martedì 22 aprile 2025

Il Vangelo del Mercoledì 23 Aprile 2025

 

Del Mercoledì fra l’ottava di Pasqua.

San Giorgio, martire di Lydda.

Prima lettura.

Quello che ho te lo do: nel nome di

Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!

Dagli Atti degli Apostoli (3,1-10)

In quei giorni, Pietro e Giovanni

salivano al tempio per la preghiera

delle tre del pomeriggio.

Qui di solito veniva portato un uomo,

storpio fin dalla nascita; lo ponevano

ogni giorno presso la porta del tempio

detta Bella, per chiedere l'elemosina a

coloro che entravano nel tempio.

Costui, vedendo Pietro e Giovanni che

stavano per entrare nel tempio, li

pregava per avere un'elemosina.

Allora, fissando lo sguardo su di lui,

Pietro insieme a Giovanni disse:

«Guarda verso di noi».

Ed egli si volse a guardarli, sperando

di ricevere da loro qualche cosa.

Pietro gli disse: «Non possiedo né argento

né oro, ma quello che ho te lo do: nel

nome di Gesù Cristo, il Nazareno,

àlzati e cammina!».

Lo prese per la mano destra e lo sollevò.

Di colpo i suoi piedi e le caviglie si

rinvigorirono e, balzato in piedi, si mise

a camminare; ed entrò con loro nel tempio

camminando, saltando e lodando Dio.

Tutto il popolo lo vide camminare e

lodare Dio e riconoscevano che era

colui che sedeva a chiedere l'elemosina

alla porta Bella del tempio, e furono

ricolmi di meraviglia e stupore per

quello che gli era accaduto.

Parola di Dio.

Vangelo.

Riconobbero Gesù nello spezzare il pane.

Dal Vangelo secondo

Luca (24,13-35) anno dispari.

Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo

della settimana], due [dei discepoli]

erano in cammino per un villaggio di

nome Èmmaus, distante circa undici

chilometri da Gerusalemme,

e conversavano tra loro di tutto quello

che era accaduto.

Mentre conversavano e discutevano

insieme, Gesù in persona si avvicinò

e camminava con loro.

Ma i loro occhi erano impediti

a riconoscerlo.

Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi

discorsi che state facendo tra voi lungo

il cammino?».

Si fermarono, col volto triste; uno di loro,

di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei

forestiero a Gerusalemme!

Non sai ciò che vi è accaduto in

questi giorni?».

Domandò loro: «Che cosa?».

Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù,

il Nazareno, che fu profeta potente in

opere e in parole, davanti a Dio e a tutto

il popolo; come i capi dei sacerdoti e le

nostre autorità lo hanno consegnato per

farlo condannare a morte e lo

hanno crocifisso.

Noi speravamo che egli fosse colui che

avrebbe liberato Israele; con tutto ciò,

sono passati tre giorni da quando queste

cose sono accadute.

Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno

sconvolti; si sono recate al mattino alla

tomba e, non avendo trovato il suo corpo,

sono venute a dirci di aver avuto anche

una visione di angeli, i quali affermano

che egli è vivo.

Alcuni dei nostri sono andati alla tomba

e hanno trovato come avevano detto le

donne, ma lui non l'hanno visto».

Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere

in tutto ciò che hanno detto i profeti!

Non bisognava che il Cristo patisse queste

sofferenze per entrare nella sua gloria?».

E, cominciando da Mosè e da tutti i

profeti, spiegò loro in tutte le Scritture

ciò che si riferiva a lui.

Quando furono vicini al villaggio dove

erano diretti, egli fece come se dovesse

andare più lontano.

Ma essi insistettero: «Resta con noi,

perché si fa sera e il giorno è ormai

al tramonto».

Egli entrò per rimanere con loro.

Quando fu a tavola con loro, prese il

pane, recitò la benedizione, lo spezzò

e lo diede loro.

Allora si aprirono loro gli occhi

e lo riconobbero.

Ma egli sparì dalla loro vista.

Ed essi dissero l'un l'altro: «Non ardeva

forse in noi il nostro cuore mentre egli

conversava con noi lungo la via, quando

ci spiegava le Scritture?».

Partirono senza indugio e fecero ritorno

a Gerusalemme, dove trovarono riuniti

gli Undici e gli altri che erano con loro,

i quali dicevano: «Davvero il Signore

è risorto ed è apparso a Simone!».

Ed essi narravano ciò che era accaduto

lungo la via e come l'avevano riconosciuto

nello spezzare il pane.

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Due di loro si allontanano da Gerusalemme,

sono in cammino e parlano di tutto quello

che è successo, della morte del loro Maestro.

Come ama dire Luca, è in un contesto di

cammino che avviene l’incontro col Risorto.

Siamo in cammino, amici; in cammino,

alla scoperta di ciò che valiamo, alla

scoperta di cosa ci stiamo a fare su questa

terra, in cammino per scoprire il nostro

destino, la nostra chiamata.

Abbiamo tutta la vita per diventare uomini,

tutta la vita per convertirci al Vangelo.

È un’esperienza comune, reiterata,

quotidiana; abbiamo bisogno di tempo

e fatica per crescere, per capire.

Tuttavia, per quanto semplice, non è un

atteggiamento automatico; possiamo

impedirci di crescere, chiuderci a riccio

di fronte ai nostri (inevitabili) errori e

così ristagnare nelle nostre piccole

sicurezze (o grandi insicurezze).

Allora perché passiamo la vita a vedere

la nostra casa in costruzione e a lamentarci

di tutto ciò che non funziona, a notare di

più ciò che manca, rispetto a ciò che

già esiste?

Perché, in teoria, diciamo di essere in

cammino e, in pratica, vorremmo già

essere arrivati?

Perché tutta quest’intolleranza verso

noi stessi e gli altri, invece di pregare,

quest’incapacità a pazientare, ad

attendere che il seme cresca e porti frutto?

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato

il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta

la tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

rimetti a noi i nostri debiti come anche

noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia,

il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e

benedetto il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per

noi peccatori, adesso e nell'ora della

nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e

allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e

sempre, nei secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.