divina, gli uomini religiosi sanno

bene qual’è il bene per loro e per chi hanno davanti; il Nazareno va ucciso.

Per farlo, però, occorre prima che egli perda la faccia davanti al popolo, occorre

sminuirlo come ancora oggi si fa con un avversario politico.

Il nervo scoperto è la presenza di Roma e delle sue imposte; se Gesù testimoniasse

di assecondare l’occupazione romana pagando le odiatissime tasse, certamente

perderebbe la stima dei patrioti.

Ma se si rifiutasse di farlo si metterebbe nella schiera dei tanti che, nella storia,

hanno brandito le armi del populismo e dello scontento.

Bella trappola, complimenti.

E Gesù lo sa e ne esce splendidamente; chiede ai puri una moneta.

Moneta che non dovrebbero avere (ha l’effige dell’imperatore) e che invece hanno.

A parole sono coerenti, nei fatti fanno compromessi come tutti.

E Gesù aggiunge la frase diventata proverbiale; non mischiamo le cose di Dio

con quelle di Cesare come facciamo spesso anche noi.

Perciò, seguiamo l’insegnamento di Gesù, facendoci aiutare dalla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.