venerdì 25 ottobre 2024

Il Vangelo del Sabato 26 Ottobre 2024

 

Della 29° settimana del Tempo Ordinario.

San Folco Scotti, vescovo.

Prima Lettura

Cristo è il capo: da lui tutto il corpo cresce.

Dalla lettera di san Paolo apostolo

agli Efesìni (4,7-16)

Fratelli, a ciascuno di noi, è stata data la

grazia secondo la misura del dono di Cristo.

Per questo è detto: «Asceso in alto, ha

portato con sé prigionieri, ha distribuito

doni agli uomini».

Ma cosa significa che ascese, se non che

prima era disceso quaggiù sulla terra?

Colui che discese è lo stesso che anche

ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere

pienezza di tutte le cose.

Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli,

ad altri di essere profeti, ad altri ancora

di essere evangelisti, ad altri di essere

pastori e maestri, per preparare i fratelli

a compiere il ministero, allo scopo di

edificare il corpo di Cristo, finché

arriviamo tutti all’unità della fede e della

conoscenza del Figlio di Dio, fino

all’uomo perfetto, fino a raggiungere

la misura della pienezza di Cristo.

Così non saremo più fanciulli in balìa

delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi

vento di dottrina, ingannati dagli uomini

con quella astuzia che trascina all’errore.

Al contrario, agendo secondo verità nella

carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa

tendendo a lui, che è il capo, Cristo.

Da lui tutto il corpo, ben compaginato e

connesso, con la collaborazione di ogni

giuntura, secondo l’energia propria di

ogni membro, cresce in modo da edificare

se stesso nella carità.

Parola di Dio.

Vangelo

Se non vi convertite, perirete tutti

allo stesso modo.

Dal Vangelo secondo Luca (13,1-9) anno pari.

In quel tempo, si presentarono alcuni

a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei,

il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere

insieme a quello dei loro sacrifici.

Prendendo la parola, Gesù disse loro:

«Credete che quei Galilei fossero più

peccatori di tutti i Galilei, per aver

subìto tale sorte?

No, io vi dico, ma se non vi convertite,

perirete tutti allo stesso modo.

O quelle diciotto persone, sulle quali crollò

la torre di Sìloe e le uccise, credete che

fossero più colpevoli di tutti gli abitanti

di Gerusalemme?

No, io vi dico, ma se non vi convertite,

perirete tutti allo stesso modo».

Diceva anche questa parabola: «Un tale

aveva piantato un albero di fichi nella

sua vigna e venne a cercarvi frutti,

ma non ne trovò.

Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre

anni che vengo a cercare frutti su

quest’albero, ma non ne trovo.

Tàglialo dunque!

Perché deve sfruttare il terreno?”.

Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo

ancora quest’anno, finché gli avrò zappato

attorno e avrò messo il concime.

Vedremo se porterà frutti per l’avvenire;

se no, lo taglierai”».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Il mondo è stato creato con una sua

autonomia, con una sua dinamica,

e Dio lascia che le cose procedano

secondo le leggi dell’Universo che egli

ha creato e che stentiamo a decifrare.

Gesù affronta un tema delicatissimo;

la punizione divina.

Molti pensavano, e a tuttora pensano,

che le malattie o le disgrazie fossero

delle punizioni divine per avere

trasgredito a qualche suo comando.

Non è così; Dio non punisce né premia,

perché gli eventi sono conseguenza

di scelte sbagliate.

La colpa della morte di quei cittadini

sotto la torre di Siloe è nel progettista

o nell’impresa che ha realizzato i

lavori, non nella volontà divina.

La colpa dell’uccisione di un gruppo

di ebrei ad opera dei soldati romani sta

nella gestione violenta della politica da

parte di Pilato, non in Dio.

Se i bambini muoiono di fame, non è Dio a

dover intervenire, ma noi, che spendiamo

in prodotti dietetici più di quanto interi paesi

spendono per la salute dei propri cittadini!

Se la gente muore in guerra, non è Dio,

come un preside severo, a dover intervenire,

ma noi, che ancora fatichiamo ad accettare

la diversità.

Dio, come spesso dico, ci considera adulti!

E Gesù ci invita a vivere questi eventi

tragici per misurare la fragilità della vita

e convertirci, con l’aiuto della preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.