Della 5° settimana del Tempo Ordinario.
Santa Giuseppina
Bakhita, vergine.
Prima lettura dal libro
della Gènesi (1,1-19)
In principio Dio creò
il cielo e la terra.
La terra era informe e
deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso e lo spirito
di Dio aleggiava sulle
acque.
Dio disse: «Sia la
luce!». E la luce fu.
Dio vide che la luce
era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre.
Dio chiamò la luce
giorno, mentre chiamò le tenebre notte.
E fu sera e fu
mattina: giorno primo.
Dio disse: «Sia un
firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque».
Dio fece il firmamento
e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle
acque che sono sopra
il firmamento.
E così avvenne.
Dio chiamò il
firmamento cielo.
E fu sera e fu
mattina: secondo giorno.
Dio disse: «Le acque
che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo
e appaia l'asciutto».
E così avvenne. Dio
chiamò l'asciutto terra, mentre chiamò la massa delle acque mare.
Dio vide che era cosa
buona.
Dio disse: «La terra
produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto,
che fanno sulla terra
frutto con il seme, ciascuno secondo la propria specie».
E così avvenne.
E la terra produsse
germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la
propria specie, e
alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la
propria specie.
Dio vide che era cosa
buona.
E fu sera e fu
mattina: terzo giorno.
Dio disse: «Ci siano
fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno
dalla notte; siano
segni per le feste, per i giorni e per gli anni e siano fonti di luce
nel firmamento del
cielo per illuminare la terra».
E così avvenne.
E Dio fece le due
fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore per governare
il giorno e la fonte
di luce minore per governare la notte, e le stelle.
Dio le pose nel
firmamento del cielo per illuminare la terra e per governare
il giorno e la notte e
per separare la luce dalle tenebre.
Dio vide che era cosa
buona.
E fu sera e fu
mattina: quarto giorno.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Marco
(6,53-56) anno dispari.
In quel tempo, Gesù e
i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra,
giunsero a Gennèsaret
e approdarono.
Scesi dalla barca, la
gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione,
cominciarono a
portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse.
E là dove giungeva, in
villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze
e lo supplicavano di
poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo
toccavano venivano
salvati.
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Il mantello del Signore.
Chi lo sfiora guarisce, dice
Marco.
La folla fa ressa attorno a Gesù
per poterlo vedere, ascoltare, per guarire.
Alcuni lo scambiano per un
santone guaritore, uno dei molti che calcano
le strade degli uomini, di tanto
in tanto.
Ma a lui va bene anche così;
richiama le persone all’essenziale, non spettacolarizza
ma fa della guarigione il segno
della venuta del Regno in mezzo a noi.
Anch’io sono stato sfiorato dal
mantello del Signore. Più volte.
Anche voi, amici.
Magari durante una messa che ci
ha aperto il cuore, di fronte ad una parola
del Vangelo che ci ha scossi,
durante un tramonto al mare e in montagna in
cui abbiamo misurato il limite
delle nostre pretese, davanti ad gesto di amore
puro che ci ha commosso
nell’intimo.
Continua a passare, il Signore, e
ci sfiora col suo mantello, ci guarisce nel
profondo, ci rende uomini e donne
nuovi.
E anche noi possiamo diventare
mantello del Signore che sfiora gli ammalati
e gli scoraggiati, con le nostre
parole, con la nostra pazienza, col nostro bene.
Non ci è dato di incontrare il
Signore Gesù se non attraverso dei segni, sempre
eloquenti, spesso intensi e anche
noi siamo chiamati a diventare sacramento
dell’attenzione di Dio, oggi,
domani e sempre, facendoci aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.