giovedì 26 dicembre 2024

Il Vangelo del Venerdì 27 Dicembre 2024

 

Feria Propria del 27 Dicembre.

San Giovanni, Apostolo ed Evangelista.

Prima Lettura

Quello che abbiamo veduto e udito,

noi lo annunciamo anche a voi.

Dalla prima lettera di san

Giovanni apostolo (1,1-4)

Figlioli miei, quello che era da

principio, quello che noi abbiamo

udito, quello che abbiamo veduto

con i nostri occhi, quello che

contemplammo e che le nostre mani

toccarono del Verbo della vita (la vita

infatti si manifestò, noi l'abbiamo

veduta e di ciò diamo testimonianza

e vi annunciamo la vita eterna, che era

presso il Padre e che si manifestò a noi),

quello che abbiamo veduto e udito, noi

lo annunciamo anche a voi, perché

anche voi siate in comunione con noi.

E la nostra comunione è con il Padre

e con il Figlio suo, Gesù Cristo.

Queste cose vi scriviamo, perché la

nostra gioia sia piena.

Parola di Dio.

Vangelo

L'altro discepolo corse più veloce

di Pietro e giunse per primo al sepolcro

Dal Vangelo secondo

Giovanni (20,2-8) anno pari.

Il primo giorno della settimana, Maria

di Màgdala corse e andò da Simon Pietro

e dall'altro discepolo, quello che Gesù

amava, e disse loro: «Hanno portato

via il Signore dal sepolcro e non

sappiamo dove l'hanno posto!».

Pietro allora uscì insieme all'altro

discepolo e si recarono al sepolcro.

Correvano insieme tutti e due, ma

l'altro discepolo corse più veloce di

Pietro e giunse per primo al sepolcro.

Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.

Giunse intanto anche Simon Pietro, che

lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e

osservò i teli posati là, e il sudario (che

era stato sul suo capo) non posato là con

i teli, ma avvolto in un luogo a parte.

Allora entrò anche l'altro discepolo,

che era giunto per primo al sepolcro,

e vide e credette.

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Giovanni il mistico, il discepolo prediletto,

colui che credette pur senza avere visto,

il discepolo dell’amore che accolse il

battito del cuore di Cristo durante

l’ultima cena, che accolse in casa la

Madre, ci accompagna a capire il Natale.

In questa ottava la liturgia ci propone

una specie di riassunto del Natale,

un compendio della vera fede.

Gesù bambino non suscita tenerezza

ma inquieta, destabilizza, ci obbliga

a scegliere, ci mette dalla parte della

verità di Dio e di noi stessi.

Eccolo Dio; non dona, ma si dona, non

fa i miracoli a nostra misura,

chiede accoglienza.

Lo vogliamo davvero un Dio così?

La memoria di Stefano ci fa toccare con

mano quanto può essere violenta la fede;

siamo disposti ad accogliere il Dio

fragile fino a morirne?

E, oggi, la liturgia ci fa incrociare

san Giovanni, il mistico.

Il Vangelo ci richiama alla globalità

della fede cristiana; adoriamo quel

bambino perché riconosciamo in

Lui il Crocefisso Risorto.

Non ci fa tenerezza perché è un neonato

che vagisce, ci spinge a conversione

perché in Lui riconosciamo il vero volto

di Dio, il Dio morto e risorto per noi.

Celebriamo il Natale come conseguenza

della Pasqua.

Abbiamo bisogno di volare in alto, come

un’aquila, per penetrare il mistero della

pienezza di Dio.

Dobbiamo guardare col cuore e con lo

spirito per penetrare le profondità del mistero.

Giovanni il discepolo che, come noi,

Gesù ama, ci accompagna a penetrare il

mistero degli eventi attraverso la preghiera.

Perché possiamo celebrare cento Natali

senza che mai Dio nasca nei nostri cuori!

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.