Della 29° settimana del Tempo Ordinario.
San Giovanni da
Capestrano, sacerdote.
Prima Lettura
È stato scritto
anche per noi, ai quali deve
essere accreditato:
a noi che crediamo.
Dalla lettera di san
Paolo
apostolo ai Romani
(4,20-25)
Fratelli, di fronte
alla promessa di Dio,
Abramo non esitò per
incredulità, ma si
rafforzò nella fede e
diede gloria a Dio,
pienamente convinto
che quanto egli
aveva promesso era
anche capace di
portarlo a compimento.
Ecco perché gli fu
accreditato come giustizia.
E non soltanto per lui
è stato scritto che
gli fu accreditato, ma
anche per noi, ai
quali deve essere
accreditato: a noi che
crediamo in colui che
ha risuscitato dai
morti Gesù nostro
Signore, il quale è
stato consegnato alla
morte a causa delle
nostre colpe ed è
stato risuscitato per la
nostra
giustificazione.
Parola di Dio.
Vangelo
Quello che hai
preparato, di chi sarà?
Dal Vangelo secondo
Luca (12,13-21) anno dispari.
In quel tempo, uno
della folla disse a
Gesù: «Maestro, di’ a
mio fratello che
divida con me
l’eredità».
Ma egli rispose: «O
uomo, chi mi ha
costituito giudice o
mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate
attenzione e tenetevi
lontani da ogni cupidigia
perché, anche
se uno è
nell’abbondanza, la sua vita non
dipende da ciò che
egli possiede».
Poi disse loro una
parabola: «La campagna
di un uomo ricco aveva
dato un raccolto
abbondante.
Egli ragionava tra sé:
“Che farò, poiché
non ho dove mettere i
miei raccolti?
Farò così-disse-:
demolirò i miei magazzini
e ne costruirò altri
più grandi e vi
raccoglierò tutto il
grano e i miei beni.
Poi dirò a me stesso:
Anima mia, hai a
disposizione molti
beni, per molti anni;
ripòsati, mangia, bevi
e divèrtiti!”.
Ma Dio gli disse:
“Stolto, questa notte
stessa ti sarà
richiesta la tua vita.
E quello che hai
preparato, di chi sarà?”.
Così è di chi accumula
tesori per sé e
non si arricchisce
presso Dio».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Non ho mai incontrato nella mia
vita,
né lo so, se mai lo incontrerò,
qualcuno
che mi dica: «Vivo per far
soldi».
Ma, allora, da dove vengono le
divisioni,
gli egoismi, le ingiustizie se
non nella
sete di cupidigia?
Da dove le divisioni all’interno
di una famiglia?
E proprio di una divisione tratta
oggi
Gesù, rifiutandosi di dare una
risposta
alla richiesta di intervento dei
due
fratelli litigiosi.
Alla loro richiesta di
intervento, Gesù
dona una risposta disarmante, è
convinto
che siamo in grado di dividere
equamente
un’eredità senza tirare in ballo
Dio.
Il Dio di Gesù ci tratta da
adulti perché
ci crede capaci di accordarci
equamente.
Vero, forse.
Certo il Signore ci ammonisce;
attenti,
la ricchezza può farti credere di
essere
la soluzione ai tuoi problemi.
Gesù non è moralista, non
condanna la
ricchezza, solo ne intravvede la
pericolosità,
la ricchezza e il benessere
promettono
cose che non possono mantenere;
felicità, pace del cuore,
serenità.
Così accade al pover’uomo della
parabola,
talmente intento a gestire i suoi
risparmi,
da dimenticarsi di essere
mortale.
Facciamo nostra, amici, la
visione del
Signore; non chiediamo né
ricchezza né
povertà, come dice altrove la
Scrittura;
nella ricchezza potremmo
dimenticare
Dio, nella povertà bestemmiarlo a
causa
della miseria.
Andiamo all’essenziale nella
gestione dei
nostri beni, facciamo della
generosità la
caratteristica della nostra vita,
chiedendo
aiuto alla preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato
il tuo nome, venga il
tuo regno, sia fatta
la tua volontà come in
cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri
debiti come anche
noi li rimettiamo ai
nostri debitori,
e non abbandonarci
alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e
benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per
noi peccatori, adesso
e nell'ora della
nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e
allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e
sempre, nei secoli dei
secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.