mercoledì 28 giugno 2023

Il Vangelo del Giovedì 29 Giugno 2023

 

Della 12° settimana del Tempo Ordinario.

Santi Pietro e Paolo, apostoli.

Prima lettura.

Ora so veramente che il Signore mi

ha strappato dalla mano di Erode.

Dagli Atti degli Apostoli (12,1-11)

In quel tempo il re Erode cominciò a

perseguitare alcuni membri della Chiesa.

Fece uccidere di spada Giacomo,

fratello di Giovanni.

Vedendo che ciò era gradito ai Giudei,

fece arrestare anche Pietro.

Erano quelli i giorni degli Àzzimi.

Lo fece catturare e lo gettò in carcere,

consegnandolo in custodia a quattro

picchetti di quattro soldati ciascuno,

col proposito di farlo comparire davanti

al popolo dopo la Pasqua.

Mentre Pietro dunque era tenuto in carcere,

dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio

una preghiera per lui.

In quella notte, quando Erode stava per

farlo comparire davanti al popolo, Pietro,

piantonato da due soldati e legato con due

catene, stava dormendo, mentre davanti

alle porte le sentinelle custodivano il carcere.

Ed ecco, gli si presentò un angelo del

Signore e una luce sfolgorò nella cella.

Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò

e disse: «Àlzati, in fretta!».

E le catene gli caddero dalle mani.

L'angelo gli disse: «Mettiti la cintura

e légati i sandali».

E così fece.

L'angelo disse: «Metti il mantello e seguimi!».

Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si

rendeva conto che era realtà ciò che stava

succedendo per opera dell'angelo: credeva

invece di avere una visione.

Essi oltrepassarono il primo posto di

guardia e il secondo e arrivarono alla

porta di ferro che conduce in città; la

porta si aprì da sé davanti a loro.

Uscirono, percorsero una strada e a un

tratto l'angelo si allontanò da lui.

Pietro allora, rientrato in sé, disse: «Ora

so veramente che il Signore ha mandato

il suo angelo e mi ha strappato dalla mano

di Erode e da tutto ciò che il popolo dei

Giudei si attendeva».

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal 33 (34)

Ripetiamo. Il Signore mi ha liberato da ogni paura.

 

Benedirò il Signore in ogni tempo,

sulla mia bocca sempre la sua lode.

Io mi glorio nel Signore:

i poveri ascoltino e si rallegrino. R.

 

Magnificate con me il Signore,

esaltiamo insieme il suo nome.

Ho cercato il Signore: mi ha risposto

e da ogni mia paura mi ha liberato. R.

 

Guardate a lui e sarete raggianti,

i vostri volti non dovranno arrossire.

Questo povero grida e il Signore lo ascolta,

lo salva da tutte le sue angosce. R.

 

L'angelo del Signore si accampa

attorno a quelli che lo temono, e li libera.

Gustate e vedete com'è buono il Signore;

beato l'uomo che in lui si rifugia. R.

 

Seconda Lettura

Ora mi resta soltanto la corona di giustizia.

Dalla seconda lettera di san Paolo

apostolo a Timòteo (4,6-8.17-18)

Figlio mio, io sto già per essere versato

in offerta ed è giunto il momento che

io lasci questa vita.

Ho combattuto la buona battaglia, ho

terminato la corsa, ho conservato la fede.

Ora mi resta soltanto la corona di giustizia

che il Signore, il giudice giusto, mi

consegnerà in quel giorno; non solo a

me, ma anche a tutti coloro che hanno

atteso con amore la sua manifestazione.

Il Signore però mi è stato vicino e mi ha

dato forza, perché io potessi portare a

compimento l'annuncio del Vangelo e

tutte le genti lo ascoltassero: e così fui

liberato dalla bocca del leone.

Il Signore mi libererà da ogni male e mi

porterà in salvo nei cieli, nel suo regno;

a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

 

Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò

la mia Chiesa e le potenze degli inferi

non prevarranno su di essa. (Mt 16,18)

 

Alleluia, alleluia.

 

Vangelo

Tu sei Pietro, a te darò le chiavi del regno dei cieli.

Dal Vangelo secondo Matteo (16,13-19) anno dispari.

In quel tempo, Gesù, giunto nella regione

di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi

discepoli: «La gente, chi dice che sia

il Figlio dell'uomo?».

Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il

Battista, altri Elìa, altri Geremìa o

qualcuno dei profeti».

Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?».

Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo,

il Figlio del Dio vivente».

E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone,

figlio di Giona, perché né carne né sangue

te lo hanno rivelato, ma il Padre mio

che è nei cieli.

E io a te dico: tu sei Pietro e su questa

pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze

degli inferi non prevarranno su di essa.

A te darò le chiavi del regno dei cieli:

tutto ciò che legherai sulla terra sarà

legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai

sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Ci sono degli aspetti della Chiesa che

fatico a vivere e a capire, pur facendone

parte e amando questo sogno di

Dio che appartiene al suo Regno.

Ci sono degli aspetti, invece, che mi

fanno impazzire ogni volta che ci penso.

Impazzire di gioia.

La festa che oggi celebriamo, è proprio

una di queste sorprese guascone e

irriverenti che mi rendono felice e

orgoglioso di essere cristiano cattolico.

Oggi celebriamo i santi Pietro e Paolo,

il loro percorso, la loro fede, la loro lotta.

Dobbiamo, per riscoprirli, toglierli dalle

nicchie in cui li abbiamo messi, avere il

coraggio di pensare a loro come a delle

persone qualunque che hanno avuto

Dio in sorte.

