Della 14° settimana del Tempo Ordinario.
Sant'Enrico II,
Imperatore.
Prima lettura.
Dio mi ha mandato
qui prima di voi
per conservarvi in
vita.
Dal libro della Gènesi
(44,18-21.23b-29;45,1-5)
In quei giorni, Giuda
si fece innanzi e disse
a Giuseppe: «Perdona,
mio signore, sia
permesso al tuo servo
di far sentire una
parola agli orecchi
del mio signore; non
si accenda la tua ira
contro il tuo servo,
perché uno come te è
pari al faraone!
Il mio signore aveva
interrogato i suoi
servi: "Avete
ancora un padre o un fratello?".
E noi avevamo risposto
al mio signore:
"Abbiamo un padre
vecchio e un figlio
ancora giovane natogli
in vecchiaia, il
fratello che aveva è
morto ed egli è rimasto
l'unico figlio di
quella madre e suo padre lo ama".
Tu avevi detto ai tuoi
servi: "Conducetelo
qui da me, perché
possa vederlo con i
miei occhi.
Se il vostro fratello
minore non verrà
qui con voi, non
potrete più venire alla
mia presenza".
Fatto ritorno dal tuo
servo, mio padre,
gli riferimmo le
parole del mio signore.
E nostro padre disse:
"Tornate ad
acquistare per noi un
po' di viveri".
E noi rispondemmo:
"Non possiamo
ritornare laggiù: solo
se verrà con noi
il nostro fratello
minore, andremo; non
saremmo ammessi alla
presenza di
quell'uomo senza avere
con noi il
nostro fratello
minore".
Allora il tuo servo,
mio padre, ci disse:
"Voi sapete che
due figli mi aveva
procreato mia moglie.
Uno partì da me e dissi:
certo è stato sbranato!
Da allora non l'ho più
visto.
Se ora mi porterete
via anche questo e gli
capitasse una
disgrazia, voi fareste scendere
con dolore la mia
canizie negli inferi"».
Allora Giuseppe non
poté più trattenersi
dinanzi a tutti i circostanti
e gridò: «Fate
uscire tutti dalla mia
presenza!».
Così non restò nessun
altro presso di lui,
mentre Giuseppe si
faceva conoscere dai
suoi fratelli.
E proruppe in un grido
di pianto.
Gli Egiziani lo
sentirono e la cosa fu
risaputa nella casa
del faraone.
Giuseppe disse ai
fratelli: «Io sono Giuseppe!
È ancora vivo mio
padre?».
Ma i suoi fratelli non
potevano rispondergli,
perché sconvolti dalla
sua presenza.
Allora Giuseppe disse
ai fratelli:
«Avvicinatevi a me!».
Si avvicinarono e
disse loro: «Io sono
Giuseppe, il vostro
fratello, quello che
voi avete venduto
sulla via verso l'Egitto.
Ma ora non vi
rattristate e non vi crucciate
per avermi venduto
quaggiù, perché Dio
mi ha mandato qui
prima di voi per
conservarvi in vita».
Parola di Dio.
Vangelo.
Gratuitamente avete
ricevuto, gratuitamente date.
Dal Vangelo secondo
Matteo (10,7-15) anno pari.
In quel tempo, disse
Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo,
predicate, dicendo che
il regno dei cieli è
vicino.
Guarite gli infermi,
risuscitate i morti,
purificate i lebbrosi,
scacciate i demòni.
Gratuitamente avete
ricevuto,
gratuitamente date.
Non procuratevi oro né
argento né denaro
nelle vostre cinture,
né sacca da viaggio,
né due tuniche, né
sandali, né bastone,
perché chi lavora ha
diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o
villaggio entriate,
domandate chi là sia
degno e rimanetevi
finché non sarete
partiti.
Entrando nella casa,
rivolgetele il saluto.
Se quella casa ne è
degna, la vostra pace
scenda su di essa; ma
se non ne è degna,
la vostra pace ritorni
a voi.
Se qualcuno poi non vi
accoglie e non
dà ascolto alle vostre
parole, uscite da
quella casa o da
quella città e scuotete
la polvere dei vostri
piedi.
In verità io vi dico:
nel giorno del giudizio
la terra di Sòdoma e
Gomorra sarà trattata
meno duramente di
quella città».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Ecco una Parola di Gesù davvero
utile per tutti.
Abbiamo ricevuto tanto da Dio e
continuamente veniamo riempiti
dalla sua grazia.
Tutto questo lo otteniamo senza
meriti,
perché Dio dona con gioia il suo
amore
e la sua misericordia a tutti.
Noi, a nostra volta, siamo
chiamati a
fare lo stesso con gli altri.
È davvero triste vedere cristiani
che si
danno tanto da fare nelle
parrocchie,
nelle comunità o nei gruppi
semplicemente
per ricevere un contraccambio.
Anche se cerchiamo soltanto
considerazione o ammirazione,
in ogni caso abbiamo già ricevuto
la nostra ricompensa.
Il nostro stile, invece, dovrebbe
essere
improntato proprio alla gratuità,
proprio
come Dio fa con noi.
Essere nella Chiesa lievito di
pace e di
amore, ma senza che gli altri se
ne
accorgano; questo è davvero segno
di
una grande maturità umana e spirituale,
che riceviamo attraverso la
nostra preghiera.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato
il tuo nome, venga il
tuo regno, sia fatta
la tua volontà come in
cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
rimetti a noi i nostri
debiti come anche
noi li rimettiamo ai
nostri debitori,
e non abbandonarci
alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e
benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per
noi peccatori, adesso
e nell'ora della
nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e
allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e
sempre, nei secoli dei
secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.