giovedì 25 dicembre 2014

Il Vangelo del Venerdì 26 Dicembre 2014

Dal Vangelo secondo Matteo (10,17-22) anno B.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: "Guardatevi
dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali
e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete
condotti davanti a governatori e re per causa mia,
per dare testimonianza a loro e ai pagani.
Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi
di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in
quell'ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a
parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. 
Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli
si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno.
Sarete odiati da tutti a causa del mio nome.
Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.".
Parola del Signore.
Stefano, come Gesù, viene accusato di bestemmia;
 la sua visione della gloria di Dio provoca il rifiuto
definitivo da parte dei Giudei, e contemporaneamente
la sua condanna a morte.
Ma Stefano ormai non sa più cosa significhi odiare;
egli è talmente riempito della grazia di Dio da essere
diventato proprio come Gesù, la sua morte ricalca
quella del Maestro, tanto che le sue parole sono
le stesse di Gesù morente.
Dunque, tra discepolo e Maestro vi è piena identità.
Ci chiediamo come ciò sia possibile?
In realtà anche per noi è tracciato lo stesso cammino
di conformazione a Gesù.
Dobbiamo solo lasciarci plasmare da Lui e dal suo
amore, e potremo anche noi essere come Stefano, che
ha dimostrato il suo amore per cristo senza paura.
Forse parole come queste possono rovinare l’atmosfera
natalizia, e ci chiediamo come mai la liturgia prevede
la festa di Stefano protomartire proprio nel
giorno dopo Natale.
Eppure, se ci pensiamo bene, ci accorgeremo che questa
è la vera festa che si deve celebrare nel periodo natalizio;
che cosa è la nascita di Gesù, se non l’inizio del martirio
che lo ha portato progressivamente alla sua morte dolorosa?
Allora, i martiri come Stefano sono quelli che hanno
capito davvero come Gesù vuole essere amato; non a
parole, o con qualche gesto di devozione emotivo.
La scena della natività deve spingerci ad amare
Gesù Bambino decidendo di offrire la nostra vita
per Lui, così come Lui ha fatto per noi.
Solo così possiamo celebrare davvero il Natale.
Perciò, adesso l’unica cosa che possiamo fare è pregare.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga
il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre
in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata.