domenica 31 marzo 2024

Il Vangelo del Lunedì 1 Aprile 2024

 

Il Lunedì dell’Ottava di Pasqua.

Lunedì dell’Angelo

Prima lettura.

Dagli Atti degli Apostoli (2,14.22-32)

Allora Pietro con gli Undici si alzò in

piedi e a voce alta parlò a loro così:

"Uomini di Giudea, e voi tutti abitanti

di Gerusalemme, vi sia noto questo e

fate attenzione alle mie parole.

Uomini d'Israele, ascoltate queste parole:

Gesù di Nàzaret-uomo accreditato da Dio

presso di voi per mezzo di miracoli,

prodigi e segni, che Dio stesso fece tra

voi per opera sua, come voi sapete bene-,

consegnato a voi secondo il prestabilito

disegno e la prescienza di Dio, voi, per

mano di pagani, l'avete crocifisso

e l'avete ucciso.

Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai

dolori della morte, perché non era possibile

che questa lo tenesse in suo potere.

Dice infatti Davide a suo riguardo:

Contemplavo sempre il Signore innanzi

a me; egli sta alla mia destra, perché io

non vacilli.

Per questo si rallegrò il mio cuore ed

esultò la mia lingua, e anche la mia carne

riposerà nella speranza, perché tu non

abbandonerai la mia vita negli inferi né

permetterai che il tuo Santo subisca

la corruzione.

Mi hai fatto conoscere le vie della vita,

mi colmerai di gioia con la tua presenza.

Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente,

riguardo al patriarca Davide, che egli morì

e fu sepolto e il suo sepolcro è ancora

oggi fra noi.

Ma poiché era profeta e sapeva che Dio

gli aveva giurato solennemente di far

sedere sul suo trono un suo discendente,

previde la risurrezione di Cristo e ne parlò:

questi non fu abbandonato negli inferi,

né la sua carne subì la corruzione.

Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato e noi

tutti ne siamo testimoni.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Matteo (28,8-15) anno pari.

Abbandonato in fretta il sepolcro con

timore e gioia grande, le donne corsero

a dare l'annuncio ai suoi discepoli.

Ed ecco, Gesù venne loro incontro e

disse: "Salute a voi!".

Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono

i piedi e lo adorarono.

Allora Gesù disse loro: "Non temete;

andate ad annunciare ai miei fratelli che

vadano in Galilea: là mi vedranno".

Mentre esse erano in cammino, ecco,

alcune guardie giunsero in città e

annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto

quanto era accaduto.

Questi allora si riunirono con gli anziani

e, dopo essersi consultati, diedero una

buona somma di denaro ai soldati,

dicendo: "Dite così: "I suoi discepoli

sono venuti di notte e l'hanno rubato,

mentre noi dormivamo".

E se mai la cosa venisse all'orecchio del

governatore, noi lo persuaderemo e vi

libereremo da ogni preoccupazione".

Quelli presero il denaro e fecero secondo

le istruzioni ricevute.

Così questo racconto si è divulgato fra

i Giudei fino ad oggi.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Figuriamoci se non dovevano intorbidire

le acque già così torbide.

Gesù è vivo?

Andiamo, uomini del luminoso ventunesimo

secolo, figli di Piero Angela, che andate

massicciamente dai cartomanti e leggete

l’oroscopo, ma considerate pie leggende

tutto ciò che riguarda Dio!

Gesù non è risorto!

È solo un bel modo di dire che quel

Gesù era proprio un tipo in gamba!

Insomma, se volete smontare il

cristianesimo, negate la resurrezione.

Potete farlo, lo fanno in molti, lo hanno fatto

un quarto d’ora dopo la sua resurrezione.

Matteo, che scrive questa pagina forse

trent’anni dopo gli eventi, dice che quella

diceria si era diffusa fino a quei tempi.

Tenerissimo, Matteo!

La diceria si è diffusa fino ad oggi,

e lo resterà nei secoli!

Perché la resurrezione è questione di fede,

non è evidente, mettiamocelo in testa.

Se credete, credete alla testimonianza

degli apostoli, delle donne, di chi c'era

ed ha trovato una tomba vuota, nulla di più.

Gesù è davvero risorto, che ce ne

accorgiamo o no, che lo vogliamo o no,

che lo crediamo o no.

Il problema non è Lui.

Siamo noi, e la nostra poca fede.

È un percorso, certo, e invito tutti voi a farlo.

Ora abbiamo cinquanta giorni per

spalancare il nostro cuore alla gioia,

per convertirci, infine, alla resurrezione.

Buona festa dell’Angelo, Fausto.