domenica 14 agosto 2022

Il Vangelo del Lunedì 15 Agosto 2022

 

Della 20° settimana del Tempo Ordinario.

Maria Santissima Assunta in Cielo.

Prima Lettura

Una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi.

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (11,19a;12,1-6a.10ab)

Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza.

Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna

sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle.

Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto.

Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette

teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo

delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra.

Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da

divorare il bambino appena lo avesse partorito.

Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con

scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono.

La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio.

Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: «Ora si è compiuta la

salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo».

Parola di Dio.

Seconda Lettura

Cristo risorto è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo.

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi (15,20-27a)

Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti.

Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà

anche la risurrezione dei morti.

Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.

Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua

venuta, quelli che sono di Cristo.

Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere

ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.

È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto

i suoi piedi.

L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha

posto sotto i suoi piedi.

Parola di Dio.

Vangelo

Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente: ha innalzato gli umili.

Dal Vangelo secondo Luca (1,39-56) anno pari.

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa,

in una città di Giuda.

Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta.

Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò

nel suo grembo.

Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta

tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!

A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?

Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato

di gioia nel mio grembo.

E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta

in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva.

D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome;

di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del

loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha

ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come

aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

E siamo al centro del ferragosto, dove abbiamo la gioia di celebrare la festa

dell’Assunzione di Maria, festa che ci richiama all’opera di Dio in Maria

di Nazareth, discepola del Signore.

Non nascondo, però, un sottile disagio a parlare di Lei.

La ragione principale è la sua disarmante timidezza di ragazza di paese,

quindicenne, abituata a lavorare in silenzio, lontano dai palchi delle veline.

La seconda ragione del disagio, è un’eccessiva devozione nei confronti di

Maria, fatta in buona fede, ovviamente, ma pericolosa.

Pericolosa perché, negli amici in cerca di Dio, nei catecumeni che vogliono

passare dal cristianesimo al discepolato, tutto questo eccesso di zelo frastorna.

Il rischio?            

Quello di sottolineare le così tante straordinarietà della Madre di Gesù, dal

finire con l’allontanarla anni luce dalla (povera) concretezza della nostra vita.

Insomma; il più grande torto che possiamo fare a Maria, è quello di metterla in

una nicchia e incoronarla con una corona d’oro!

Mi viene da ridere, come al solito; perché, Dio ci dona una discepola esemplare,

una donna (in un mondo di maschilisti, pone una donna a modello; forte Dio!)

che, per prima, ha scoperto il volto del Dio incarnato, e noi subito a metterla

sul piedistallo, santa stratosferica da invocare nei momenti di sofferenza.

Per favore, no!

Maria ci è donata come sorella nella fede, come discepola del Signore, come

madre dei discepoli.

Il cuore del suo cammino è narrato da Luca, in quella corsa frenetica, tumultuosa,

che Maria compie all’indomani dell’annuncio dell’angelo.

Non le aveva forse detto, l’angelo, della gravidanza della sua vecchia cugina?

Maria parte volentieri da Nazareth, ha bisogno di riflettere, di capire.

Ha paura di essersi sbagliata, di avere avuto un colpo di sole.

Possibile? Il Messia verrà? Possibile?

Lei è stata scelta come madre?

Maria s’incammina verso sud, due giorni di viaggio, pensieri che affollano la mente.

Forse è in compagnia di Giuseppe, non era opportuno che le donne viaggiassero da sole.

All’arrivo a casa di Zaccaria, lui e Giuseppe si salutano con un cenno della mano

e, rimangono un pò protagonisti marginali, lasciano tutta la scena alle due donne,

un affare misterioso di donne che è la maternità, che ci emargina un pò noi uomini.

E l’incontro tra la matura Elisabetta e l’adolescente Maria è un’apoteosi,

un fuoco d’artificio.

Solo loro sanno, solo loro capiscono, i servi e i familiari guardano attoniti queste

due donne che ridono e si abbracciano e piangono di gioia.

Roteano nella polvere, ora, Elisabetta solleva in un abbraccio la piccola Maria

e immagino le dica: “Come sei cresciuta! Che bella che sei!”; poi la posa, la

guarda scuotendo la testa: “Come hai fatto a credere, Maria?”.

Sì, Maria, anche noi lo ripetiamo, scuotendo la testa; come hai potuto credere

che davvero Dio, diventasse sguardo, sudore e calore nel tuo ventre?

Come hai fatto a credere che-sul serio-Dio avesse bisogno di te, e di noi,

per salvare l’umanità?

Come hai fatto a credere che il tuo acerbo ventre contenesse l’Assoluto?

Beata te che hai creduto, Maria!

Beati noi, fragili discepoli, che sentiamo l’orgoglio riempirci di lacrime gli occhi

e la nostalgia della santità mozzarci il fiato, tu sei figlia della nostra umanità,

tu sei il riscatto delle nostre tiepidezze.

E Maria canta e danza roteando nella polvere.

Allora è tutto vero, ciò che ha visto era davvero il messaggero di Dio, allora tutte

le stanche e impolverate profezie ascoltate il sabato in sinagoga, si stavano

realizzando ad opera di una donna.

Dio non si è stancato del suo popolo, Dio non l’ha abbandonato, non ci ha

abbondonato, Dio è presente.

La danza finisce in un canto, lo stupore della logica di Dio che prende una

quindicenne illetterata, figlia povera di una terra occupata, in un tempo senza

internet e networks, per salvare l’umanità.

Ecco, amici, questa è la festa dell’Assunzione, la storia di una discepola che

ha creduto davvero nella Parola del suo Dio, che insegna a noi, tiepidi credenti,

l’ardire di Dio, la follia dell’Assoluto.

Questa donna, noi credenti, dopo la lunga esperienza di una fede abitata dal

Mistero, è andata, prima tra i credenti, al Dio che l’aveva chiamata.

Non poteva conoscere la corruzione della morte, colei che aveva dato alla

luce l’autore della vita.

Siamo in buona compagnia, amici!

Lasciamogli fare, allora; grandi cose ha fatto Dio in Maria; grandi cose può

fare in noi, se lo lasciamo fare, come ha fatto, Maria.

Santa festa dell’Assunzione al Cielo di Maria, Fausto.