lunedì 3 febbraio 2025

Il Vangelo del Martedì 4 Febbraio 2025

 

Della 4° settimana del Tempo Ordinario.

San Giuseppe da Leonessa, cappuccino.

Prima Lettura.

Corriamo con perseveranza nella

corsa che ci sta davanti.

Dalla lettera agli Ebrei (12,1-4)

Fratelli, anche noi, circondati da tale

moltitudine di testimoni, avendo deposto

tutto ciò che è di peso e il peccato che

ci assedia, corriamo con perseveranza

nella corsa che ci sta davanti, tenendo

fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà

origine alla fede e la porta a compimento.

Egli, di fronte alla gioia che gli era posta

dinanzi, si sottopose alla croce,

disprezzando il disonore, e siede alla

destra del trono di Dio.

Pensate attentamente a colui che ha

sopportato contro di sé una così grande

ostilità dei peccatori, perché non vi

stanchiate perdendovi d'animo.

Non avete ancora resistito fino al

sangue nella lotta contro il peccato.

Parola di Dio.

Vangelo.

Fanciulla, io ti dico: Àlzati!

Dal Vangelo secondo

Marco (5,21-43) anno dispari.

In quel tempo, essendo Gesù passato di

nuovo in barca all'altra riva, gli si radunò

attorno molta folla ed egli stava

lungo il mare.

E venne uno dei capi della sinagoga, di

nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si

gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza:

«La mia figlioletta sta morendo: vieni a

imporle le mani, perché sia salvata e viva».

Andò con lui.

Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

Ora una donna, che aveva perdite di sangue

da dodici anni e aveva molto sofferto per

opera di molti medici, spendendo tutti i

suoi averi senza alcun vantaggio, anzi

piuttosto peggiorando, udito parlare di

Gesù, venne tra la folla e da dietro

toccò il suo mantello.

Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo

a toccare le sue vesti, sarò salvata».

E subito le si fermò il flusso di sangue

e sentì nel suo corpo che era guarita

dal male.

E subito Gesù, essendosi reso conto della

forza che era uscita da lui, si voltò alla

folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?».

I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la

folla che si stringe intorno a te e dici: "Chi

mi ha toccato?"».

Egli guardava attorno, per vedere colei

che aveva fatto questo.

E la donna, impaurita e tremante, sapendo

ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò

davanti e gli disse tutta la verità.

Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede

ti ha salvata.

Va' in pace e sii guarita dal tuo male».

Stava ancora parlando, quando dalla casa

del capo della sinagoga vennero a dire:

«Tua figlia è morta.

Perché disturbi ancora il Maestro?».

Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse

al capo della sinagoga: «Non temere,

soltanto abbi fede!».

E non permise a nessuno di seguirlo,

fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni,

fratello di Giacomo.

Giunsero alla casa del capo della sinagoga

ed egli vide trambusto e gente che

piangeva e urlava forte.

Entrato, disse loro: «Perché vi agitate

e piangete?

La bambina non è morta, ma dorme».

E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti

fuori, prese con sé il padre e la madre

della bambina e quelli che erano con

lui ed entrò dove era la bambina.

Prese la mano della bambina e le disse:

«Talità kum», che significa: «Fanciulla,

io ti dico: àlzati!».

E subito la fanciulla si alzò e camminava;

aveva infatti dodici anni.

Essi furono presi da grande stupore.

E raccomandò loro con insistenza che

nessuno venisse a saperlo e disse di

darle da mangiare.

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Due storie di dolore, due tragedie di quelle

che ci fanno alzare il pugno contro il fatto.

O contro Dio.

Ma Giàiro e l’emorroissa non maledicono,

implorano.

Implorano salvezza, implorano guarigione,

implorano luce.

L’annotazione di Marco è tragica; la donna

soffre di emorragia da dodici anni.

Dodici è il numero della pienezza, della

totalità, della perfezione; il suo è un

dolore perfetto.

Peggio; nelle rigide norme igieniche

della Bibbia la donna mestruata è impura,

non può essere toccata.

Questa donna vive nella solitudine

assoluta da dodici anni.

E nell’implacabile giudizio della gente.

È una poco di buono, nessuno la vuole.

Se aveva un marito ora, certamente,

se n'è andato.

E lei, l’impura, tocca il puro che

non si contamina.

E la guarisce.

Tutti toccano il Maestro, una sola ne ruba

la potenza e il segreto, una sola viene sanata.

Una sola lo tocca con la fede della

disperazione assoluta, la donna sola,

la donna abbandonata da tutti.

Ma non da Dio.

Chi ci separerà dall’amore di Cristo?, se

Egli desidera più di ogni altra cosa di

tenerci stretto a Lui, anche se siamo

impuri e peccatori?

Per questo, amici, dobbiamo sempre pregare.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.