Della 34° settimana del Tempo Ordinario.
Santa Caterina di Alessandria, vergine e martire.
Prima lettura.
Recavano scritto sulla fronte il nome
di Cristo e il nome del Padre suo.
Dal libro dell’Apocalisse di
san Giovanni Apostolo (14,1-3.4b-5)
Io, Giovanni, vidi: ecco l’Agnello in
piedi sul monte Sion, e insieme a lui
centoquarantaquattromila persone,
che recavano scritto sulla fronte il
suo nome e il nome del Padre suo.
E udii una voce che veniva dal cielo,
come un fragore di grandi acque e
come un rimbombo di forte tuono.
La voce che udii era come quella di
suonatori di cetra che si accompagnano
nel canto con le loro cetre.
Essi cantano come un canto nuovo davanti
al trono e davanti ai quattro esseri viventi
e agli anziani.
E nessuno poteva comprendere quel canto
se non i centoquarantaquattromila,
i redenti della terra.
Essi sono coloro che seguono l’Agnello
dovunque vada.
Questi sono stati redenti tra gli uomini
come primizie per Dio e per l’Agnello.
Non fu trovata menzogna sulla loro
bocca: sono senza macchia.
Parola di Dio.
Vangelo.
Vide una vedova povera, che
gettava due monetine.
Dal Vangelo secondo Luca (21,4-4) anno pari.
In quel tempo, Gesù alzàti gli occhi,
vide i ricchi che gettavano le loro offerte
nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi
gettava due monetine, e disse: «In verità
vi dico: questa vedova, così povera,
ha gettato più di tutti.
Tutti costoro, infatti, hanno gettato come
offerta parte del loro superfluo.
Ella invece, nella sua miseria, ha gettato
tutto quello che aveva per vivere».
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
La
vedova getta nel tesoro del tempio
quello
che ha per vivere, non il superfluo.
Per
lei la fede è qualcosa di serio, che
coinvolge,
che cambia, che tocca il cuore.
E
il portafoglio.
La
vedova vive di elemosina o della carità
dei
famigliari; non ha la previdenza sociale,
né
chi si occupi di lei, è l’anello debole
della
società e non era raro che una
vedova
giovane dovesse prostituirsi
per
sopravvivere.
Questa
vedova getta del necessario nel
tesoro
del tempio; poche decine di euro,
una
miseria rispetto alle grandi donazioni
milionarie
dei benestanti di Gerusalemme
che
vogliono che il loro nome sia ricordato
(su
apposita targa, immagino) come uno
dei
ricostruttori del tempio.
Quel
denaro, per lei così prezioso,
probabilmente
sarà finito a pagare
l’addetto
delle pulizie, ma poco importa.
Il
suo cuore è largo, è una cosa fra lei
e
Dio, non c’entra nulla la potente classe
sacerdotale
appena ricostituita.
Gesù
nota quel gesto, quella piccola
offerta,
quel piccolo dono.
Loda
il cuore, non la quantità, è stupito
dalla
generosità, non si ferma all’apparenza.
All’inizio
della settimana, amici,
mettiamo
nel tesoro del tempio ciò che
ci
è essenziale, facciamo della nostra
vita
e della nostra preghiera, un dono.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato
il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta
la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri debiti come anche
noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e
benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per
noi peccatori, adesso e nell'ora della
nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e
allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e
sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.