mercoledì 7 dicembre 2022

Perchè Dio si è fatto uomo, mi sono chiesto in questi giorni.

 









                                    Perché Dio si è fatto uomo.

È la domanda che mi sono posto tante volte, ma ancora di più me lo 


sono chiesto in questi giorni in cui ero ricoverato all'ospedale.

Ma è la domanda che forse vogliamo emerga in questo nostro Natale?

Perché, a essere onesti, dobbiamo ammettere che il Natale un pò

ci è stato rubato.

E, tragicamente, non abbiamo nemmeno sporto denuncia, non ci

siamo mossi per cercare di recuperarlo.

In fondo va bene così come è diventato; la festa della bontà più

zuccherosa e banale, un collettivo e vago richiamo alla tenerezza

che si dimentica il giorno dopo, l’apoteosi dei luoghi comuni sulla

famiglia, sul volersi bene, sull’emozione natalizia.

Una grande festa di compleanno, in cui l’unico a non essere invitato

è il festeggiato.

Un Natale senza Gesù; un vero delirio.

Eppure a questo siamo giunti.

Per una scorretta idea che ci siamo fatti riguardo al politicamente

corretto; è scorretto parlare di temi di fede che potrebbero urtare

altre opinioni, (in certe scuole non si fa il presepe e non si cantano

canzoni natalizie, per non mettere a disagio i bimbi di altre religioni)!

Da ridere, se non ci fosse da piangere.

Come se Gesù non fosse presente nel Corano e venerato come un

grande profeta dai musulmani, come se non fosse rispettato per

la sua grandezza morale dagli induisti o dai buddisti.

Come se fosse offensivo ricordare che festeggiamo il Natale, proprio

perché è il giorno in cui facciamo memoria della nascita di Cristo.

Vorrei me lo spiegassero quelle pseudo maestre delle scuole in cui

non bisogna parlare del Natale ai bambini, e ce ne sono tante

purtroppo, (visto che vi sentite intelligenti, spiegatemi, vi prego,

perché volete abolirlo e privare i bimbi delle gioie che infonde

il Natale), grazie.

Quanto è triste non assistere alle recite natalizie nelle scuole.

Piene di generici inviti alla bontà, ma svuotate di storia e di speranza!

Quanta ipocrisia e falso senso del rispetto delle idee altrui rivela

il nascondere le proprie.

Forse il fatto è che spaventa quel Neonato, irrita e disturba.

Ci inquieta anche solo immaginare che Dio, davvero, abbia deposto

il suo abito di eternità per rivestire quello lacero e sporco dell’umanità.

Perciò, se preso sul serio, il Natale ci mette in crisi; ci interroga.

Dio che si fa accessibile, incontrabile, neonato fragile e indifeso,

demolisce i nostri infiniti pregiudizi su Dio.

Dio è lontano.

Dio si disinteressa di noi.

Dio è misterioso e cupo, lunatico e incomprensibile.

Dio vede e non interviene, lascia morire di fame i bambini.

Dio non ferma le guerre e i terroristi.

Dio fa morire di cancro la giovane mamma e tiene in vita

l’omicida spietato.

Un Dio pasticcione e inquietante.

Crediamo tutti noi, o sbaglio?

Anche quello di noi cattolici che crediamo senza mai porci una

domanda, senza un fremito, senza un sussulto, senza convinzione,

me compreso, amici.

Crediamo come le pietre, non saldi, ma freddi e inanimati.

Cos’ha a che vedere, questo Neonato che si allatta all’acerbo

seno di un’adolescente, con l’orribile idea di Dio che

portiamo nel cuore?

Mi e ci disturba il Natale, diciamoci la verità.

Perciò lo abbiamo annacquato, sminuito, svenduto.

Perciò, in fondo, va bene renderlo innocuo.

Meglio anestetizzato, meglio normalizzato.

Meglio ridurlo a una intensa emozione che dura qualche ora.

È certamente più simpatico il panciuto Babbo Natale, frutto

dell’intuizione geniale di un addetto al marketing di una nota

bevanda gassata, rispetto allo sciocco bambinello.

È inconcepibile un Natale come alle origini.

Un Natale vero; teologico e forte.

Un Natale che scuota l’anima, che ci illumini.

