mercoledì 11 dicembre 2019

Il Vangelo del Giovedì 12 Dicembre 2019


Della 2° settimana di Avvento.
Beata Vergine Maria di Guadalupe.
L’attesa è compiuta.
1° Lettura dal libro del profeta Isaìa (41,13-20)
Io sono il Signore, tuo Dio, che ti tengo per la destra e ti dico: «Non temere,
io ti vengo in aiuto».
Non temere, vermiciattolo di Giacobbe, larva d'Israele; io vengo in tuo
aiuto-oràcolo del Signore-, tuo redentore è il Santo d'Israele.
Ecco, ti rendo come una trebbia acuminata, nuova, munita di molte punte;
tu trebbierai i monti e li stritolerai, ridurrai i colli in pula.
Li vaglierai e il vento li porterà via, il turbine li disperderà.
Tu, invece, gioirai nel Signore, ti vanterai del Santo d'Israele.
I miseri e i poveri cercano acqua ma non c'è; la loro lingua è riarsa per la sete.
Io, il Signore, risponderò loro, io, Dio d'Israele, non li abbandonerò.
Farò scaturire fiumi su brulle colline, fontane in mezzo alle valli; cambierò
il deserto in un lago d'acqua, la terra arida in zona di sorgenti.
Nel deserto pianterò cedri, acacie, mirti e ulivi; nella steppa porrò cipressi,
olmi e abeti; perché vedano e sappiano, considerino e comprendano a un tempo
che questo ha fatto la mano del Signore, lo ha creato il Santo d'Israele.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Matteo (11,11-15) anno pari.
In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna
non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel
regno dei cieli è più grande di lui.
Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce
violenza e i violenti se ne impadroniscono.
Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni.
E, se volete comprendere, è lui quell’Elìa che deve venire.
Chi ha orecchi, ascolti!».              
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Quanto tempo della nostra vita è trascorso nell’attesa!
Si attende il treno al mattino per andare a lavorare, si attende l’amico o l’amica
per trovare compagnia, si attende l’innamorato o l’innamorata per raccontare
e gioire, si attende la visita del medico per calmare l’ansia, si attende lo stipendio
alla fine del mese, quando ormai non si ha più niente.
Si attende il figlio che non torna la notte, si attende il marito che torna dal lavoro.
Attende la famiglia tempi migliori, attende la società un governo di giustizia,
attendono i popoli la pace sospirata.
Attendeva il popolo di Israele la salvezza, il giusto, la pienezza dei tempi,
il mondo nuovo, la fine della prigionia.
Pioggia mandaci il giusto, rugiada fa nascere il salvatore.
E finalmente il tempo si compì.
Nel deserto si alza una voce, appare una figura profetica che non ha paura di
sferzare la gente e di provocare la coscienza.
In questo nostro tempo sta capitando qualcosa di inaudito, di completamente
nuovo, di grande nel mondo.
Dio vuol tornare ad essere speranza per tutti, gioia e consolazione dei poveri,
giustizia per i molti diseredati, salvezza per i nostri innumerevoli peccati.
Dio vuol venire ad abitare su questa terra.
Questa è la notizia sconvolgente che deve farci accapponare la pelle.
Ma ci rendiamo conto?
Dio non è più l’irraggiungibile, colui che non si può nominare, ma viene
ad abitare in mezzo a noi.
Che umanità gli presentiamo?
Con le nostre vite di oggi lo sappiamo individuare o immersi come siamo nei
nostri loschi affari o nelle nostre mediocrità non ci accorgeremo nemmeno,
che Lui è in mezzo a noi.
C’è da cambiare testa se vogliamo riuscire a capire quello che Dio ci dona.
È l’annuncio che l’attesa è finita.
È nato un nuovo mondo.
Per questo Giovanni è un grande, proprio perché chiude una attesa e apre
all’infinito di Dio.
Nel regno dei cieli il centro sarà Gesù, tutti gli altri che lo hanno preceduto
non potranno essere che minimi.
Ma proprio perché c’è Gesù.
Anche il più piccolo dopo di Lui è figlio di Dio, non è battezzato solo con
acqua, ma sarà abitato dallo Spirito.
L’attesa che si compie è vita radicalmente nuova, insperata, oltre ogni nostra
possibilità e immaginazione.
La Nuova Alleanza stabilita con Gesù è speranza di un’attesa certa del regno
definitivo di Dio.
