Della 23° settimana del Tempo Ordinario.
San Pietro Claver,
sacerdote.
Prima Lettura
Mi sono fatto tutto
per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno.
Dalla prima lettera di
san Paolo apostolo ai Corìnzi (9,16-19.22b-27)
Fratelli, annunciare
il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità
che mi si impone: guai
a me se non annuncio il Vangelo!
Se lo faccio di mia
iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio
di mia iniziativa, è un
incarico che mi è stato affidato.
Qual è dunque la mia
ricompensa?
Quella di annunciare
gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto
conferitomi dal
Vangelo.
Infatti, pur essendo
libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il
maggior numero; mi
sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno.
Ma tutto io faccio per
il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io.
Non sapete che, nelle
corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo conquista il premio?
Correte anche voi in
modo da conquistarlo!
Però ogni atleta è
disciplinato in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona
che appassisce, noi
invece una che dura per sempre.
Io dunque corro, ma
non come chi è senza mèta; faccio pugilato, ma non come
chi batte l’aria; anzi
tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, perché
non succeda che, dopo
avere predicato agli altri, io stesso venga squalificato.
Parola di Dio.
Vangelo
Può forse un cieco
guidare un altro cieco?
Dal Vangelo secondo
Luca (6,39-42) anno pari.
In quel tempo, Gesù
disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un
cieco guidare un altro
cieco?
Non cadranno tutti e
due in un fosso?
Un discepolo non è più
del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato,
sarà come il suo
maestro.
Perché guardi la
pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi
della trave che è nel
tuo occhio?
Come puoi dire al tuo
fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel
tuo occhio”, mentre tu
stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio?
Ipocrita! Togli prima
la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere
la pagliuzza
dall’occhio del tuo fratello».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
L’ipocrisia religiosa è quella
della peggiore specie, per il fatto che essa si
copre di atteggiamenti legati al
mondo della fede, per nascondere in realtà,
una grande durezza di cuore e
un’incapacità di riconoscere veramente
quello che siamo.
Infatti, presumere di essere
guide per gli altri, significa essere convinti, nel
nostro cuore, di essere capaci di
insegnare qualcosa a qualcuno.
È questo il problema; noi che per
primi abbiamo bisogno di misericordia e di
perdono da parte di Dio, ci
sentiamo in dovere di indicare agli altri la via
della salvezza è
solamente presunzione.
Quella salvezza, beninteso, per
la quale noi spesso non facciamo nemmeno
uno sforzo per ottenerla.
Queste parole di Gesù, quindi, ci
invitano in maniera perentoria a cambiare il
nostro cuore, prima di presumere
di insegnare agli altri come cambiare il loro.
Perciò amici, umiltà e preghiera
prima di parlare.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio,
ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.