martedì 4 aprile 2023

Il Vangelo del Mercoledì 5 Aprile 2023

 

Del Mercoledì della Settimana Santa.

Signore Gesù, lasciaci oggi confessare

davanti a te e donaci, per farlo, un cuore

veramente pentito e parole umili e sincere.

Siamo noi, Signore, che ti abbiamo

venduto, e non una volta sola. 

Ogni giorno noi speculiamo sulla tua

persona, e viviamo di questo misero

guadagno; noi, quelli che Tu ami.

Ci puoi ancora sopportare così intimi nella

tua casa, a mangiare il pane delle tue

lacrime e a bere il sangue del tuo dolore?

Quasi per niente venduto da noi, Tu ci

hai comprati, Signore, al prezzo infinito

del tuo sangue.

Fà, Ti preghiamo, che, attraverso la ferita

del tuo cuore, possiamo essere introdotti

e stabiliti per sempre nella comunione

del tuo amore. Amen.

San Vincenzo Ferreri, Sacerdote.

Prima Lettura

Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli

sputi. (Terzo canto del Servo del Signore)

Dal libro del profeta Isaìa (50,4-9a)

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da

discepolo, perché io sappia indirizzare

una parola allo sfiduciato.

Ogni mattina fa attento il mio orecchio

perché io ascolti come i discepoli.

Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio e io

non ho opposto resistenza, non mi sono

tirato indietro.

Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,

le mie guance a coloro che mi strappavano

la barba; non ho sottratto la faccia agli

insulti e agli sputi.

Il Signore Dio mi assiste, per questo non

resto svergognato, per questo rendo la

mia faccia dura come pietra, sapendo

di non restare confuso.

È vicino chi mi rende giustizia: chi oserà

venire a contesa con me? Affrontiamoci.

Chi mi accusa? Si avvicini a me.

Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi

dichiarerà colpevole?

Parola di Dio.

Vangelo

Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta

scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal

quale il Figlio dell'uomo viene tradito!

Dal Vangelo secondo Matteo (26,14-25) anno dispari.

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato

Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti

e disse: «Quanto volete darmi perché io

ve lo consegni?».

E quelli gli fissarono trenta monete d'argento.

Da quel momento cercava l'occasione

propizia per consegnare Gesù.

Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli

si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove

vuoi che prepariamo per te, perché tu possa

mangiare la Pasqua?».

Ed egli rispose: «Andate in città, da un

tale, e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio

tempo è vicino; farò la Pasqua da te

con i miei discepoli"».

I discepoli fecero come aveva loro

ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici.

Mentre mangiavano, disse: «In verità io

vi dico: uno di voi mi tradirà».

Ed essi, profondamente rattristati,

cominciarono ciascuno a domandargli:

«Sono forse io, Signore?».

Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me

la mano nel piatto, è quello che mi tradirà.

Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta

scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal

quale il Figlio dell'uomo viene tradito!

Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!».

Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?».

Gli rispose: «Tu l'hai detto».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

La pagina del Vangelo di oggi è una pagina

forte e tragica, che ci induce a riflettere su

come le circostanze della vita, laddove a

noi sembrano troncarsi e non avere più

futuro, possono invece essere trattate da

Dio, in modo tale da servire per i suoi

disegni di salvezza.

È ancora Giuda al centro della scena;

Giuda che in apparenza, con il suo

tradimento, mette fine alla vita terrena

di Cristo e quindi alla carriera del Maestro.

Giuda tradisce; Gesù sarà catturato,

torturato e ucciso, non passeggerà più

nel tempio, né camminerà in lungo e

in largo per la Palestina ad annunziare

che il Padre suo l’ha mandato.

È dunque la fine ciò che segue al

tradimento di Giuda.

I discepoli di Emmaus, tornando molto

tristi alla loro casa, dopo che Gesù era stato

ucciso e sepolto, pensavano proprio così.

Ma dove sembra agli uomini di avere

troncato i disegni di Dio, questi disegni

che non si lasciano mai fermare dagli

uomini, continuano proprio attraverso

quella che sembrerebbe la loro fine.

È morendo che Gesù ci salva.

Giuda stesso, col suo tradimento,

è l’inconsapevole strumento di questa

salvezza, è riflessione di profonda fede.

Molto spesso noi, giudicando umanamente

gli avvenimenti e le cose, siamo indotti

a pensare che il bene è finito, che la

speranza è morta, che non ci sono altre

prospettive che il male, che i cattivi e coloro

che operano contro la causa di Dio, a

qualsiasi titolo, hanno giocato l’ultima

mossa e hanno vinto la partita.

La verità del Vangelo è questa, non è che

questa mossa non possa essere giocata,

e che coloro che la giocano non abbiano

l’impressione di aver veramente partita vinta.

Quand’anche avessero partita vinta dal loro

punto di vista, da quello di Dio invece è pur

sempre una partita perduta, perché è Dio

che vince.

Il senso profondo della Provvidenza

splende in modo evidentissimo nella

vicenda di Gesù.

Questa è la maniera confortante e

coraggiosa di leggere i fatti della vita.

Noi non saremo traditi da un Giuda, ma

certo i fatti della vita ci contrasteranno

più di una volta, ci fermeranno più di una

volta; in quel momento, non dovremo,

rassegnati, dire tra noi: «È finita», ma

dovremo credere che, dove le circostanze

ci fermano, Dio ci conduce avanti.

Fu certo questa la fede profonda del Cristo,

la convinzione totale del suo cuore che

vedeva Dio, mentre camminava verso la

sua croce, e uomini come Giuda si

staccavano per sempre da Lui.

È questa la convinzione che deve

condurci nella vita di ogni giorno.

Le cose che accadono non fermeranno Dio,

né la verità, né la pace che noi desideriamo

per questo mondo.

Tutto questo può sembrare utopia, ma non

lo è; è fede e speranza da figli di Dio, è

certezza da santi, è precisamente la

convinzione fondamentale che ci serve

oggi per vivere le nostre grandi giornate

da cristiani in un mondo che ha proprio

bisogno di questo, di grandi giornate

da cristiani.

Riproponiamoci questa riflessione

semplice ma grande.

Non è mai vero che, quando Giuda tradisce

e Gesù muore, è finito qualche cosa.

È sempre vero che la mano di Dio utilizza

anche i peggiori mali, senza mai lasciarli

vincere, per trarre dei beni ancora più grandi.

Su questa incrollabile fede, nel tanto o nel

poco, si deve costruire la nostra vicenda

quotidiana e si deve alimentare il nostro

coraggio di figli di Dio.

Ripensiamoci per trarre forza e gioia da

questa convinzione di fede.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona Settimana Santa, amici, Fausto.