giovedì 28 marzo 2024

Il Vangelo del Venerdì 29 Marzo 2024

 

Del Venerdì della settimana Santa.

Passione di nostro Gesù Cristo.

Prima lettura.

Egli è stato trafitto per le nostre colpe.

Dal libro del profeta Isaìa (52,13-53,12)

Ecco, il mio servo avrà successo, sarà

onorato, esaltato e innalzato grandemente.

Come molti si stupirono di lui-tanto era

sfigurato per essere d’uomo il suo aspetto

e diversa la sua forma da quella dei figli

dell’uomo-, così si meraviglieranno di

lui molte nazioni; i re davanti a lui si

chiuderanno la bocca, poiché vedranno

un fatto mai a essi raccontato e

comprenderanno ciò che mai avevano udito.

Chi avrebbe creduto al nostro annuncio?

A chi sarebbe stato manifestato il braccio

del Signore?

È cresciuto come un virgulto davanti a lui

e come una radice in terra arida.

Non ha apparenza né bellezza per attirare i

nostri sguardi, non splendore per poterci piacere.

Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo

dei dolori che ben conosce il patire, come

uno davanti al quale ci si copre la faccia;

era disprezzato e non ne avevamo alcuna

stima.

Eppure egli si è caricato delle nostre

sofferenze, si è addossato i nostri dolori;

e noi lo giudicavamo castigato, percosso

da Dio e umiliato.

Egli è stato trafitto per le nostre colpe,

schiacciato per le nostre iniquità.

Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto

su di lui; per le sue piaghe noi siamo

stati guariti.

Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,

ognuno di noi seguiva la sua strada;

il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità

di noi tutti.

Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì

la sua bocca; era come agnello condotto

al macello, come pecora muta di fronte

ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca.

Con oppressione e ingiusta sentenza fu

tolto di mezzo; chi si affligge per la

sua posterità?

Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi,

per la colpa del mio popolo fu percosso

a morte.

Gli si diede sepoltura con gli empi, con

il ricco fu il suo tùmulo, sebbene non

avesse commesso violenza né vi fosse

inganno nella sua bocca.

Ma al Signore è piaciuto prostrarlo

con dolori.

Quando offrirà se stesso in sacrificio di

riparazione, vedrà una discendenza,

vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo

la volontà del Signore.

Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce

e si sazierà della sua conoscenza; il giusto

mio servo giustificherà molti, egli si

addosserà le loro iniquità.

Perciò io gli darò in premio le moltitudini,

dei potenti egli farà bottino, perché ha

spogliato se stesso fino alla morte ed è

stato annoverato fra gli empi, mentre

egli portava il peccato di molti e

intercedeva per i colpevoli.

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal 30 (31)

Ripetiamo. Padre, nelle tue mani

consegno il mio spirito.

 

In te, Signore, mi sono rifugiato,

mai sarò deluso;

difendimi per la tua giustizia.

Alle tue mani affido il mio spirito; tu

mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. R.

 

Sono il rifiuto dei miei nemici

e persino dei miei vicini,

il terrore dei miei conoscenti;

chi mi vede per strada mi sfugge.

Sono come un morto, lontano dal cuore;

sono come un coccio da gettare. R.

 

Ma io confido in te, Signore;

dico: «Tu sei il mio Dio,

i miei giorni sono nelle tue mani».

Liberami dalla mano dei miei nemici

e dai miei persecutori. R.

 

Sul tuo servo fa’ splendere il tuo

volto, salvami per la tua misericordia.

Siate forti, rendete saldo il vostro cuore,

voi tutti che sperate nel Signore. R.

 

Seconda Lettura

Cristo imparò l'obbedienza e divenne

causa di salvezza per tutti coloro che

gli obbediscono.

Dalla lettera agli Ebrei ()4,14-16; 5,7-9)

Fratelli, poiché abbiamo un sommo

sacerdote grande, che è passato

attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio,

manteniamo ferma la professione

della fede.

Infatti non abbiamo un sommo sacerdote

che non sappia prendere parte alle nostre

debolezze: egli stesso è stato messo alla

prova in ogni cosa come noi, escluso

il peccato.

Accostiamoci dunque con piena fiducia

al trono della grazia per ricevere

misericordia e trovare grazia, così da

essere aiutati al momento opportuno.

[Cristo, infatti,] nei giorni della sua vita

terrena, offrì preghiere e suppliche, con

forti grida e lacrime, a Dio che poteva

salvarlo da morte e, per il suo pieno

abbandono a lui, venne esaudito.

Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza

da ciò che patì e, reso perfetto, divenne

causa di salvezza eterna per tutti coloro

che gli obbediscono.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Gloria e lode a te, Cristo Signore!

 

Per noi Cristo si è fatto obbediente fino

alla morte e a una morte di croce.

Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome

che è al di sopra di ogni nome. (Cf. Fil 2,8-9)

 

Gloria e lode a te, Cristo Signore!

 

Vangelo

Passione del Signore.

Passione di nostro Signore Gesù Cristo

secondo Giovanni (18,1-19,42) anno pari.

Catturarono Gesù e lo legarono

In quel tempo, Gesù uscì con i suoi

discepoli al di là del torrente Cèdron,

dove c’era un giardino, nel quale entrò

con i suoi discepoli.

Anche Giuda, il traditore, conosceva quel

luogo, perché Gesù spesso si era trovato

là con i suoi discepoli.

Giuda dunque vi andò, dopo aver preso

un gruppo di soldati e alcune guardie

fornite dai capi dei sacerdoti e dai farisei,

con lanterne, fiaccole e armi.

Gesù allora, sapendo tutto quello che

doveva accadergli, si fece innanzi e

disse loro: «Chi cercate?».

Gli risposero: «Gesù, il Nazareno».

Disse loro Gesù: «Sono io!».

Vi era con loro anche Giuda, il traditore.

Appena disse loro «Sono io»,

indietreggiarono e caddero a terra.

Domandò loro di nuovo: «Chi cercate?».

Risposero: «Gesù, il Nazareno».

Gesù replicò: «Vi ho detto: sono io.

Se dunque cercate me, lasciate che questi

se ne vadano», perché si compisse la

parola che egli aveva detto: «Non ho

perduto nessuno di quelli che mi hai dato».

Allora Simon Pietro, che aveva una spada,

la trasse fuori, colpì il servo del sommo

sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro.

Quel servo si chiamava Malco.

Gesù allora disse a Pietro: «Rimetti la

spada nel fodero: il calice che il Padre

mi ha dato, non dovrò berlo?».

Lo condussero prima da Anna

Allora i soldati, con il comandante e le

guardie dei Giudei, catturarono Gesù, lo

legarono e lo condussero prima da Anna:

egli infatti era suocero di Caifa, che era

sommo sacerdote quell’anno.

Caifa era quello che aveva consigliato ai

Giudei: «È conveniente che un solo uomo

muoia per il popolo».

Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme

a un altro discepolo.

Questo discepolo era conosciuto dal

sommo sacerdote ed entrò con Gesù nel

cortile del sommo sacerdote.

Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta.

Allora quell’altro discepolo, noto al

sommo sacerdote, tornò fuori, parlò

alla portinaia e fece entrare Pietro.

E la giovane portinaia disse a Pietro:

«Non sei anche tu uno dei discepoli

di quest’uomo?».

Egli rispose: «Non lo sono».

Intanto i servi e le guardie avevano acceso

un fuoco, perché faceva freddo, e si

scaldavano; anche Pietro stava con

loro e si scaldava.

Il sommo sacerdote, dunque, interrogò

Gesù riguardo ai suoi discepoli e al

suo insegnamento.

Gesù gli rispose: «Io ho parlato al mondo

apertamente; ho sempre insegnato nella

sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei

si riuniscono, e non ho mai detto nulla

di nascosto.

Perché interroghi me?

Interroga quelli che hanno udito ciò che

ho detto loro; ecco, essi sanno che

cosa ho detto».

Appena detto questo, una delle guardie

presenti diede uno schiaffo a Gesù,

dicendo: «Così rispondi al sommo sacerdote?».

Gli rispose Gesù: «Se ho parlato male,

dimostrami dov’è il male.

Ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?».

Allora Anna lo mandò, con le mani legate,

a Caifa, il sommo sacerdote.

Non sei anche tu uno dei suoi discepoli?

Non lo sono!

Intanto Simon Pietro stava lì a scaldarsi.

Gli dissero: «Non sei anche tu uno dei

suoi discepoli?».

Egli lo negò e disse: «Non lo sono».

Ma uno dei servi del sommo sacerdote,

parente di quello a cui Pietro aveva tagliato

l’orecchio, disse: «Non ti ho forse visto

con lui nel giardino?».

Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.

Il mio regno non è di questo mondo

Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa

nel pretorio.

