mercoledì 6 novembre 2019

Il Vangelo del Giovedì 7 Novembre 2019


Della 31° settimana del Tempo Ordinario.
1° Lettura dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani (14,7-12)
Fratelli, nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso,
perché se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo
per il Signore.
Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore.
Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore
dei morti e dei vivi.
Ma tu, perché giudichi il tuo fratello?
E tu, perché disprezzi il tuo fratello?
Tutti infatti ci presenteremo al tribunale di Dio, perché sta scritto: «Io vivo, dice il
Signore: ogni ginocchio si piegherà davanti a me e ogni lingua renderà gloria a Dio».
Quindi ciascuno di noi renderà conto di se stesso a Dio.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca (15,1-10) anno dispari.
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo.
I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori
e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde
una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta,
finché non la trova?
Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama
gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia
pecora, quella che si era perduta”.
Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte,
più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada
e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova?
E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me,
perché ho trovato la moneta che avevo perduto”.
Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore
che si converte».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Dio è come un pastore che cerca la pecora scappata e fa festa dopo averla
ritrovata caricandosela sulle spalle.
Non la percuote, stanco e snervato per il tempo perso a cercarla, ma la copre
di attenzioni.
Dio è come una brava massaia che ha smarrito una moneta e passa il tempo a
cercarla finchè non la trova e organizza poi una festa con le vicine (costata molto
più della moneta ritrovata, immagino) per manifestare la sua gioia.
Dio fa festa, Dio ci cerca, Dio è un generoso.
Nulla a che vedere col Dio piccino che portiamo nel cuore, il Dio dagli orizzonti
limitati (come i nostri), avaro di emozioni, sempre serioso, custode del diritto
e della giustizia.
Nulla a che vedere con il Dio delle nostre paure e delle nostre celebrazioni asfittiche,
rinsecchite, zoppicanti che manifestano non gioia ma stanca abitudine.
Il Dio scoperto da Luca è così.
Così è il Dio raccontato da Gesù.
Vogliamo ancora tenerci il nostro?
No amici, è da tempo che mi sono preso il Dio gioioso, che fa festa e che mi
cercava da tanto tempo, il quale mi ha preso sulle sue spalle facendomi
aiutare dalla preghiera. 
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.