Del Battesimo del Signore.
San Gregorio di
Nissa, vescovo.
Prima lettura dal libro
del profeta Isaìa (55,1-11)
Così dice il Signore:
«O voi tutti assetati, venite all'acqua, voi che non avete denaro,
venite; comprate e
mangiate; venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte.
Perché spendete denaro
per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia?
Su, ascoltatemi e
mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti.
Porgete l'orecchio e
venite a me, ascoltate e vivrete.
Io stabilirò per voi
un'alleanza eterna, i favori assicurati a Davide.
Ecco, l'ho costituito
testimone fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni.
Ecco, tu chiamerai
gente che non conoscevi; accorreranno a te nazioni che non
ti conoscevano a causa
del Signore, tuo Dio, del Santo d'Israele, che ti onora.
Cercate il Signore,
mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino.
L'empio abbandoni la
sua via e l'uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore
che avrà misericordia
di lui e al nostro Dio che largamente perdona.
Perché i miei pensieri
non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie.
Oracolo del Signore.
Quanto il cielo
sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri
sovrastano i vostri pensieri.
Come infatti la
pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza
avere irrigato la
terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia
il seme a chi semina e
il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita
dalla mia bocca: non
ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che
desidero e senza aver
compiuto ciò per cui l'ho mandata».
Parola di Dio.
Seconda lettura dalla
prima lettera di san Giovanni apostolo (5,1-9)
Carissimi, chiunque
crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi
ama colui che ha
generato, ama anche chi da lui è stato generato.
In questo conosciamo
di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo
i suoi comandamenti.
In questo infatti
consiste l'amore di Dio, nell'osservare i suoi comandamenti;
e i suoi comandamenti
non sono gravosi.
Chiunque è stato
generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha
il mondo: la nostra
fede.
E chi è che vince il
mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio?
Egli è colui che è
venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l'acqua
soltanto, ma con
l'acqua e con il sangue.
Ed è lo Spirito che dà
testimonianza, perché lo Spirito è la verità.
Poiché tre sono quelli
che danno testimonianza: lo Spirito, l'acqua e il sangue,
e questi tre sono
concordi.
Se accettiamo la
testimonianza degli uomini, la testimonianza di Dio è superiore:
e questa è la
testimonianza di Dio, che egli ha dato riguardo al proprio Figlio.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo
Marco (1,7-11) anno B.
In quel tempo,
Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte
di me: io non sono
degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali.
Io vi ho battezzato
con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei
giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato
nel Giordano da
Giovanni.
E, subito, uscendo
dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere
verso di lui come una
colomba.
E venne una voce dal
cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto
il mio compiacimento».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
È breve il tempo natalizio.
Breve ma pieno di emozioni e di
forza, di provocazione e di inviti alla
conversione, per chi li vuole
accogliere.
E con oggi chiudiamo queste due
settimane passate ad accogliere l’inaudito
di Dio, a stupirci, come i
pastori, che scoprono che Dio viene apposta per gli
sconfitti, a interrogarci come i
magi, che sono curiosi davanti alla vita,
a meditare come fa Maria, che
tesse la sua vita intorno alla Parola.
Archiviamo il Natale con
un’ultima riflessione, densa, immensa, destabilizzante.
Quel Gesù che abbiamo lasciato
nella culla, riconosciuto dai magoi, lo ritroviamo
oggi adulto, penitente fra i
penitenti, a farsi battezzare nel Giordano da Giovanni
il predicatore.
Come ho già avuto modo di
scrivere, mi piacerebbe che la Chiesa, prima di
tornare al tempo ordinario,
celebrasse altre due feste; la memoria della fuga
in Egitto, per ricordarci che Dio
è stato un clandestino trattato male dai
benpensanti di tutti i tempi e la
solennità della quotidianità di Nazareth, per
fermarci alla soglia del mistero
di un Dio che per trent’anni costruisce sgabelli.
In attesa di questa improbabile
riforma liturgica, accodiamoci alla folla che
scende da Gerusalemme per
incontrare il battezzatore, Giovanni profeta.
Non si dilunga nei particolari,
Marco, come al suo solito.
Non parla della nascita di Gesù e
nemmeno della sua infanzia.
Lo troviamo adulto, Gesù, pronto
a farsi battezzare.
Anche Giovanni è descritto con
pochi tratti, senza lasciare spazio alle
Illazioni e all’emozione.
