venerdì 12 marzo 2021

Il Vangelo del Sabato 13 Marzo 2021

 

Della 3° settimana di Quaresima.

Santa Cristina di Persia, martire.

Prima lettura dal libro del profeta Osèa (6,1-6)

«Venite, ritorniamo al Signore: egli ci ha straziato ed egli ci guarirà.

Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà.

Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare, e noi vivremo

alla sua presenza.

Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l'aurora.

Verrà a noi come la pioggia d'autunno, come la pioggia di primavera

che feconda la terra».

Che dovrò fare per te, Èfraim, che dovrò fare per te, Giuda?

Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all'alba svanisce.

Per questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti, li ho uccisi con le parole della

mia bocca e il mio giudizio sorge come la luce: poiché voglio l'amore e non

il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocàusti.

Parola di Dio.

Dal Vangelo secondo Luca (18,9-14) anno dispari.

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano

l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini

salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano.

Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: "O Dio, ti ringrazio perché non sono

come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano.

Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo".

Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi

al cielo, ma si batteva il petto dicendo: "O Dio, abbi pietà di me peccatore".

Io vi dico: questi, a differenza dell'altro, tornò a casa sua giustificato, perché

chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

La feroce parabola del Signore ci invita a non vedere la nostra fede come un

gioiello da mostrare a Dio, come un’ulteriore occasione per sfoggiare le nostre

capacità spirituali.

Il fariseo che si compiace della propria devozione, in fondo, dice il vero; sta

veramente mettendocela tutta per vivere e osservare le tante regole che i rabbini

imponevano al pio israelita.

In cosa sbaglia, allora?

È consapevole della propria superiorità e si confronta col povero pubblicano,

oggettivamente peccatore, che non osa nemmeno alzare lo sguardo.

Non è con quelli più lontani da noi che dobbiamo confrontarci, ma con chi

ancora potremmo diventare, col progetto di santità che Dio ha su di noi!

Siamo sempre pronti a vedere le nostre piccole qualità e a sottolineare i nostri

piccoli meriti, se confrontati con le fragilità altrui, ecco perché io mi dichiaro

peccatore, più di voi che venite a leggere i miei commenti sul Vangelo.

Il Signore, invece, ci invita a guardare sempre e solo al nostro percorso,

guardando alla meta, non ai fratelli.

E Gesù conclude, amareggiato, che il fariseo esce dal tempio senza avere

incontrato Dio, perché il suo cuore è ricolmo di sé.

Il pubblicano, invece, ha preso consapevolezza del proprio vuoto.

Ora è pronto per essere colmato e, così dobbiamo essere tutti noi, io per primo,

facendoci aiutare dalla preghiera.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.