domenica 26 marzo 2023

Il Vangelo del Lunedì 27 Marzo 2023

 

Della 5° settimana di Quaresima.

San Ruperto, vescovo.

Prima Lettura

Io muoio innocente.

Dal libro del profeta Daniele (13,1-9.15-17.19-30.33-62)

In quei giorni, abitava a Babilonia un uomo

chiamato Ioakìm, il quale aveva sposato

una donna chiamata Susanna, figlia di

Chelkìa, di rara bellezza e timorata di Dio.

suoi genitori, che erano giusti, avevano

educato la figlia secondo la legge di Mosè.

Ioakìm era molto ricco e possedeva un

giardino vicino a casa, ed essendo stimato

più di ogni altro, i Giudei andavano da lui.

In quell'anno erano stati eletti giudici del

popolo due anziani; erano di quelli di cui

il Signore ha detto: «L'iniquità è uscita da

Babilonia per opera di anziani e di giudici,

che solo in apparenza sono guide del popolo».

Questi frequentavano la casa di Ioakìm,

e tutti quelli che avevano qualche lite da

risolvere si recavano da loro.

Quando il popolo, verso il mezzogiorno,

se ne andava, Susanna era solita recarsi

a passeggiare nel giardino del marito.

I due anziani, che ogni giorno la vedevano

andare a passeggiare, furono presi da

un'ardente passione per lei: persero il

lume della ragione, distolsero gli occhi

per non vedere il Cielo e non ricordare

i giusti giudizi.

Mentre aspettavano l'occasione favorevole,

Susanna entrò, come al solito, con due

sole ancelle, nel giardino per fare il bagno,

poiché faceva caldo.

Non c'era nessun altro al di fuori dei due

anziani, nascosti a spiarla.

Susanna disse alle ancelle: «Portatemi

l'unguento e i profumi, poi chiudete la

porta, perché voglio fare il bagno».

Appena partite le ancelle, i due anziani

uscirono dal nascondiglio, corsero da lei

e le dissero: «Ecco, le porte del giardino

sono chiuse, nessuno ci vede e noi

bruciamo di passione per te; acconsenti

e concediti a noi.

In caso contrario ti accuseremo; diremo

che un giovane era con te e perciò hai

fatto uscire le ancelle».

Susanna, piangendo, esclamò: «Sono

in difficoltà da ogni parte.

Se cedo, è la morte per me; se rifiuto,

non potrò scampare dalle vostre mani.

Meglio però per me cadere innocente

nelle vostre mani che peccare davanti

al Signore!».

Susanna gridò a gran voce.

Anche i due anziani gridarono contro di

lei e uno di loro corse alle porte del

giardino e le aprì.

I servi di casa, all'udire tale rumore in

giardino, si precipitarono dalla porta laterale

per vedere che cosa le stava accadendo.

Quando gli anziani ebbero fatto il loro

racconto, i servi si sentirono molto

confusi, perché mai era stata detta

una simile cosa di Susanna.

Il giorno dopo, quando il popolo si

radunò nella casa di Ioakìm, suo marito,

andarono là anche i due anziani, pieni

di perverse intenzioni, per condannare

a morte Susanna.

Rivolti al popolo dissero: «Si faccia

venire Susanna, figlia di Chelkìa,

moglie di Ioakìm».

Mandarono a chiamarla ed ella venne

con i genitori, i figli e tutti i suoi parenti.

Tutti i suoi familiari e amici piangevano.

I due anziani si alzarono in mezzo al

popolo e posero le mani sulla sua testa.

Ella piangendo alzò gli occhi al cielo,

con il cuore pieno di fiducia nel Signore.

Gli anziani dissero: «Mentre noi stavamo

passeggiando soli nel giardino, è venuta

con due ancelle, ha chiuso le porte del

giardino e poi ha licenziato le ancelle.

Quindi è entrato da lei un giovane, che

era nascosto, e si è unito a lei.

Noi, che eravamo in un angolo del

giardino, vedendo quella iniquità ci

siamo precipitati su di loro.

Li abbiamo sorpresi insieme, ma non

abbiamo potuto prendere il giovane

perché, più forte di noi, ha aperto la

porta ed è fuggito.

Abbiamo preso lei e le abbiamo

domandato chi era quel giovane,

ma lei non ce l'ha voluto dire.

Di questo noi siamo testimoni».

La moltitudine prestò loro fede, poiché

erano anziani e giudici del popolo,

e la condannò a morte.

Allora Susanna ad alta voce esclamò:

«Dio eterno, che conosci i segreti, che

conosci le cose prima che accadano,

tu lo sai che hanno deposto il falso

contro di me!

Io muoio innocente di quanto essi

iniquamente hanno tramato contro di me».

E il Signore ascoltò la sua voce.

Mentre Susanna era condotta a morte,

il Signore suscitò il santo spirito di un

giovanetto, chiamato Daniele, il quale

si mise a gridare: «Io sono innocente

del sangue di lei!».

Tutti si voltarono verso di lui dicendo:

«Che cosa vuoi dire con queste tue parole?».

Allora Daniele, stando in mezzo a loro,

disse: «Siete così stolti, o figli d'Israele?

