Della 1° settimana di
Avvento.
S Francesco Saverio,
sacerdote.
Buona la minestra
della zia.
1° Lettura dal libro
del profeta Isaìa (11,1-10)
In quel giorno, un
germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto
germoglierà dalle sue
radici.
Su di lui si poserà lo
spirito del Signore, spirito di sapienza e d'intelligenza,
spirito di consiglio e
di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore.
Si compiacerà del
timore del Signore.
Non giudicherà secondo
le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire;
ma giudicherà con
giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra.
Percuoterà il violento
con la verga della sua bocca, con il soffio delle sue
labbra ucciderà
l'empio.
La giustizia sarà
fascia dei suoi lombi e la fedeltà cintura dei suoi fianchi.
Il lupo dimorerà
insieme con l'agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto;
il vitello e il
leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà.
La mucca e l'orsa
pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme.
Il leone si ciberà di
paglia, come il bue.
Il lattante si
trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano
nel covo del serpente
velenoso.
Non agiranno più
iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte,
perché la conoscenza
del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare.
In quel giorno avverrà
che la radice di Iesse sarà un vessillo per i popoli.
Le nazioni la
cercheranno con ansia.
La sua dimora sarà
gloriosa.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo
Luca (10,21-24) anno pari.
In quella stessa ora
Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo
lode, o Padre, Signore
del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose
ai sapienti e ai dotti
e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, o Padre, perché
così hai deciso nella tua benevolenza.
Tutto è stato dato a
me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il
Padre, né chi è il
Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che
E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che
voi vedete.
Io vi dico che molti
profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma
non lo videro, e
ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono».
Parola del Signore.
Riflessione personale
sul Vangelo di oggi.
Non è raro, trovare gente che non
riesce ad apprezzare l’esistenza che conduce,
l’ambiente, la città, la cultura,
il paesaggio, le possibilità di vita di cui possiamo godere.
È una tendenza ormai diffusa, più
forte di noi.
Da bambini ci sembrava sempre più
buona la minestra della zia o della nonna.
Da grandi al gusto uniamo il
lamento, al lamento l’abitudine, all’abitudine l’ingratitudine
e in questa sequenza non sappiamo
più godere delle cose semplici della vita.
Non scorgiamo più il miracolo di
un giorno nuovo che comincia, la gioia di godere
della salute, la bellezza di
avere forza per fare tante cose.
Quando non le avremo più, saremo
una lagna per tutti quelli che incontriamo.
È un difetto anche della nostra
società opulenta; non siamo mai contenti di niente,
non apprezziamo quello che
abbiamo.
Gesù probabilmente nella sua
predicazione si è scontrato con gente che non riusciva
a capire la grandezza di quello
che stava accadendo con la sua presenza nel mondo.
Avevano aspettato per secoli un
segno, un futuro diverso, un messia e si erano
stufati di attenderlo.
Quando è arrivato, non lo hanno
riconosciuto.
Ma tra la folla che lo seguiva
c’era gente semplice senza tante strutture di pensiero
o gabbie di abitudini.
Solo questi lo hanno capito,
hanno saputo scorgere in Lui la novità di un Dio
amabilissimo e vicino, di una
Parola che va dritta al cuore.
“Mi scrive un ateo convinto; per
me Dio non esiste, posso vivere senza inginocchiarmi,
né di fronte a Dio, né di fronte
ad altre divinità.
La ragione è il contrario di una
divinità che impone la genuflessione, lascia libero
l’uomo di pensare ciò che vuole.
Per me vivere senza Dio non è un
tormento.
Io trovo in me stesso, solo in me
stesso, la forza di emergere più forte da ogni prova”.
Certo se la ragione diventa un
assoluto, non c’è spazio per la sorpresa e l’accoglienza
di un gesto d’amore.
Invece si può essere razionali
fino in fondo e accogliere qualcuno che va oltre,
non contro.
Molti avrebbero desiderato udire
quel che voi udite e non l’udirono, conoscere
la bellezza del Vangelo e invece
hanno dovuto accontentarsi del buonsenso,
dei talk-show, delle fiction.
Quando siamo troppo pieni di noi,
perdiamo la saggezza della vita.
C’è una possibilità nel nostro
mondo di poter tornare ad apprezzare la bellezza
della nostra fede?
O ci chiediamo di farci
sbattezzare?
Sicuramente sì, se tendiamo la
vita come un arco.
È una speranza da nutrire.
Ma dove la trovo?
Sicuramente nella preghiera e nella fede.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci
indurre in tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.
Buona giornata, Fausto.