Troppo forte, siamo onesti.

Meglio una Messa frettolosa, magari nella notte, fa più tradizione,

scambio di auguri frettolosi ed una grande abbuffata, chiuso il Natale.

Perché, sarebbe davvero un guaio se ci convertisse.

Se ci spingesse oltre la soglia della fede.

Se ci cambiasse la vita.

Eppure Dio è diventato uomo esattamente per cambiare la nostra vita.

Per svelarci chi è Lui.

Perché vedendo Lui, capiamo chi siamo noi; chi sono io.

Impasto di fango plasmato a immagine di Dio; e riempito d’anima.

Dio diventa uomo per salvarci dai peccati, come hanno scritto i padri

della Chiesa latina.

Dio diventa uomo perché l’uomo diventi come Dio, come hanno

scritto i padri della Chiesa d’Oriente.

Dio diventa uomo, aggiungo io, perché, l’uomo, finalmente, impari

a diventare uomo.

Sì; Dio si è fatto uomo.

Visto che non riuscivamo ad avere un’idea corretta di Lui, come

scrive il teologo san Tommaso d’Aquino.

Nonostante i profeti, le Scritture e le meraviglie del cosmo.

E la coscienza che, dalla nascita, si stupisce dell’esistenza senza

darsi una risposta.

Nonostante tutto eravamo zoppi e ciechi, incapaci di capire.

Un passo avanti e dieci indietro.

Stupiti dal volto di Dio rivelato dai profeti biblici, salvo poi

stravolgerlo e piegarlo ai nostri appetiti, alle nostre paure

e alla menzogna.

Un Dio diventato idolo e fantoccio per giustificare le guerre

e mascherare le ingiustizie.

Dio non ne poteva più di essere continuamente sfigurato.

Così ha deciso.

È venuto pe raccontarsi

Così che nessuno potesse più mistificare il suo vero volto.

O, almeno, quella era la sua idea.

Forse, amici, ho capito qualche cosa di Dio, o almeno lo spero. 

Il Vangelo del Giovedì 8 Dicembre 2022

 

Della 2° settimana di Avvento.

Immacolata Concezione della B. Vergine Maria.

Prima Lettura

Porrò inimicizia tra la tua stirpe e la stirpe della donna.

Dal libro della Gènesi (3,9-15.20)

[Dopo che l'uomo ebbe mangiato del frutto dell'albero,] il Signore Dio lo

chiamò e gli disse: «Dove sei?».

Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono

nudo, e mi sono nascosto».

Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo?

Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato

di non mangiare?».

Rispose l'uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato

dell'albero e io ne ho mangiato».

Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?».

Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».

Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché hai fatto questo,

maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici!

Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni

della tua vita.

Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe:

questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».

L'uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre

di tutti i viventi.

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal 97 (98)

Rispondiamo. Cantate al Signore un canto nuovo,

perché ha compiuto meraviglie.

Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.

Gli ha dato vittoria la sua destra e il suo braccio santo. R.

 

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,

agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.

Egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà alla casa d'Israele. R.

 

Tutti i confini della terra hanno veduto la vittoria del nostro Dio.

Acclami il Signore tutta la terra, gridate, esultate, cantate inni! R.

 

Seconda Lettura

In Cristo Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni (1,3-6.11-12)

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti

con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.

In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e

immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui

figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d'amore della

sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia, di cui ci ha

gratificati nel Figlio amato.

In lui siamo stati fatti anche eredi, predestinati-secondo il progetto

di colui che tutto opera secondo la sua volontà-a essere lode della

sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

 

Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te,

benedetta tu fra le donne. (Cf. Lc 1,28.42)

 

Alleluia.

Vangelo

«Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38) anno dispari.

In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città

della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa

di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe.

La vergine si chiamava Maria.

Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia:

il Signore è con te».

A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso

avesse un saluto come questo.

L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia

presso Dio.

Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.

Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore

Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre

sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché

non conosco uomo?».

Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la

potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra.

Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio.

Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito

anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta

sterile: nulla è impossibile a Dio».

Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me

secondo la tua parola».

E l'angelo si allontanò da lei.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Abbiamo appena cominciato il cammino di Avvento in preparazione

alla grande luce del Natale e, ci viene incontro la figura di Maria,

una delle protagoniste di ogni Natale.

