martedì 4 febbraio 2020

Il Vangelo del Mercoledì 5 Febbraio 2020


Della 4° settimana del Tempo Ordinario.
S. Agata, vergine e martire.
Prima lettura dal secondo libro di Samuèle (24,2.9-17)
In quei giorni, il re Davide disse a Ioab, capo dell’esercito a lui affidato: «Percorri tutte le
tribù d’Israele, da Dan fino a Bersabea, e fate il censimento del popolo, perché io
conosca il numero della popolazione».
Ioab consegnò al re il totale del censimento del popolo: c’erano in Israele ottocentomila
uomini abili in grado di maneggiare la spada; in Giuda cinquecentomila.
Ma dopo che ebbe contato il popolo, il cuore di Davide gli fece sentire il rimorso ed egli
disse al Signore: «Ho peccato molto per quanto ho fatto; ti prego, Signore, togli la colpa
del tuo servo, poiché io ho commesso una grande stoltezza».
Al mattino, quando Davide si alzò, fu rivolta questa parola del Signore al profeta Gad,
veggente di Davide: «Va’ a riferire a Davide: Così dice il Signore: “Io ti propongo tre
cose: scegline una e quella ti farò”».
Gad venne dunque a Davide, gli riferì questo e disse: «Vuoi che vengano sette anni di
carestia nella tua terra o tre mesi di fuga davanti al nemico che ti insegue o tre giorni
di peste nella tua terra?
Ora rifletti e vedi che cosa io debba riferire a chi mi ha mandato».
Davide rispose a Gad: «Sono in grande angustia!
Ebbene, cadiamo nelle mani del Signore, perché la sua misericordia è grande,
ma che io non cada nelle mani degli uomini!».
Così il Signore mandò la peste in Israele, da quella mattina fino al tempo fissato; da Dan
a Bersabea morirono tra il popolo settantamila persone.
E quando l’angelo ebbe stesa la mano su Gerusalemme per devastarla, il Signore si pentì
di quel male e disse all’angelo devastatore del popolo: «Ora basta! Ritira la mano!».
L’angelo del Signore si trovava presso l’aia di Araunà, il Gebuseo.
Davide, vedendo l’angelo che colpiva il popolo, disse al Signore: «Io ho peccato, io ho
agito male; ma queste pecore che hanno fatto?
La tua mano venga contro di me e contro la casa di mio padre!».
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Marco (6,1-6) anno pari.
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga.
E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose?
E che sapienza è quella che gli è stata data?
E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani?
 Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses,
di Giuda e di Simone?
E le sue sorelle, non stanno qui da noi?».
Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria,
tra i suoi parenti e in casa sua».
E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani
a pochi malati e li guarì.
E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
È un rincorrersi di meraviglie e di stupori il Vangelo di oggi.
Si meraviglia la folla per l’eloquenza di Gesù.
Si meravigliano alcuni concittadini perché Gesù, il figlio di Giuseppe, fa il
predicatore senza averne il patentino, (come se servisse, per parlare del Signore).
Si meraviglia il Signore della loro incredulità.
Nella vita ci possiamo stupire per cose positive, per eventi che ci cambiano
l’orizzonte, per alcune scoperte, come la fede, che ci mettono letteralmente la ali.
Ma, purtroppo, ci possiamo anche stupire per le cose negative, infarciti dai
nostri pregiudizi religiosi.
Gesù non è sufficientemente qualificato per dire le cose che stupiscono.
E invece di guardare la luna, gli sciocchi di sempre guardano il dito che la indica.
Stupiamoci, oggi, per le tante cose belle che ci circondano e che riconosciamo
come immenso segno della bontà di Dio.
E che Dio non abbia a stupirsi, oggi, della nostra incredulità, della nostra poca fede.
Speriamo di no amici, se abbiamo qualche perplessità, facciamoci
aiutare dalla preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.