Della 4° settimana del Tempo Ordinario.
San Giuseppe da Leonessa, cappuccino.
Prima Lettura.
Corriamo con perseveranza nella
corsa che ci sta davanti.
Dalla lettera agli Ebrei (12,1-4)
Fratelli, anche noi, circondati da tale
moltitudine di testimoni, avendo deposto
tutto ciò che è di peso e il peccato che
ci assedia, corriamo con perseveranza
nella corsa che ci sta davanti, tenendo
fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà
origine alla fede e la porta a compimento.
Egli, di fronte alla gioia che gli era posta
dinanzi, si sottopose alla croce,
disprezzando il disonore, e siede alla
destra del trono di Dio.
Pensate attentamente a colui che ha
sopportato contro di sé una così grande
ostilità dei peccatori, perché non vi
stanchiate perdendovi d'animo.
Non avete ancora resistito fino al
sangue nella lotta contro il peccato.
Parola di Dio.
Vangelo.
Fanciulla, io ti dico: Àlzati!
Dal Vangelo secondo
Marco (5,21-43) anno dispari.
In quel tempo, essendo Gesù passato di
nuovo in barca all'altra riva, gli si radunò
attorno molta folla ed egli stava
lungo il mare.
E venne uno dei capi della sinagoga, di
nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si
gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza:
«La mia figlioletta sta morendo: vieni a
imporle le mani, perché sia salvata e viva».
Andò con lui.
Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue
da dodici anni e aveva molto sofferto per
opera di molti medici, spendendo tutti i
suoi averi senza alcun vantaggio, anzi
piuttosto peggiorando, udito parlare di
Gesù, venne tra la folla e da dietro
toccò il suo mantello.
Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo
a toccare le sue vesti, sarò salvata».
E subito le si fermò il flusso di sangue
e sentì nel suo corpo che era guarita
dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della
forza che era uscita da lui, si voltò alla
folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?».
I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la
folla che si stringe intorno a te e dici: "Chi
mi ha toccato?"».
Egli guardava attorno, per vedere colei
che aveva fatto questo.
E la donna, impaurita e tremante, sapendo
ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò
davanti e gli disse tutta la verità.
Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede
ti ha salvata.
Va' in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa
del capo della sinagoga vennero a dire:
«Tua figlia è morta.
Perché disturbi ancora il Maestro?».
Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse
al capo della sinagoga: «Non temere,
soltanto abbi fede!».
E non permise a nessuno di seguirlo,
fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni,
fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga
ed egli vide trambusto e gente che
piangeva e urlava forte.
Entrato, disse loro: «Perché vi agitate
e piangete?
La bambina non è morta, ma dorme».
E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti
fuori, prese con sé il padre e la madre
della bambina e quelli che erano con
lui ed entrò dove era la bambina.
Prese la mano della bambina e le disse:
«Talità kum», che significa: «Fanciulla,
io ti dico: àlzati!».
E subito la fanciulla si alzò e camminava;
aveva infatti dodici anni.
Essi furono presi da grande stupore.
E raccomandò loro con insistenza che
nessuno venisse a saperlo e disse di
darle da mangiare.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Due
storie di dolore, due tragedie di quelle
che
ci fanno alzare il pugno contro il fatto.
O
contro Dio.
Ma
Giàiro e l’emorroissa non maledicono,
implorano.
Implorano
salvezza, implorano guarigione,
implorano
luce.
L’annotazione
di Marco è tragica; la donna
soffre
di emorragia da dodici anni.
Dodici
è il numero della pienezza, della
totalità,
della perfezione; il suo è un
dolore
perfetto.
Peggio;
nelle rigide norme igieniche
della
Bibbia la donna mestruata è impura,
non
può essere toccata.
Questa
donna vive nella solitudine
assoluta
da dodici anni.
E
nell’implacabile giudizio della gente.
È
una poco di buono, nessuno la vuole.
Se
aveva un marito ora, certamente,
se
n'è andato.
E
lei, l’impura, tocca il puro che
non
si contamina.
E
la guarisce.
Tutti
toccano il Maestro, una sola ne ruba
la
potenza e il segreto, una sola viene sanata.
Una
sola lo tocca con la fede della
disperazione
assoluta, la donna sola,
la
donna abbandonata da tutti.
Ma
non da Dio.
Chi
ci separerà dall’amore di Cristo?, se
Egli
desidera più di ogni altra cosa di
tenerci
stretto a Lui, anche se siamo
impuri
e peccatori?
Per
questo, amici, dobbiamo sempre pregare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato
il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta
la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri debiti come anche
noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e
benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per
noi peccatori, adesso e nell'ora della
nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e
allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e
sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.