giovedì 5 gennaio 2017

Il Vangelo del Venerdì 6 Gennaio 2017

Epifania del Signore.
1° Lettura dal libro del profeta Isaìa (60,1-6)
2° Lettura dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (3,2-3.5-6)
Dal Vangelo secondo Matteo (2,1-12) anno A Epifania.
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco,
alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è
colui che è nato, il re dei Giudei?
Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo».
All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme.
Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava
da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo.
Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo
del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima
delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il
pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con
esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme
dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando
l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono.
Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché
giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino.
Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima.
Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre,
si prostrarono e lo adorarono.
Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero
ritorno al loro paese.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
I magi, personaggi misteriosi venuti da lontano, sono per Matteo
i rappresentanti di tutti i popoli della terra che vengono a Gesù;
essi realizzano così la profezia di Isaia.
L’evangelista nota il gesto che essi compiono; si prostrano davanti
al Bambino.
È il gesto tipico di chi si presenta davanti a Dio, per cui essi ne
riconoscono la divinità.
In più, essi fanno al Figlio di Dio dei doni molto simbolici; l’oro,
l’incenso e la mirra.
Questi re, segno di tutti i popoli che si prostrano al Signore rivelato
al mondo, ne svelano anche il destino e la dignità; l’oro è il simbolo
della regalità, l’incenso della funzione sacerdotale del Messia,
mentre la mirra profetizza in maniera chiara la sua passione e morte.
E noi, quali doni portiamo oggi ai piedi del Signore Gesù.
Credo che il dono più bello per Gesù sia la nostra disponibilità a
seguirlo ed amarlo, attraverso la nostra preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata Fausto.