Avete condannato a morte una figlia

d'Israele senza indagare né appurare

la verità!

Tornate al tribunale, perché costoro

hanno deposto il falso contro di lei».

Il popolo tornò subito indietro e gli

anziani dissero a Daniele: «Vieni,

siedi in mezzo a noi e facci da maestro,

poiché Dio ti ha concesso le prerogative

dell'anzianità».

Daniele esclamò: «Separàteli bene l'uno

dall'altro e io li giudicherò».

Separàti che furono, Daniele disse al

primo: «O uomo invecchiato nel male!

Ecco, i tuoi peccati commessi in passato

vengono alla luce, quando davi sentenze

ingiuste, opprimendo gli innocenti e

assolvendo i malvagi, mentre il Signore

ha detto: Non ucciderai il giusto e l'innocente.

Ora, dunque, se tu hai visto costei, di': sotto

quale albero tu li hai visti stare insieme?».

Rispose: «Sotto un lentìsco».

Disse Daniele: «In verità, la tua menzogna

ti ricadrà sulla testa.

Già l'angelo di Dio ha ricevuto da Dio la

sentenza e ti squarcerà in due».

Allontanato questi, fece venire l'altro e

gli disse: «Stirpe di Canaan e non di

Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la

passione ti ha pervertito il cuore!

Così facevate con le donne d'Israele ed

esse per paura si univano a voi.

Ma una figlia di Giuda non ha potuto

sopportare la vostra iniquità.

Dimmi dunque, sotto quale albero li

hai sorpresi insieme?».

Rispose: «Sotto un léccio».

Disse Daniele: «In verità anche la tua

menzogna ti ricadrà sulla testa.

Ecco, l'angelo di Dio ti aspetta con la

spada in mano, per tagliarti in due e

così farti morire».

Allora tutta l'assemblea proruppe in grida

di gioia e benedisse Dio, che salva

coloro che sperano in lui.

Poi, insorgendo contro i due anziani,

ai quali Daniele aveva fatto confessare

con la loro bocca di avere deposto il falso,

fece loro subire la medesima pena che

avevano tramato contro il prossimo e,

applicando la legge di Mosè, li fece morire.

In quel giorno fu salvato il sangue innocente.

Parola di Dio.

Vangelo

Chi di voi è senza peccato, getti per

primo la pietra contro di lei.

Dal Vangelo secondo Giovanni (8,1-11) anno dispari.

In quel tempo, Gesù si avviò verso

il monte degli Ulivi.

Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio

e tutto il popolo andava da lui.

Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.

Allora gli scribi e i farisei gli condussero

una a sorpresa in adultèrio, la posero in

mezzo e gli dissero: «Maestro, questa

donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio.

Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato

di lapidare donne come questa.

Tu che ne dici?».

Dicevano questo per metterlo alla prova

e per avere motivo di accusarlo.

Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere

col dito per terra.

Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo,

si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza

peccato, getti per primo la pietra contro di lei».

E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra.

Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per

uno, cominciando dai più anziani.

Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo.

Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono?

Nessuno ti ha condannata?».

Ed ella rispose: «Nessuno, Signore».

E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno;

va’ e d’ora in poi non peccare più».

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Gesù non condanna la donna, anche se è

stata colta in flagrante adulterio, ma le

raccomanda di non peccare più.

Questo ci aiuta a capire come il Signore

si comporta con noi; in genere, noi siamo

portati a sentire molto il senso di colpa

per ciò che compiamo e che sappiamo

non essere in linea con la Legge di Dio.

Eppure, chissà come mai, subito dopo

aver chiesto perdono dimentichiamo,

come se niente fosse avvenuto, tutto

quanto e siamo pronti per ricominciare

con il nostro comportamento che ci

allontana da Dio.

Egli non ci condanna, anche se ricorriamo

a Lui un’infinità di volte; però Egli

vorrebbe vedere da noi un minimo di

buona volontà per evitare di ritrovarci

nuovamente a commettere certi peccati.

Decidere di cambiare vita e di eliminare

alcune cattive abitudini può già essere

un buon modo per iniziare bene.

Io però amici, qualche tempo fa ho messo

in crisi il mio padre spirituale, per il

semplice motivo che, ad una sua domanda;

se mi piaceva tanto peccare; io risposi, sì,

lui rimase allibito; ma gli diedi una

spiegazione del perché che lo fece

sorridere, gli dissi, che secondo me noi

siamo legati con un filo dal nostro

ombellico al suo ombellico, ed ogni volta

che commetto un peccato quel filo si

spezza, ed ogni volta che chiedo

perdono, Dio riallaccia quel filo;

ed allora, mi disse cosa centra, beh,

credo che ogni volta che Dio mi

riallaccia il filo, il filo si accorcia ed

a forza di peccati e confessioni io mi

avvicino sempre di più a Dio.

Non vi dico la sua risposta, era da

censura, ma voi amici, non seguite

il mio esempi mi raccomando, ma

piuttosto pregate perché mi converta.

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il

tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua

volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a

noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai

nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male. Amen.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto

del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, ora, e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.