Ma questa speranza dove la trovo?
Nella nostra consapevolezza di essere figli di Dio e nella preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.

Perchè non c'è stato sesso, tra Maria e Giuseppe?

Una riflessione anche per il nostro matrimonio.
Parliamo del matrimonio cristiano vissuto sull'esempio della
Sacra Famiglia di Nazareth.
Vorrei parlarvi di una coppia che ha formato una famiglia; quella costituita
dalla Vergine Maria e da San Giuseppe.
Per spiegare la singolarità delle loro nozze, bisogna tener presente una verità;
può esserci stato matrimonio anche senza unione fisica.
Questo caso può verificarsi per tre motivi; perché i sensi, già soddisfatti, sono
diventati insensibili; perché gli sposi, dopo essersi uniti, hanno fatto voto a Dio
di rinunciare al piacere per dedicarsi alle più sublimi estasi dello spirito, e infine
perché gli sposi, nonostante il matrimonio, hanno fatto voto di verginità,
rinunciando ai propri diritti reciproci.
E la verginità è risultata essere il centro di attrazione di questa unione.
Una cosa è rinunciare ai piaceri della vita coniugale perché ormai stanchi,
e un’altra molto diversa è rinunciarvi prima di averli provati per formare solo
un’unione di cuori, com'è avvenuto nel matrimonio tra Maria e Giuseppe.
Si sono uniti come due stelle che non si toccano mai mentre i loro raggi
luminosi si incrociano nello spazio.
È stato un matrimonio simile a quello che accade in primavera tra i fiori che
uniscono i loro profumi o a due strumenti che uniscono le proprie melodie
all’unisono formandone una sola.
Gli sposi, rinunciando ai loro diritti reciproci per un motivo più elevato, non
distruggono l’essenza del matrimonio, perché come dice Sant’Agostino: “la
base di un matrimonio d’amore è l’unione dei cuori”.
Perchè era necessario il matrimonio visto il voto di verginità?
Questo ci porta a una domanda; perché è stato necessario il matrimonio visto
che la Vergine e San Giuseppe avevano fatto voto di verginità?
Il matrimonio era necessario nonostante il voto di verginità per preservare la
Vergine da qualsiasi sospetto finché non fosse arrivato il momento di svelare
il mistero della nascita di Gesù.
È stato infatti considerato che Nostro Signore fosse figlio di San Giuseppe.
In questo modo, la nascita di Cristo non è stata esposta al pubblico ludibrio
e non è stata motivo di scandalo per i deboli nella fede.
In questo modo, inoltre, la purezza di Maria ha potuto avere un testimone in Giuseppe.
Ogni privilegio della grazia deve però avere il suo corrispettivo, e Maria e Giuseppe
hanno dovuto pagarlo con il loro dolore più grande.
L’Angelo non aveva detto alla Vergine di rivelare l’opera dello Spirito Santo
che si era compiuta in lei, e per questo Maria ha taciuto.
San Giuseppe, non riuscendo a spiegarsi il fenomeno, ha pensato di ripudiarla.
Una volta, la Vergine ha fatto questa rivelazione a un santo: “Non ho mai
sperimentato un’angoscia tanto intensa, ad eccezione di quella del Golgòta,
come quella che ho provato dovendo dare involontariamente un dispiacere
a Giuseppe, che era un uomo giusto”.
San Giuseppe soffriva non riuscendo a comprendere l’accaduto; sapeva che
Maria, come lui, aveva fatto voto di verginità, e per questo la considerava al
di sopra di ogni sospetto e non si azzardava neanche a pensare che potesse
avere qualche colpa.
Come avrebbe dovuto spiegarselo, allora?
La sorpresa del casto Giuseppe era paragonabile a quella della Vergine Maria
quando al momento dell’Annunciazione ha chiesto: “Come può accadere se
non conosco uomo?”.
Maria voleva sapere come avrebbe potuto essere vergine e madre allo stesso
tempo, e San Giuseppe non sapeva come poter essere vergine e padre.
L’Angelo del Signore ha spiegato a entrambi che solo Dio aveva il potere
di fare una cosa simile, non la scienza umana.
Possono penetrare questi misteri solo coloro che comprendono la voce degli angeli.