Gesù si mette in fila per il
battesimo.
Non ne ha bisogno, il suo cuore
non è oscurato dalla tenebra, in Lui la presenza
di Dio è assoluta.
Eppure vuole condividere il
bisogno intimo dell’uomo di liberazione e di pace.
Non fa finta, Gesù, non accetta
vantaggi, in tutto è simile all’uomo.
In tutto eccetto nel peccato che,
appunto, è l’anti-umanità.
Questa sua vicinanza all’uomo si
manifesterà ancora durante la sua vita pubblica.
Dio non approfitta del suo essere
Dio; vuole fare esperienza di umanità, senza trucco.
Dopo avere ricevuto il battesimo
Gesù sente il Padre che gli rivela la sua missione,
la sua profonda identità.
Egli è il Figlio amato, di cui
Dio si compiace.
Si compiace, Dio, nel vederlo
solidale con i peccatori.
Si compiace, nel vederlo farsi
discepolo.
Matteo e Luca dicono che tutti
sentono la manifestazione di Dio, la teofania.
Marco, invece, ci dice che Gesù
solo la sperimenta.
Anche nella nostra vita, a volte,
abbiamo bisogno di svolte, di manifestazioni, di
chiavi di lettura, e Dio si
rivela se il nostro agire è trasparente, se la nostra vita è retta.
Cristo è nato nella storia,
tornerà nella gloria.
Ma come farlo nascere, ora, nei
nostri cuori?
Il battesimo rappresenta
l’ingresso nella vita nuova in Cristo.
Da sempre, da subito, i cristiani
hanno capito che quello era il gesto nuovo da
compiere per siglare la
conversione, per suggellare la volontà di cambiamento.
Esisteva già un battesimo, quello
del Battista, un gesto di purificazione, di vita,
così come l’acqua lava e
purifica, dà vita agli uomini e ai vegetali.
Ma Gesù si battezza nello Spirito
Santo e propone ai suoi discepoli di diventare
tali nel battesimo.
Storicamente, lo sappiamo bene,
il battesimo è stato amministrato ai bambini.
Non è un abuso della volontà di
Cristo; le primitive comunità battezzavano
intere famiglie.
Resta il fatto che siamo stati
battezzati quando eravamo inconsapevoli, incapaci
di cogliere la profondità del
gesto che i nostri genitori compivano al nostro posto.
Gli anni del catechismo,
“recupero” della preparazione battesimale, non sono serviti
a raggiungere la presa di
coscienza della grandezza dell’appartenere a Cristo.
Ma adesso che siamo adulti
possiamo farlo, possiamo riappropriarci del battesimo.
Col battesimo è stato messo nel
nostro cuore il seme della presenza di Dio.
Non una magia, non una rito
scaramantico, ma un seme.
Va coltivato, il seme, per poter
crescere e per portare frutto.
Il padrino era colui che, nella
Chiesa primitiva, aiutava il seme a crescere.
Dio è in noi, inutile cercarlo
all’esterno.
Dio è in noi e tutto ciò che ci
porta “dentro” ci avvicina a Dio.
Il silenzio, la musica, la
natura, l’arte, la letteratura, ci portano “dentro” noi stessi,
ci accompagnano alle soglie del
mistero.
Col battesimo siamo diventati
cristiani.
Spesso portiamo il nome di un santo.
I santi sono coloro il cui seme
del battesimo è diventato un albero frondoso
alla cui ombra ci riposiamo.
Siamo diventati concittadini dei
santi e famigliari di Dio.
I santi sono sugli spalti a far
tifo per noi, che giochiamo nel campo la partita della vita.
Non siamo soli.
Col battesimo ci è tolto il
peccato originale, la fragilità che tutti portiamo nel cuore,
la macchia che ci impedisce di
essere liberi.
Cristo ci libera da questa
fragilità; diventiamo capaci di amare.
Ecco cosa è successo il giorno
del nostro battesimo, anche se non ce ne siamo
accorti, anche se eravamo troppo
piccoli.
Ora siamo cresciuti, ora siamo
consapevoli.
Come diceva sant’Ireneo;
cristiano, diventa ciò che sei.
Ed allora, amici,
cerchiamo di ricordare sempre il nostro momento in cui siamo
diventati persone
libere; il nostro Battesimo, aiutandoci con la preghiera.
Santa festa del
Battesimo del Signore Gesù, Fausto.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio,
ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.