Del Mercoledì della Settimana Santa.
Signore Gesù, lasciaci
oggi confessare
davanti a te e donaci,
per farlo, un cuore
veramente pentito e
parole umili e sincere.
Siamo noi, Signore, che
ti abbiamo
venduto, e non una
volta sola.
Ogni giorno noi
speculiamo sulla tua
persona, e viviamo di
questo misero
guadagno; noi, quelli
che Tu ami.
Ci puoi ancora
sopportare così intimi nella
tua casa, a mangiare il
pane delle tue
lacrime e a bere il
sangue del tuo dolore?
Quasi per niente
venduto da noi, Tu ci
hai comprati, Signore,
al prezzo infinito
del tuo sangue.
Fà, Ti preghiamo, che,
attraverso la ferita
del tuo cuore, possiamo
essere introdotti
e stabiliti per sempre
nella comunione
del tuo amore. Amen.
San Vincenzo Ferreri,
Sacerdote.
Prima Lettura
Non ho sottratto la
faccia agli insulti e agli
sputi. (Terzo canto
del Servo del Signore)
Dal libro del profeta
Isaìa (50,4-9a)
Il Signore Dio mi ha
dato una lingua da
discepolo, perché io
sappia indirizzare
una parola allo
sfiduciato.
Ogni mattina fa
attento il mio orecchio
perché io ascolti come
i discepoli.
Il Signore Dio mi ha
aperto l'orecchio e io
non ho opposto
resistenza, non mi sono
tirato indietro.
Ho presentato il mio
dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro
che mi strappavano
la barba; non ho
sottratto la faccia agli
insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi
assiste, per questo non
resto svergognato, per
questo rendo la
mia faccia dura come
pietra, sapendo
di non restare confuso.
È vicino chi mi rende
giustizia: chi oserà
venire a contesa con
me? Affrontiamoci.
Chi mi accusa? Si
avvicini a me.
Ecco, il Signore Dio
mi assiste: chi mi
dichiarerà colpevole?
Parola di Dio.
Vangelo
Il Figlio dell'uomo
se ne va, come sta
scritto di lui; ma
guai a quell'uomo dal
quale il Figlio
dell'uomo viene tradito!
Dal Vangelo secondo
Matteo (26,14-25) anno dispari.
In quel tempo, uno dei
Dodici, chiamato
Giuda Iscariòta, andò
dai capi dei sacerdoti
e disse: «Quanto
volete darmi perché io
ve lo consegni?».
E quelli gli fissarono
trenta monete d'argento.
Da quel momento
cercava l'occasione
propizia per
consegnare Gesù.
Il primo giorno degli
Ázzimi, i discepoli
si avvicinarono a Gesù
e gli dissero: «Dove
vuoi che prepariamo
per te, perché tu possa
mangiare la Pasqua?».
Ed egli rispose:
«Andate in città, da un
tale, e ditegli:
"Il Maestro dice: Il mio
tempo è vicino; farò
la Pasqua da te
con i miei
discepoli"».
I discepoli fecero
come aveva loro
ordinato Gesù, e
prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si
mise a tavola con i Dodici.
Mentre mangiavano,
disse: «In verità io
vi dico: uno di voi mi
tradirà».
Ed essi, profondamente
rattristati,
cominciarono ciascuno
a domandargli:
«Sono forse io,
Signore?».
Ed egli rispose:
«Colui che ha messo con me
la mano nel piatto, è
quello che mi tradirà.
Il Figlio dell'uomo se
ne va, come sta
scritto di lui; ma
guai a quell'uomo dal
quale il Figlio
dell'uomo viene tradito!
Meglio per quell'uomo
se non fosse mai nato!».
Giuda, il traditore,
disse: «Rabbì, sono forse io?».
Gli rispose: «Tu l'hai
detto».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
La pagina del Vangelo di oggi è
una pagina
forte e tragica, che ci induce a
riflettere su
come le circostanze della vita,
laddove a
noi sembrano troncarsi e non
avere più
futuro, possono invece essere
trattate da
Dio, in modo tale da servire per
i suoi
disegni di salvezza.
È ancora Giuda al centro della
scena;
Giuda che in apparenza, con il
suo
tradimento, mette fine alla vita
terrena
di Cristo e quindi alla carriera
del Maestro.
Giuda tradisce; Gesù sarà
catturato,
torturato e ucciso, non
passeggerà più
nel tempio, né camminerà in lungo
e
in largo per la Palestina ad
annunziare
che il Padre suo l’ha mandato.
È dunque la fine ciò che segue al
tradimento di Giuda.
I discepoli di Emmaus, tornando
molto
tristi alla loro casa, dopo che
Gesù era stato
ucciso e sepolto, pensavano
proprio così.
Ma dove sembra agli uomini di
avere
troncato i disegni di Dio, questi
disegni
che non si lasciano mai fermare
dagli
uomini, continuano proprio
attraverso
quella che sembrerebbe la loro
fine.
È morendo che Gesù ci salva.
Giuda stesso, col suo tradimento,
è l’inconsapevole strumento di
questa
salvezza, è riflessione di
profonda fede.
Molto spesso noi, giudicando
umanamente
gli avvenimenti e le cose, siamo
indotti
a pensare che il bene è finito,
che la
speranza è morta, che non ci sono
altre
prospettive che il male, che i
cattivi e coloro
che operano contro la causa di
Dio, a
qualsiasi titolo, hanno giocato l’ultima
mossa e hanno vinto la partita.
La verità del Vangelo è questa,
non è che
questa mossa non possa essere
giocata,
e che coloro che la giocano non
abbiano
l’impressione di aver veramente
partita vinta.
Quand’anche avessero partita
vinta dal loro
punto di vista, da quello di Dio
invece è pur
sempre una partita perduta,
perché è Dio
che vince.
Il senso profondo della
Provvidenza
splende in modo evidentissimo
nella
vicenda di Gesù.
Questa è la maniera confortante e
coraggiosa di leggere i fatti
della vita.
Noi non saremo traditi da un
Giuda, ma
certo i fatti della vita ci
contrasteranno
più di una volta, ci fermeranno
più di una
volta; in quel momento, non
dovremo,
rassegnati, dire tra noi: «È
finita», ma
dovremo credere che, dove le
circostanze
ci fermano, Dio ci conduce
avanti.
Fu certo questa la fede profonda
del Cristo,
la convinzione totale del suo
cuore che
vedeva Dio, mentre camminava
verso la
sua croce, e uomini come Giuda si
staccavano per sempre da Lui.
È questa la convinzione che deve
condurci nella vita di ogni
giorno.
Le cose che accadono non
fermeranno Dio,
né la verità, né la pace che noi
desideriamo
per questo mondo.
Tutto questo può sembrare utopia,
ma non
lo è; è fede e speranza da figli
di Dio, è
certezza da santi, è precisamente
la
convinzione fondamentale che ci
serve
oggi per vivere le nostre grandi
giornate
da cristiani in un mondo che ha
proprio
bisogno di questo, di grandi giornate
da cristiani.
Riproponiamoci questa riflessione
semplice ma grande.
Non è mai vero che, quando Giuda
tradisce
e Gesù muore, è finito qualche
cosa.
È sempre vero che la mano di Dio
utilizza
anche i peggiori mali, senza mai
lasciarli
vincere, per trarre dei beni
ancora più grandi.
Su questa incrollabile
fede, nel tanto o nel
poco, si deve costruire
la nostra vicenda
quotidiana e si deve
alimentare il nostro
coraggio di figli di
Dio.
Ripensiamoci per trarre
forza e gioia da
questa convinzione di
fede.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona Settimana Santa,
amici, Fausto.