Visto che San Giuseppe voleva ripudiare in segreto Maria, l’Angelo è intervenuto;
non appena questo pensiero si è affacciato alla mente del santo, un angelo gli
è apparso in sogno e gli ha detto: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene
dallo Spirito Santo.
Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù; Egli infatti salverà il suo popolo
dai suoi peccati”. (Matteo 1, 20-21).
In questo modo, conoscendo le ragioni della nascita di Gesù, San Giuseppe ha
potuto ritrovare la pace.
La sua anima si è riempita di felicità per la notizia che sarebbe stato il padre
putativo del Salvatore del mondo e guardiano protettore della Madre di Colui
che i cieli non riescono a contenere.
San Giuseppe era giovane o anziano?
Passiamo ora alla seconda domanda; San Giuseppe era giovane o anziano?
La maggior parte delle sculture e dei quadri ci presenta un San Giuseppe anziano,
con una lunga barba bianca, ma non esistono dati storici che indichino la sua età.
Se cerchiamo i motivi per i quali l’arte lo rappresenta anziano, scopriamo che
la ragione risiede nel fatto che questa caratteristica si addice di più al suo ruolo
di custode della verginità di Maria.
Notiamo tuttavia che l’arte ha fatto di San Giuseppe uno sposo puro e casto più
per età che per virtù.
Questo assomiglia al fatto di credere che il modo migliore di rappresentare un
uomo onesto, incapace di rubare, sia dipingerlo senza mani.
In primo luogo si dimentica che negli anziani possono ardere gli stessi desideri
negativi che ardono nei giovani.
Abbiamo un esempio nel caso di Susanna, perché coloro che la tentarono nel
giardino erano anziani.
Rappresentando San Giuseppe tanto anziano, si dà un merito all’età di un uomo
e non alla sua virtù.
Giudicare San Giuseppe puro perché anziano è come voler lodare un torrente
di montagna che manca di acqua.
Sembra anche logico pensare che Nostro Signore preferisse scegliere come
padre putativo un uomo che sapeva e voleva sacrificarsi e non uno che si
vedeva costretto a farlo.
È poi presumibile che Dio volesse dare un anziano come compagno a una
ragazza giovane?
Se il Signore ha affidato dalla Croce sua madre a un giovane come San Giovanni,
perché doveva legarla a un anziano fin dagli albori della vita?
L’amore della donna determina quello dell’uomo.
La donna è educatrice silenziosa della virilità del suo sposo.
Essendo Maria il simbolo della verginità e la sublime ispiratrice della purezza
per tutti, perché non avrebbe dovuto impiegare questa sua caratteristica con il
suo Giuseppe, il giusto?
La Vergine conquistò il cuore del suo giovane sposo non con la diminuzione
dell’amore, ma sublimandolo.
A mio avviso, quindi, quando si è sposato con la Vergine, Giuseppe era un
uomo giovane, forte, virile, atletico e casto; un prototipo dell’uomo che si può
vedere oggi mentre pasce un gregge in un prato o mentre pilota un aereo, o nel
laboratorio di un falegname.
Non un impotente, ma al contrario traboccante di virilità maschile; non un
frutto secco, ma un fiore pieno di promesse; non al tramonto della vita,
ma all’alba, effondendo energia, forza e passione.
Come si ingigantiscono le figure della Madonna e di San Giuseppe quando,
soffermandosi a esaminare la loro vita, scopriamo in essa il Primo Poema d’Amore!
Il cuore umano non si commuove davanti all’amore di un anziano per una ragazza
giovane, ma come non ammirare profondamente l’amore di due giovani uniti da
un vincolo divino?
Maria e Giuseppe erano entrambi giovani, belli e pieni di promesse.
Dio predilige le cataratte impetuose e le cascate turbolente, ma sono certo che
le preferisce quando con l’energia che sprigionano si illuminano le città e con
le loro acque si placa la sete di un bambino a quando con il loro impeto
travolgono i fiori sbocciati sulla riva.
In Maria e Giuseppe non troviamo una cascata di acque pure e incanalate né
un lago secco, ma due giovani che prima di conoscere la bellezza di una e la
potente forza dell'altro rinunciano a goderne per donarsi interamente alla
“passione senza passione” e all’impetuosa calma di Gesù.
Maria e Giuseppe portarono nel loro matrimonio non solo il voto di verginità,
ma anche due cuori pieni di un grande amore, più grande di qualsiasi altro
amore che un cuore umano abbia mai potuto contenere.
