mercoledì 10 agosto 2022

Il Vangelo del Giovedì 11 Agosto 2022

 

Della 19° settimana del Tempo Ordinario.

Santa Chiara d’Assisi, Vergine.

Prima Lettura

Di giorno, davanti ai loro occhi, emigrerai.

Dal libro del profeta Ezechièle (12,1-12)

Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, tu abiti in mezzo

a una genìa di ribelli, che hanno occhi per vedere e non vedono, hanno orecchi

per udire e non odono, perché sono una genìa di ribelli.

Tu, figlio dell’uomo, fatti un bagaglio da esule e di giorno, davanti ai loro

occhi, prepàrati a emigrare; davanti ai loro occhi emigrerai dal luogo dove

stai verso un altro luogo.

Forse comprenderanno che sono una genìa di ribelli.

Davanti ai loro occhi prepara di giorno il tuo bagaglio, come fosse il

bagaglio di un esule.

Davanti a loro uscirai però al tramonto, come partono gli esiliati.

Fa’ alla loro presenza un’apertura nel muro ed esci di lì.

Alla loro presenza mettiti il bagaglio sulle spalle ed esci nell’oscurità.

Ti coprirai la faccia, in modo da non vedere il paese, perché io ho fatto

di te un simbolo per gli Israeliti».

Io feci come mi era stato comandato: preparai di giorno il mio bagaglio

come quello di un esule e, sul tramonto, feci un foro nel muro con le mani.

Uscii nell’oscurità e sotto i loro occhi mi misi il bagaglio sulle spalle.

Al mattino mi fu rivolta questa parola del Signore: «Figlio dell’uomo, non ti

ha chiesto la casa d’Israele, quella genìa di ribelli, che cosa stai facendo?

Rispondi loro: Così dice il Signore Dio: Questo messaggio è per il principe

di Gerusalemme e per tutta la casa d’Israele che vi abita.

Tu dirai: Io sono un simbolo per voi.

Quello che ho fatto io, sarà fatto a loro; saranno deportati e andranno in schiavitù.

Il principe che è in mezzo a loro si caricherà il bagaglio sulle spalle,

nell’oscurità, e uscirà per la breccia che verrà fatta nel muro per farlo

partire; si coprirà il viso, per non vedere con gli occhi il paese».

Parola di Dio.

Vangelo

Non ti dico di perdonare fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

Dal Vangelo secondo Matteo (18,21-19,1) anno pari.

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello

commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?».

E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi.

Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli

doveva diecimila talenti.

Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto

lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito.

Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con

me e ti restituirò ogni cosa”.

Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari.

Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”.

Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con

me e ti restituirò”.

Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse

pagato il debito.

Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti

e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto.

Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio,

io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato.

Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto

pietà di te?”.

Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse

restituito tutto il dovuto.

Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore,

ciascuno al proprio fratello».

Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione

della Giudea, al di là del Giordano.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Anche per noi la cifra di diecimila talenti è spropositata.

Valutando questa somma con i nostri sistemi monetari, risulta una quantità di

denaro enorme, che probabilmente nessuno, né allora né oggi, possederebbe.

Attraverso questo esempio iperbolico, Gesù vuole farci comprendere quanto

siamo debitori nei confronti di Dio e quanto Egli sia indulgente, condonandoci

questo debito che abbiamo contratto con Lui a causa del peccato.

La seconda cifra è davvero irrisoria, eppure, colui che ha ricevuto l’enorme

condono, non è in grado di essere compassionevole, nei confronti del suo debitore.

Gesù vuole darci un grande insegnamento; anche se abbiamo ricevuto grandi

torti e umiliazioni, profonde sofferenze e ingiustizie, esse saranno sempre poca

cosa, rispetto all’amore che Dio ci ha dimostrato, tutte le volte che abbiamo peccato.

Perché, allora, non provare anche noi a perdonare chi ci ha fatto del male?

Attenti, amici, non vi dico che è facile e solo la preghiera ci può aiutare!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.