giovedì 2 luglio 2015

Il Vangelo del Venerdì 3 Luglio 2015

1° Lettura dalla lettera di san Paolo apostolo
agli Efesìni (2,19-22)
Dal Vangelo secondo Giovanni (20,24-29) anno B
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non
era con loro quando venne Gesù.
Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!».
Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno
dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi
e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e
c’era con loro anche Tommaso.
Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e
disse: «Pace a voi!».
Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le
mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco;
e non essere incredulo, ma credente!».
Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!».
Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto;
beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
La nostra fede si poggia sul fondamento degli apostoli.
Ma se riflettiamo meglio, ci rendiamo conto che essi
non erano affatto dei super uomini.
Essi erano persone come noi che nonostante la
convivenza accanto a Gesù per tre anni manifestarono
tutto il loro limite e la loro inconsistenza.
Eppure, Gesù si è fidato proprio di loro, e non di altri.
Per questo motivo la nostra fede si fonda sulla
testimonianza di dodici uomini che hanno sperimentato
nella loro vita la bontà di Dio che supera ogni peccato,
ogni tradimento e rinnegamento.
L’amore di Dio copre ogni nostro errore e ogni volta
che ci accostiamo a Lui con cuore contrito ed umiliato,
Egli ci rende creature nuove.
Si tratta solo di lasciarsi trasformare dal suo amore,
proprio come Lui fece con gli apostoli.
Non è facile, anche Tommaso, uno dei dodici,
fece tanta fatica.
La ricerca dell’evidenza a tutti i costi, a volte,
può giocare brutti scherzi.
Tommaso pensava che si può credere solo in ciò che
è evidente e dimostrabile.
I miracoli di Gesù erano verificabili, ma come si fa a
credere nella sua risurrezione, senza aver posto le
proprio dita nel suo costato?
Nel celebre dipinto di Caravaggio, Tommaso introduce
con sguardo stupito le sue dita nel costato di Gesù,
sperimentando con meraviglia la concretezza del suo
corpo glorioso; quel dipinto vuole trasmetterci la fisicità
di Gesù il quale porta l’apostolo incredulo a fare
esperienza del suo corpo risuscitato.
Ci sono tanti modi per sperimentare la presenza del
Signore Gesù risorto nella nostra vita; apriamoci alla
beatitudine della fede, ed anche noi lo vedremo
come Tommaso, aiutandoci con la preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.

Buona giornata, Fausto.