Della 24° settimana del Tempo Ordinario.
San Matteo,
Apostolo ed Evangelista.
Prima Lettura
Cristo ha dato ad
alcuni di essere
apostoli, ad altri
di essere evangelisti.
Dalla lettera di san
Paolo apostolo
agli Efesìni
(4,1-7.11-13)
Fratelli, io,
prigioniero a motivo del
Signore, vi esorto:
comportatevi in
maniera degna della
chiamata che avete
ricevuto, con ogni
umiltà, dolcezza e
magnanimità,
sopportandovi a vicenda
nell’amore, avendo a
cuore di conservare
l’unità dello spirito
per mezzo del
vincolo della pace.
Un solo corpo e un
solo spirito, come una
sola è la speranza
alla quale siete stati
chiamati, quella della
vostra vocazione;
un solo Signore, una
sola fede, un
solo battesimo.
Un solo Dio e Padre di
tutti, che è al di
sopra di tutti, opera
per mezzo di tutti
ed è presente in
tutti.
A ciascuno di noi,
tuttavia, è stata data la
grazia secondo la
misura del dono di Cristo.
Ed egli ha dato ad
alcuni di essere apostoli,
ad altri di essere
profeti, ad altri ancora di
essere evangelisti, ad
altri di essere pastori
e maestri, per
preparare i fratelli a compiere
il ministero, allo
scopo di edificare il corpo
di Cristo, finché
arriviamo tutti all’unità
della fede e della
conoscenza del Figlio di
Dio, fino all’uomo
perfetto, fino a
raggiungere la misura
della pienezza di Cristo.
Parola di Dio.
Vangelo
Non sono venuto a
chiamare i giusti,
ma i peccatori.
Dal Vangelo secondo
Matteo (9,9-13) anno pari.
In quel tempo, mentre
andava via, Gesù
vide un uomo, chiamato
Matteo, seduto al
banco delle imposte, e
gli disse: «Seguimi».
Ed egli si alzò e lo
seguì.
Mentre sedeva a tavola
nella casa,
sopraggiunsero molti
pubblicani e
peccatori e se ne
stavano a tavola
con Gesù e con i suoi
discepoli.
Vedendo ciò, i farisei
dicevano ai suoi
discepoli: «Come mai
il vostro maestro
mangia insieme ai
pubblicani e
ai peccatori?».
Udito questo, disse:
«Non sono i sani che
hanno bisogno del
medico, ma i malati.
Andate a imparare che
cosa vuol dire:
“Misericordia io
voglio e non sacrifici”.
Io non sono venuto
infatti a chiamare
i giusti, ma i
peccatori».
Parola del Signore.
Riflessione personale
sul Vangelo di oggi.
Matteo non si aspettava salvezza,
né la meritava.
Troppi compromessi, troppe
rinunce alla
legalità nella sua vita per poter
osare tanto.
La vita per lui era diventata,
ormai, potere e
denaro, timore e rispetto da
parte degli altri.
Non si aspettava nulla. E invece.
La durezza di Levi, l’alto muro
eretto
per difendere la propria vita si
schianta
in un attimo, si sbriciola quando
vede
nello sguardo del Nazareno amore,
rispetto, verità.
Matteo era abituato agli insulti
di chi
pagava, attraverso di lui, l’iniqua
tassa
imposta da Roma imperiale.
Collaborazionista e ladro, non
temeva
lo sprezzo dei suoi amici.
No, non meritava alcuna
compassione.
E, invece, ne riceve.
E l’inatteso, e l’inaudito, come
sempre,
scatena la gioia, produce il
brivido;
Matteo si scioglie, lascia tutto,
fa festa;
come Abramo rischia tutto, ma sa
di
scommettere sul giusto.
Troppe volte ci avviciniamo a Dio
come
quando compiliamo la
dichiarazione dei
redditi; meno si dichiara e meno
si paga!
No, amici, qui è di luce che si
parla,
di tenerezza e di serenità, di
pace e
di conversione.
Questo Dio che ci viene a stanare
per
offrirci amore, questo Dio che
soffre
come un amante ferito quando non
viene
ricambiato, è lì che ci aspetta.
Per quanto tempo fuggiremo l’unica
cosa che davvero ci può rendere
felici?
San Matteo-di cui oggi ricordiamo
la
festa-ci insegni cosa significa
ottenere
una misericordia bruciante, che
ti fa alzare
e lasciare tutto ciò che credevi
essenziali
alla tua vita, con l’aiuto della
preghiera!
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato
il tuo nome, venga il
tuo regno, sia fatta
la tua volontà come in
cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri
debiti come anche
noi li rimettiamo ai
nostri debitori,
e non abbandonarci
alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e
benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per
noi peccatori, adesso
e nell'ora della
nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e
allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e
sempre, nei secoli dei
secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.