È sempre difficile parlare di Maria; Lei stessa non ama molto sentir

parlare di Lei!

Maria è una giovane adolescente che vive in un microscopico

paese di una regione occupata.

Come tutte le ragazze d’Israele, aspetta il Messia, la redenzione

d’Israele, redenzione che tarda ad arrivare.

Poi, un giorno, accade; Maria riceve la visita dell’angelo, Dio decide

d’intervenire; Lui verrà.

Non ci saranno più profeti, non ci saranno più attese; il Messia verrà.

Come il Battista, anche Maria di Nazareth ci è presentata come

modello di attesa, come esempio di discepolato.

Giovanni credente della povera provincia palestinese, attende,

Maria la bella, accoglie, la provocazione di un Dio che vuole venire

a raccontarsi e chiede in dono un corpo ad un’acerba adolescente.

Burlone, Dio, che cerca la sana incoscienza dei ragazzi, come quella

di Davide e di Maria, per salvare il modo.

Per forza, credo che se avesse chiesto ad ognuno di noi, di prestargli

il nostro corpo, sicuramente, l’avremmo guardato dritto negli occhi

e gli avremmo detto fuori dai denti: “Ma sei matto?”, e io dovrei

perdere il mio tempo per Te, perché pretendi di venire a parlare

agli uomini; senti per favore; arrangiati che ho altro da fare! Sicuro!

Ed invece Maria no, lei inizia a dialogare, vuole comprendere, ed allora,

guardiamola questa ragazzina che discute alla pari con gli angeli, che

accetta di vedere la sua vita per sempre sconvolta, che mette il suo cuore

in quello di Dio.

Maria diventa Regina dei Cieli, portone d’ingresso che Dio userà per

entrare nel mondo.

Anche noi, come Lei, siamo chiamati a fidarci del Dio dell’impossibile,

a osare Dio, a metterci nelle sue mani.

Maria vive già la redenzione, in Lei non c’è traccia di rifiuto, di ombra

di peccato, prefigura la nuova umanità che Cristo, suo Figlio e Signore,

inaugurerà sull’altare della croce.

Anche a noi è chiesto di diventare Regina dei Cieli, di offrire la nostra

vita come porta d’ingresso per Dio nel mondo.

È Dio che salva il mondo, è Lui che interviene; noi possiamo esserci,

abitare la nostra quotidianità lasciando aperto uno spiraglio, alla

presenza di Dio.

Ogni uomo nasce con una ferita profonda, una fatica, una fragilità

che i cristiani chiamano, “peccato originale”.

Non c’è bisogno di essere dei grandi mistici per capire la verità di

quest’intuizione; davvero portiamo nel cuore una fatica che ogni

uomo sperimenta; desideriamo amare, ma cadiamo nell’egoismo

e nella solitudine.

Gesù ci salva da questa ferita; nel giorno del nostro battesimo

siamo sanati in profondità, salvati grazie alla redenzione di Cristo,

davvero siamo resi capaci di amare.

Maria, questo professa la Chiesa, è stata preservata dal peccato

originale; ha vissuto la redenzione prima che si compisse, ha

vissuto lo stupore di Dio, prima ancora che Egli venisse a

redimere l’uomo.

Maria non è una superdonna, non è diversa da noi.

Maria Immacolata si ritrova nella stessa condizione in cui ci

siamo trovati noi il giorno del nostro battesimo.

Dico questa cosa per superare una terribile sindrome di molti

credenti; quella di lasciare i santi nelle nicchie, senza riuscire

a farli scendere nella concretezza della vita.

I santi sono persone speciali, super, che non conoscono la fatica

del credere e la noia del quotidiano? NO!

Niente di più sbagliato!

Come noi hanno creduto, come noi hanno lottato, come noi sono

caduti per poi rialzarsi.

Maria Immacolata c’incoraggia, nel tempo dell’Avvento, a vivere

nella tenerezza di Dio, a  fidarci del Dio dell’impossibile, che ha

fatto grandi cose in Lei, e che può fare grandi cose in noi!

Imitiamo questa giovane grande donna, amici, da Lei possiamo

imparare a vivere veramente la fede nel Dio di Gesù,

Buona Festa dell’Immacolata, Fausto.