Della 5° settimana di Quaresima.
San Ruperto,
vescovo.
Prima Lettura
Io muoio innocente.
Dal libro del profeta
Daniele (13,1-9.15-17.19-30.33-62)
In quei giorni,
abitava a Babilonia un uomo
chiamato Ioakìm, il
quale aveva sposato
una donna chiamata
Susanna, figlia di
Chelkìa, di rara
bellezza e timorata di Dio.
suoi genitori, che
erano giusti, avevano
educato la figlia
secondo la legge di Mosè.
Ioakìm era molto ricco
e possedeva un
giardino vicino a casa,
ed essendo stimato
più di ogni altro, i
Giudei andavano da lui.
In quell'anno erano
stati eletti giudici del
popolo due anziani;
erano di quelli di cui
il Signore ha detto:
«L'iniquità è uscita da
Babilonia per opera di
anziani e di giudici,
che solo in apparenza
sono guide del popolo».
Questi frequentavano
la casa di Ioakìm,
e tutti quelli che
avevano qualche lite da
risolvere si recavano
da loro.
Quando il popolo,
verso il mezzogiorno,
se ne andava, Susanna
era solita recarsi
a passeggiare nel
giardino del marito.
I due anziani, che
ogni giorno la vedevano
andare a passeggiare,
furono presi da
un'ardente passione
per lei: persero il
lume della ragione,
distolsero gli occhi
per non vedere il
Cielo e non ricordare
i giusti giudizi.
Mentre aspettavano
l'occasione favorevole,
Susanna entrò, come al
solito, con due
sole ancelle, nel
giardino per fare il bagno,
poiché faceva caldo.
Non c'era nessun altro
al di fuori dei due
anziani, nascosti a
spiarla.
Susanna disse alle
ancelle: «Portatemi
l'unguento e i
profumi, poi chiudete la
porta, perché voglio
fare il bagno».
Appena partite le
ancelle, i due anziani
uscirono dal
nascondiglio, corsero da lei
e le dissero: «Ecco,
le porte del giardino
sono chiuse, nessuno
ci vede e noi
bruciamo di passione
per te; acconsenti
e concediti a noi.
In caso contrario ti
accuseremo; diremo
che un giovane era con
te e perciò hai
fatto uscire le
ancelle».
Susanna, piangendo,
esclamò: «Sono
in difficoltà da ogni
parte.
Se cedo, è la morte
per me; se rifiuto,
non potrò scampare
dalle vostre mani.
Meglio però per me
cadere innocente
nelle vostre mani che
peccare davanti
al Signore!».
Susanna gridò a gran
voce.
Anche i due anziani
gridarono contro di
lei e uno di loro
corse alle porte del
giardino e le aprì.
I servi di casa,
all'udire tale rumore in
giardino, si
precipitarono dalla porta laterale
per vedere che cosa le
stava accadendo.
Quando gli anziani
ebbero fatto il loro
racconto, i servi si
sentirono molto
confusi, perché mai
era stata detta
una simile cosa di
Susanna.
Il giorno dopo, quando
il popolo si
radunò nella casa di
Ioakìm, suo marito,
andarono là anche i
due anziani, pieni
di perverse
intenzioni, per condannare
a morte Susanna.
Rivolti al popolo dissero:
«Si faccia
venire Susanna, figlia
di Chelkìa,
moglie di Ioakìm».
Mandarono a chiamarla
ed ella venne
con i genitori, i
figli e tutti i suoi parenti.
Tutti i suoi familiari
e amici piangevano.
I due anziani si
alzarono in mezzo al
popolo e posero le
mani sulla sua testa.
Ella piangendo alzò
gli occhi al cielo,
con il cuore pieno di
fiducia nel Signore.
Gli anziani dissero:
«Mentre noi stavamo
passeggiando soli nel
giardino, è venuta
con due ancelle, ha
chiuso le porte del
giardino e poi ha
licenziato le ancelle.
Quindi è entrato da
lei un giovane, che
era nascosto, e si è
unito a lei.
Noi, che eravamo in un
angolo del
giardino, vedendo
quella iniquità ci
siamo precipitati su
di loro.
Li abbiamo sorpresi
insieme, ma non
abbiamo potuto
prendere il giovane
perché, più forte di
noi, ha aperto la
porta ed è fuggito.
Abbiamo preso lei e le
abbiamo
domandato chi era quel
giovane,
ma lei non ce l'ha
voluto dire.
Di questo noi siamo
testimoni».
La moltitudine prestò
loro fede, poiché
erano anziani e
giudici del popolo,
e la condannò a morte.
Allora Susanna ad alta
voce esclamò:
«Dio eterno, che
conosci i segreti, che
conosci le cose prima
che accadano,
tu lo sai che hanno
deposto il falso
contro di me!
Io muoio innocente di
quanto essi
iniquamente hanno
tramato contro di me».
E il Signore ascoltò
la sua voce.
Mentre Susanna era
condotta a morte,
il Signore suscitò il
santo spirito di un
giovanetto, chiamato
Daniele, il quale
si mise a gridare: «Io
sono innocente
del sangue di lei!».
Tutti si voltarono
verso di lui dicendo:
«Che cosa vuoi dire
con queste tue parole?».
Allora Daniele, stando
in mezzo a loro,
disse: «Siete così
stolti, o figli d'Israele?
Avete condannato a
morte una figlia
d'Israele senza
indagare né appurare
la verità!
Tornate al tribunale,
perché costoro
hanno deposto il falso
contro di lei».
Il popolo tornò subito
indietro e gli
anziani dissero a
Daniele: «Vieni,
siedi in mezzo a noi e
facci da maestro,
poiché Dio ti ha
concesso le prerogative
dell'anzianità».
