lunedì 16 settembre 2019

Il Vangelo del Martedì 17 Settembre 2019


Della 24° settimana del Tempo Ordinario.
S. Roberto Bellarmino, vescovo e dottore della Chiesa.
1° Lettura dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timòteo (3,1-13)
Figlio mio, questa parola è degna di fede: se uno aspira all'episcopato,
desidera un nobile lavoro.
Bisogna dunque che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola donna,
sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino,
non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro.
Sappia guidare bene la propria famiglia e abbia figli sottomessi e rispettosi,
perché, se uno non sa guidare la propria famiglia, come potrà aver cura
della Chiesa di Dio?
Inoltre non sia un convertito da poco tempo, perché, accecato dall'orgoglio,
non cada nella stessa condanna del diavolo.
È necessario che egli goda buona stima presso quelli che sono fuori della
comunità, per non cadere in discredito e nelle insidie del demonio.
Allo stesso modo i diaconi siano persone degne e sincere nel parlare, moderati
nell'uso del vino e non avidi di guadagni disonesti, e conservino il mistero
della fede in una coscienza pura.
Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano
ammessi al loro servizio.
Allo stesso modo le donne siano persone degne, non maldicenti, sobrie,
fedeli in tutto.
I diaconi siano mariti di una sola donna e capaci di guidare bene i figli e le
proprie famiglie.
Coloro infatti che avranno esercitato bene il loro ministero, si acquisteranno
un grado degno di onore e un grande coraggio nella fede in Cristo Gesù.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca (7,11-17) anno dispari.
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e con lui camminavano
i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva portato alla tomba un morto,
unico figlio di una madre rimasta vedova; e molta gente della città era con lei.
Vedendola, il Signore fu preso da grande compassione per lei e le
disse: «Non piangere!».
Si avvicinò e toccò la bara, mentre i portatori si fermarono.
Poi disse: «Ragazzo, dico a te, àlzati!».
Il morto si mise seduto e cominciò a parlare.
Ed egli lo restituì a sua madre.
Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta
è sorto tra noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo».
Questa fama di lui si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la
regione circostante.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Il funerale del figlio unico di madre vedova; sembra l’inizio di un film horror!
Esiste un dolore più grande?
Il dolore è una cosa seria, inutile banalizzarlo; Gesù ha resuscitato questo ragazzo
riconsegnandolo alla madre, ma quanti altri sono rimasti nella stretta della morte?
Quante volte nella vita affrontiamo sofferenze che negano la compassione di Dio?
Esiste il dolore e anche il discepolo ne fa esperienza.
Non possiamo liquidarlo con risposte approssimative e consolanti, con sintesi
affrettate e inviti a sperare in Dio nonostante tutto.
La chiave del racconto è tutta nell’annotazione di Luca che riferisce
l’atteggiamento di Gesù verso la madre; compassione.
Dio non ci preserva dal dolore ma lo condivide, patisce con noi, assume su
di sé il dolore e lo trasfigura.
Ci basta?
O, più onestamente, vorremmo un Dio che ci preservi dal dolore?
Bel dilemma amici; sinceramente, davanti alla sofferenza mi faccio tante
domande anch’io, e per capirla, mi faccio aiutare dalla preghiera, l’unica
che riesce ad aiutarmi.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.