Era l’alba ed essi non vollero entrare nel

pretorio, per non contaminarsi e poter

mangiare la Pasqua.

Pilato dunque uscì verso di loro e domandò:

«Che accusa portate contro quest’uomo?».

Gli risposero: «Se costui non fosse un

malfattore, non te l’avremmo consegnato».

Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi

e giudicatelo secondo la vostra legge!».

Gli risposero i Giudei: «A noi non è

consentito mettere a morte nessuno».

Così si compivano le parole che Gesù

aveva detto, indicando di quale morte

doveva morire.

Pilato allora rientrò nel pretorio, fece

chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il

re dei Giudei?».

Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure

altri ti hanno parlato di me?».

Pilato disse: «Sono forse io Giudeo?

La tua gente e i capi dei sacerdoti ti

hanno consegnato a me.

Che cosa hai fatto?».

Rispose Gesù: «Il mio regno non è di

questo mondo; se il mio regno fosse di

questo mondo, i miei servitori avrebbero

combattuto perché non fossi consegnato ai

Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».

Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?».

Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re.

Per questo io sono nato e per questo sono

venuto nel mondo: per dare testimonianza

alla verità.

Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Gli dice Pilato: «Che cos’è la verità?».

E, detto questo, uscì di nuovo verso i

Giudei e disse loro: «Io non trovo in

lui colpa alcuna.

Vi è tra voi l’usanza che, in occasione

della Pasqua, io rimetta uno in libertà per

voi: volete dunque che io rimetta in libertà

per voi il re dei Giudei?».

Allora essi gridarono di nuovo: «Non

costui, ma Barabba!».

Barabba era un brigante.

Allora Pilato fece prendere Gesù e lo

fece flagellare.

E i soldati, intrecciata una corona di spine,

gliela posero sul capo e gli misero addosso

un mantello di porpora.

Poi gli si avvicinavano e dicevano: «Salve,

re dei Giudei!».

E gli davano schiaffi.

Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro:

«Ecco, io ve lo conduco fuori, perché

sappiate che non trovo in lui colpa alcuna».

Allora Gesù uscì, portando la corona di

spine e il mantello di porpora.

E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!».

Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie

gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!».

Disse loro Pilato: «Prendetelo voi e

crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa».

Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una

Legge e secondo la Legge deve morire,

perché si è fatto Figlio di Dio».

All’udire queste parole, Pilato ebbe

ancor più paura.

Entrò di nuovo nel pretorio e disse a

Gesù: «Di dove sei tu?».

Ma Gesù non gli diede risposta.

Gli disse allora Pilato: «Non mi parli?

Non sai che ho il potere di metterti in

libertà e il potere di metterti in croce?».

Gli rispose Gesù: «Tu non avresti alcun

potere su di me, se ciò non ti fosse stato

dato dall’alto.

Per questo chi mi ha consegnato a te ha

un peccato più grande».

Da quel momento Pilato cercava di

metterlo in libertà.

Ma i Giudei gridarono: «Se liberi costui,

non sei amico di Cesare!

Chiunque si fa re si mette contro Cesare».

Udite queste parole, Pilato fece condurre

fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo

chiamato Litòstroto, in ebraico Gabbatà.

Era la Parascève della Pasqua, verso mezzogiorno.

Pilato disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!».

Ma quelli gridarono: «Via! Via! Crocifiggilo!».

Disse loro Pilato: «Metterò in croce il vostro re?».

Risposero i capi dei sacerdoti: «Non abbiamo

altro re che Cesare».

Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

Essi presero Gesù ed egli, portando la

croce, si avviò verso il luogo detto del

Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo

crocifissero e con lui altri due, uno da

una parte e uno dall’altra, e Gesù in mezzo.

Pilato compose anche l’iscrizione e la

fece porre sulla croce; vi era scritto: «Gesù

il Nazareno, il re dei Giudei».

Molti Giudei lessero questa iscrizione,

perché il luogo dove Gesù fu crocifisso

era vicino alla città; era scritta in ebraico,

in latino e in greco.

I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero

allora a Pilato: «Non scrivere: “Il re dei

Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono

il re dei Giudei”». Rispose Pilato: «Quel

che ho scritto, ho scritto».

Si sono divisi tra loro le mie vesti

I soldati poi, quando ebbero crocifisso

Gesù, presero le sue vesti, ne fecero

quattro parti-una per ciascun soldato-,

e la tunica.

Ma quella tunica era senza cuciture,

tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo.