Daniele esclamò:
«Separàteli bene l'uno
dall'altro e io li
giudicherò».
Separàti che furono,
Daniele disse al
primo: «O uomo
invecchiato nel male!
Ecco, i tuoi peccati
commessi in passato
vengono alla luce,
quando davi sentenze
ingiuste, opprimendo
gli innocenti e
assolvendo i malvagi,
mentre il Signore
ha detto: Non
ucciderai il giusto e l'innocente.
Ora, dunque, se tu hai
visto costei, di': sotto
quale albero tu li hai
visti stare insieme?».
Rispose: «Sotto un
lentìsco».
Disse Daniele: «In
verità, la tua menzogna
ti ricadrà sulla
testa.
Già l'angelo di Dio ha
ricevuto da Dio la
sentenza e ti
squarcerà in due».
Allontanato questi,
fece venire l'altro e
gli disse: «Stirpe di
Canaan e non di
Giuda, la bellezza ti
ha sedotto, la
passione ti ha
pervertito il cuore!
Così facevate con le
donne d'Israele ed
esse per paura si
univano a voi.
Ma una figlia di Giuda
non ha potuto
sopportare la vostra
iniquità.
Dimmi dunque, sotto
quale albero li
hai sorpresi
insieme?».
Rispose: «Sotto un
léccio».
Disse Daniele: «In
verità anche la tua
menzogna ti ricadrà
sulla testa.
Ecco, l'angelo di Dio
ti aspetta con la
spada in mano, per
tagliarti in due e
così farti morire».
Allora tutta
l'assemblea proruppe in grida
di gioia e benedisse
Dio, che salva
coloro che sperano in
lui.
Poi, insorgendo contro
i due anziani,
ai quali Daniele aveva
fatto confessare
con la loro bocca di
avere deposto il falso,
fece loro subire la
medesima pena che
avevano tramato contro
il prossimo e,
applicando la legge di
Mosè, li fece morire.
In quel giorno fu
salvato il sangue innocente.
Parola di Dio.
Vangelo
Chi di voi è senza
peccato, getti per
primo la pietra
contro di lei.
Dal Vangelo secondo
Giovanni (8,1-11) anno dispari.
In quel tempo, Gesù si
avviò verso
il monte degli Ulivi.
Ma al mattino si recò
di nuovo nel tempio
e tutto il popolo
andava da lui.
Ed egli sedette e si
mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i
farisei gli condussero
una a sorpresa in
adultèrio, la posero in
mezzo e gli dissero:
«Maestro, questa
donna è stata sorpresa
in flagrante adultèrio.
Ora Mosè, nella Legge,
ci ha comandato
di lapidare donne come
questa.
Tu che ne dici?».
Dicevano questo per
metterlo alla prova
e per avere motivo di
accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si
mise a scrivere
col dito per terra.
Tuttavia, poiché
insistevano nell’interrogarlo,
si alzò e disse loro:
«Chi di voi è senza
peccato, getti per
primo la pietra contro di lei».
E, chinatosi di nuovo,
scriveva per terra.
Quelli, udito ciò, se
ne andarono uno per
uno, cominciando dai
più anziani.
Lo lasciarono solo, e
la donna era là in mezzo.
Allora Gesù si alzò e
le disse: «Donna, dove sono?
Nessuno ti ha
condannata?».
Ed ella rispose:
«Nessuno, Signore».
E Gesù disse:
«Neanch’io ti condanno;
va’ e d’ora in poi non
peccare più».
Parola del Signore.
Meditazione personale
sul Vangelo di oggi.
Gesù non condanna la donna, anche
se è
stata colta in flagrante
adulterio, ma le
raccomanda di non peccare più.
Questo ci aiuta a capire come il
Signore
si comporta con noi; in genere,
noi siamo
portati a sentire molto il senso
di colpa
per ciò che
compiamo e che sappiamo
non essere in
linea con la Legge di Dio.
Eppure, chissà come mai, subito
dopo
aver chiesto perdono
dimentichiamo,
come se niente fosse avvenuto,
tutto
quanto e siamo pronti per
ricominciare
con il nostro comportamento che
ci
allontana da Dio.
Egli non ci condanna, anche se
ricorriamo
a Lui un’infinità di volte; però
Egli
vorrebbe vedere da noi un minimo
di
buona volontà per evitare di
ritrovarci
nuovamente a commettere certi
peccati.
Decidere di cambiare vita e di
eliminare
alcune cattive abitudini può già
essere
un buon modo per iniziare bene.
Io però amici, qualche tempo fa
ho messo
in crisi il mio padre spirituale,
per il
semplice motivo che, ad una sua
domanda;
se mi piaceva tanto peccare; io
risposi, sì,
lui rimase allibito; ma gli diedi
una
spiegazione del perché che lo fece
sorridere, gli dissi, che secondo
me noi
siamo legati con un filo dal
nostro
ombellico al suo ombellico, ed
ogni volta
che commetto un peccato quel filo
si
spezza, ed ogni volta che chiedo
perdono, Dio riallaccia quel
filo;
ed allora, mi disse cosa centra,
beh,
credo che ogni volta che Dio mi
riallaccia il filo, il filo si
accorcia ed
a forza di peccati e confessioni
io mi
avvicino sempre di più a Dio.
Non vi dico la sua risposta, era
da
censura, ma voi amici, non seguite
il mio esempi mi raccomando, ma
piuttosto pregate perché mi
converta.
Padre nostro che sei
nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo
così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai
nostri debitori, e non
abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di
grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel
principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli.
Amen.