Nessuna coppia di persone sposate si è mai amata tanto.
Posso chiedere alle persone sposate: “A cosa aspirate dopo esservi amati?”.
All’Infinito, a un’estasi eterna, senza fine.
Ma non si può provare nella sua pienezza, perché l’Infinito a cui aspira la
loro anima è imprigionato dal corpo.
Questo ostacola il progresso verso Dio al quale si tende.
In cielo, però, non sarà necessaria l’unione dei corpi, perché l’amore sarà infinito.
Ecco perché Dio ha detto che in cielo non esisteranno matrimoni.
Non saranno necessarie le apparenze, perché avremo la sostanza.
Ci affanneremmo per un raggio di sole riflesso in uno specchio potendo
goderne direttamente?
Maria e Giuseppe hanno già provato la gioia senza pari che è il possesso
dell’amore eterno del cielo, senza ansie, a cui tende il nostro matrimonio in Cristo.
gli sposati hanno ora bisogno dell’unione materiale perché non possiedono la realtà di Dio.
Visto che la Madonna e San Giuseppe avevano Gesù, non desideravano nient’altro.
Si ha bisogno della comunione fisica per comprendere l’unione di Cristo con la sua Chiesa.
Loro non avevano questa necessità perché possedevano la Divinità.
Perchè, il loro matrimonio è stato consumato con Gesù.
Noi ci uniamo con i corpi, Maria e Giuseppe si sono uniti con Gesù.
Perché avrebbero voluto affannarsi dietro alle gioie effimere della carne quando
nel loro amore c’era la Luce del Mondo?
In realtà, Gesù è la voluttuosità dei cuori, per cui se Lui è presente tutto il resto è superfluo.
Come marito e moglie si dimentica se stessi contemplando il figlio appena nato nella
sua culla, (quante coppie vanno in crisi, proprio dopo il loro primo figlio!), così anche
Maria e Giuseppe non pensavano ad altro che a Gesù.
Non c’è mai stato né ci sarà mai amore più profondo su questa terra.
La Madonna e San Giuseppe non sono arrivati a Dio attraverso il loro amore
reciproco, ma hanno goduto dell’amore grande e puro dell’una per l’altro dopo
essersi rivolti prima a Gesù.
Giuseppe ha rinunciato alla paternità di sangue, ma l’ha trovata nello spirito,
perché è stato padre putativo di Gesù.
La Madonna ha rinunciato alla maternità e l’ha trovata nella propria verginità.
La Vergine Maria è stata come il giardino chiuso nel quale è penetrata solo la
Luce del Mondo, che per entrare non ha rotto nulla, come la luce del sole
attraversa i vetri ed entra in una stanza.
Dedico questo contributo a chi è sposato cristianamente e a tutti coloro che
un giorno saranno ammessi al grande mistero dell’amore.
L’esempio di Maria e Giuseppe ci serva per comprendere che il più grande
errore di una coppia sposata è credere che per il matrimonio siano necessarie
solo due persone; lui e lei. No!
Ne servono tre; lui, lei e Dio.
Permettete, marito, moglie e figli, che vi chieda di recitare insieme in famiglia,
come omaggio all’amore perfetto della Sacra Famiglia, un Rosario tutte le sere?
La preghiera di una famiglia riunita è più gradita a Dio di quella fatta
separatamente, perché la famiglia rappresenta l’unità della società.
Il cristianesimo è l’unica religione con un carattere familiare, perché ha origine
in una Madre e in un Figlio.
Se reciterete tutte le sere il santo Rosario in famiglia, la Vergine vi rivelerà il
segreto dell’Amore, e forse sussurrerete l’uno all’altro: “Ti amo, ma non
secondo la mia volontà, secondo quella di Dio”.
Se nel vostro affetto cercate solo l’amore terreno non troverete nulla, ma se
attraverso di questo cercate Dio allora avrete tutto, perché lo ripeto, perché
ci sia vero amore servono tre persone: lui, lei e Dio.
Per amore di Gesù!
Riflettiamo amici, in questo tempo di Avvento è arrivato il momento di
guardare dentro il nostro matrimonio, senza ipocrisie, ma con semplicità
e coraggio, se facciamo fatica, preghiamo Maria e Giuseppe, loro possono
aiutarci, buon cammino di Avvento a tutti voi amici, Fausto