Perciò ci sono simili.

Perciò ci sono necessari.

Pietro e Paolo sono così diversi,

così straordinariamente diversi!

Pietro è il pescatore di Cafarnao, uomo

semplice e rozzo, entusiasta e irruente,

generoso e fragile.

Paolo è l’intellettuale raffinato, lo

zelante persecutore, il convertito

divorato dalla passione.

Nulla avrebbe potuto mettere insieme due

persone così diverse.

Nulla. Solo Cristo.

Pietro il pescatore di Cafarnao, uomo

rude e semplice, di grande passione e

istinto, Pietro che segue il Maestro con

irruenza, poco abituato alle sottili

disquisizioni teologiche, Pietro che ama

profondamente Gesù, che ne scruta i passi,

Pietro il generoso e che sa poco di diplomazia

e il più delle volte nel Vangelo interviene

grossolanamente e a sproposito.

Pietro abituato alla fatica, con il volto

segnato da profonde rughe, con le mani

ingrossate e screpolate dalla canapa e dall’acqua.

Che ne sapeva, lui, delle profezie e delle

diatribe tra rabbini?

Uomo di sangue e di concretezza, uomo

di lago e di pesci, Gesù lo ha scelto per

la sua cocciutaggine, per la sua tempra.

Pietro che viene scelto, proprio lui, non

Giovanni il mistico, per essere il capo del

gruppo, per garantire nella fede i fratelli.

Pietro stranito e confuso da questo nuovo

ruolo, decisamente fuori dalle sue corde.

La storia di Pietro ha così un’impennata

inattesa, brutale; Pietro dovrà essere

masticato dalla croce, sbattere pesantemente

il naso contro il proprio limite, piangere

amaramente la propria fragilità per diventare

il punto di riferimento dei cristiani.

Nessuno di noi conosce la propria fede

fino a quando questa non è messa alla

prova; così Pietro che si sentiva ormai

adulto nella fede, fondato nelle sue

convinzioni, deve fare i conti con la sua

paura e rinnega il Maestro e piange.

Pietro che troviamo, dopo il suo fallimento,

presso il lago di Tiberiade, dove lo aspetta

il risorto che gli chiede, ora, di amarlo.

E Pietro abbassa lo sguardo, sente tagliente

bruciare la ferita dentro di sé.

Eppure crede, eppure ama; ora sì, è

davvero capace di confermare i fratelli,

ora sì, sul serio, può accompagnare il

cammino dei fratelli.

Grande Pietro, noi ti amiamo.

Non migliore ma vero, autentico,

capace di piangere i tuoi sbagli.

Per questo pianto noi ti amiamo, Pietro,

per questo silente singhiozzare di cane

fedele, perché la tua fragilità e la tua

paura sono le nostre.

A Pietro il Signore chiede di conservare la

fede, di tenerla intatta, di lasciarla crescere

dentro di sé e confermare i fratelli e noi.

Perché mai Pietro è stato scelto come

garante della nostra fede?

Perché crede.

È l’unico che si è buttato nel lago andando

incontro a Gesù che cammina sulle acque,

impulsivo come sempre.

E Paolo, così diverso da Pietro, Paolo lo

studioso, l’intellettuale, il polemico, il

credente intransigente e fanatico che si trova

per terra davanti alla luce del Nazareno,

ci ricorda l’ardore della fede, l’ansia

dell’annuncio, il dono del carisma,

il fuoco dello Spirito.

Paolo è osteggiato prima dai suoi ex compagni,

i farisei, e poi dai suoi nuovi fratelli, i cristiani.

Alcuni di quelli di Gerusalemme vedono nella

sua apertura al paganesimo un tradimento del

Vangelo e lo ostacolano in tutti i modi.

Quanta pazienza e rabbia Paolo dovrà esercitare

per portare avanti la sua idea di Regno!

Grazie a lui noi ora siamo figli di Dio,

grazie alla sua costanza e alle prove

che ha dovuto superare.

Senza di lui il cristianesimo sarebbe rimasto

chiuso nell’angusto spazio dell’esperienza

di Israele, grazie a Paolo le mura sono state

abbattute, grazie a lui e alla sua forza il

Vangelo ha travalicato la storia.

Paolo il passionale, il focoso, che ama

e dona la sua vita alle sue comunità.

Nella loro vita poche volte i due si

incontrarono, a volte litigarono, si

confrontarono, si richiamarono alla fedeltà.

Eppure il loro comune Signore li adoperò

per farli diventare le due colonne principali

cui poggia l’edificio della Chiesa.

Pietro è la conservazione della fede.

Paolo è l’ardore dell’annuncio,

l’anarchia dello Spirito.

Difficilmente si sarebbe riusciti a mettere

insieme due figure più diverse, eppure la

Chiesa è così, fatta di gioiosa diversità,

di dilagante ricchezza.

Ed è bello e consolante, oggi, celebrare

insieme due che mai, nella vita, avrebbero

voluto essere ricordati insieme.

Così è la Chiesa, che oggi gioisce per

questi innamorati di Dio, lieta di poter

proporre ad ogni uomo lo stesso percorso

di scoperta del volto del Signore Gesù.

Pietro il pescatore, Paolo l’intellettuale,

le due colonne su cui poggia la nostra fede,

Pietro, Paolo e la preghiera, le colonne della

fede, ci insegnino a vivere nella tenerezza

dell’appartenere alla Chiesa.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.