domenica 20 ottobre 2019

Il Vangelo del Lunedì 21 Ottobre 2019


Della 29° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (4,20-25)
Fratelli, di fronte alla promessa di Dio, Abramo non esitò per incredulità, ma si
rafforzò nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli
aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento.
Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.
E non soltanto per lui è stato scritto che gli fu accreditato, ma anche per noi,
ai quali deve essere accreditato: a noi che crediamo in colui che ha risuscitato
dai morti Gesù nostro Signore, il quale è stato consegnato alla morte a causa
delle nostre colpe ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca (12,13-21) anno dispari.
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che
divida con me l’eredità».
Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche
se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un
raccolto abbondante.
Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti?
Farò così–disse–: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e
vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni.
Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni;
ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”.
Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita.
E quello che hai preparato, di chi sarà?”.
Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Gesù si rifiuta di entrare nella disputa per questioni ereditarie fra i due fratelli
del Vangelo di oggi.
Gesù sa bene che siamo perfettamente in grado di affrontare questioni di questo
genere senza tirare Dio per la giacca e senza invocare i santi.
Esiste una autonomia delle realtà terrene volute dal Creatore e Dio non interviene in
questioni che gli uomini possono risolvere lasciandosi illuminare da una coscienza retta.
È  una forte testimonianza della capacità dell’essere umano a gestire la propria
esistenza, una inconsueta testimonianza di laicità che Dio stesso vuole.
Ma, ricorda Gesù con la parabola del ricco agricoltore, i discepoli devono vegliare
sul loro rapporto coi beni materiali e col denaro.
Gesù non condanna la ricchezza frutto del lavoro dell’uomo.
Ma ammonisce; la ricchezza è un inganno perché promette ciò che non può mantenere.
Perciò, meglio l’umiltà che la ricchezza, non è facile credere a questo, ma io non sono
ricco, ma vivo con dignità anche con poco, al resto ci pensa il Signore e la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.