Perciò dissero tra loro: «Non stracciamola,

ma tiriamo a sorte a chi tocca».

Così si compiva la Scrittura, che dice: "Si

sono divisi tra loro le mie vesti e sulla

mia tunica hanno gettato la sorte".

E i soldati fecero così.

Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!

Stavano presso la croce di Gesù sua madre,

la sorella di sua madre, Maria madre

di Clèopa e Maria di Màgdala.

Gesù allora, vedendo la madre e accanto

a lei il discepolo che egli amava, disse

alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!».

Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!».

E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai

tutto era compiuto, affinché si compisse

la Scrittura, disse: «Ho sete».

Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero

perciò una spugna, imbevuta di aceto,

in cima a una canna e gliela accostarono

alla bocca.

Dopo aver preso l’aceto,

Gesù disse: «È compiuto!».

E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

Qui ci si genuflette e si fa una breve pausa.

E subito ne uscì sangue e acqua

Era il giorno della Parascève e i Giudei,

perché i corpi non rimanessero sulla croce

durante il sabato-era infatti un giorno

solenne quel sabato-, chiesero a Pilato

che fossero spezzate loro le gambe

e fossero portati via.

Vennero dunque i soldati e spezzarono

le gambe all’uno e all’altro che erano

stati crocifissi insieme con lui.

Venuti però da Gesù, vedendo che era

già morto, non gli spezzarono le gambe,

ma uno dei soldati con una lancia gli colpì

il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.

Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua

testimonianza è vera; egli sa che dice il

vero, perché anche voi crediate.

Questo infatti avvenne perché si compisse la

Scrittura: "Non gli sarà spezzato alcun osso".

E un altro passo della Scrittura dice ancora:

"Volgeranno lo sguardo a colui che hanno

trafitto".

Presero il corpo di Gesù e lo avvolsero

con teli insieme ad aromi

Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatèa,

che era discepolo di Gesù, ma di nascosto,

per timore dei Giudei, chiese a Pilato di

prendere il corpo di Gesù.

Pilato lo concesse.

Allora egli andò e prese il corpo di Gesù.

Vi andò anche Nicodèmo-quello che in

precedenza era andato da lui di notte-e

portò circa trenta chili di una mistura

di mirra e di áloe.

Essi presero allora il corpo di Gesù e lo

avvolsero con teli, insieme ad aromi,

come usano fare i Giudei per preparare

la sepoltura.

Ora, nel luogo dove era stato crocifisso,

vi era un giardino e nel giardino un

sepolcro nuovo, nel quale nessuno era

stato ancora posto.

Là dunque, poiché era il giorno della

Parascève dei Giudei e dato che il

sepolcro era vicino, posero Gesù.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Sono spoglie le nostre Chiese, e svuotate

di ogni bellezza, di ogni (sacra e

impudica) vanità.

Dio è morto, appeso, osteso,

innalzato, donato.

Non abbiamo parole, solo la voglia

di buttarci in ginocchio e di cantare;

Dio grande, Dio forte, Dio immortale,

abbi pietà di noi!

Mille volte abbiamo immaginato quel

giorno di aprile.

Mille volte i pittori, credenti e atei,

devoti o blasfemi, hanno cercato di

tracciare sulla tela quel buio.

Mille volte i compositori hanno

accarezzato i tasti dell’organo per

dire il silenzio e il dolore di Dio.

Mille volte i registi hanno cercato di

dare immagini che non fossero oscene,

perché la morte di Dio è solo e

semplicemente oscena.

Mille e mille volte.

E ancora siamo qui, seduti,

meditabondi, attoniti, turbati nel

profondo, strappati fino alle radici.

Perché Dio muore.

Davvero, senza lieto fine, senza 

applausi, in compagnia solo di

qualche amico rimasto che non si

vergogna di un uomo sfigurato e nudo

che scroscia sangue e disperazione.

Ecco il nostro Dio, amici, il Dio appeso,

Colui che ha amato fino a morirne e

che dice a noi, che amiamo spesso

per averne un tornaconto, che si può

amare fino a questo punto.

Immenso Dio che ti doni, infinito Dio

che offendiamo con le nostre

piccinerie e le nostre stridule

e impure devozioni!

Infinito tutto che Ti lasci spezzare,

travolgere, insultare, sconvolgere.

Te proclamiamo Dio, Te adoriamo,

Te seguiamo, il tuo amore

desideriamo imitare.

Daccene la forza attraverso la preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Adoriamo in silenzio la Croce, amici, Fausto.