domenica 19 marzo 2023

Il Vangelo del Lunedì 20 Marzo 2023

 

Della 4° settimana di Quaresima.

San Giuseppe, Sposo della beata Vergine Maria.

Prima Lettura

Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre.

Dal secondo libro di Samuèle (7,4-5a.12-14a.16)

In quei giorni, fu rivolta a Natan questa

parola del Signore: «Va' e di' al mio servo

Davide: Così dice il Signore: "Quando i

tuoi giorni saranno compiuti e tu

dormirai con i tuoi padri, io susciterò un

tuo discendente dopo di te, uscito dalle

tue viscere, e renderò stabile il suo regno.

Egli edificherà una casa al mio nome e

io renderò stabile il trono del suo regno

per sempre.

Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio.

La tua casa e il tuo regno saranno saldi

per sempre davanti a te, il tuo trono sarà

 reso stabile per sempre"».

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal 88 (89)

Ripetiamo. In eterno durerà la sua discendenza.

 

Canterò in eterno l'amore del Signore,

di generazione in generazione farò

conoscere con la mia bocca la tua

fedeltà, perché ho detto: «È un amore

edificato per sempre; nel cielo rendi

stabile la tua fedeltà». R.

 

«Ho stretto un'alleanza con il mio eletto,

ho giurato a Davide, mio servo.

Stabilirò per sempre la tua discendenza,

di generazione in generazione edificherò

il tuo trono». R.

 

«Egli mi invocherà: "Tu sei mio padre,

mio Dio e roccia della mia salvezza".

Gli conserverò sempre il mio amore,

la mia alleanza gli sarà fedele». R.

 

Seconda Lettura

Egli credette, saldo nella speranza

contro ogni speranza.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai

Romani (4,13.16-18.22)

Fratelli, non in virtù della Legge fu data

ad Abramo, o alla sua discendenza, la

promessa di diventare erede del mondo,

ma in virtù della giustizia che viene dalla fede.

Eredi dunque si diventa in virtù della fede,

perché sia secondo la grazia, e in tal modo

la promessa sia sicura per tutta la discendenza:

non soltanto per quella che deriva dalla

Legge, ma anche per quella che deriva

dalla fede di Abramo, il quale è padre

di tutti noi-come sta scritto: «Ti ho

costituito padre di molti popoli»-davanti

al Dio nel quale credette, che dà vita ai morti

e chiama all'esistenza le cose che non esistono.

Egli credette, saldo nella speranza contro

ogni speranza, e così divenne padre di molti

popoli, come gli era stato detto: «Così sarà

la tua discendenza».

Ecco perché gli fu accreditato come giustizia.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Lode e onore a te, Signore Gesù!

 

Beato chi abita nella tua casa, Signore:

senza fine canta le tue lodi. (Sal 83 (84),5)

 

Lode e onore a te, Signore Gesù!

 

Vangelo

Giuseppe fece come gli aveva ordinato

l'angelo del Signore.

Dal Vangelo secondo Matteo (1,16.18-21.24a) anno dispari.

Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di

Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria,

essendo promessa sposa di Giuseppe, prima

che andassero a vivere insieme si trovò

incinta per opera dello Spirito Santo.

Giuseppe suo sposo, poiché era uomo

giusto e non voleva accusarla pubblicamente,

pensò di ripudiarla in segreto.

Mentre però stava considerando queste

cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo

del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio

di Davide, non temere di prendere con te

Maria, tua sposa.

Infatti il bambino che è generato in lei

viene dallo Spirito Santo; ella darà alla

luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli

infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece

come gli aveva ordinato l'angelo del Signore.

Parola del Signore.

Meditazione personale sul Vangelo di oggi.

Giuseppe il grande e il giusto.

Parliamo un pò, amici, di Giuseppe uomo giusto.

Colui che ha saputo donarci una grande

pagina poetica di fiducia e abbandono nel Signore.

Giuseppe sta organizzando casa per

accogliere Maria.

È un bravo ragazzo, un onesto lavoratore

ed è sufficientemente devoto, insomma;

un buon partito.

È contento di accogliere Maria, che è una

ragazza timida ma decisa, gentile e di

bell’aspetto; molti lo considerano fortunato

di avere in sposa la piccola adolescente

di Nazareth.

In questo clima di festa matrimoniale,

arriva la doccia fredda.

Matteo, tutela della privacy, non ci spiega

come Giuseppe sia venuto a conoscenza

della gravidanza di Maria.

Dubito che si siano incontrati, forse è stata la

madre Anna a comunicargli la notizia, chissà.

Possiamo, però immaginare la notte insonne

di Giuseppe, la peggiore della sua vita.

Ma come? Maria?

La mia piccola Maria?

E chi sarà il padre?

Io che pensavo fosse una così brava ragazza!

Che stupido sono stato!

Ma ci sarà una ragione, qualcuno avrà

abusato della sua gentilezza!

Giuseppe non riesce a prendere sonno,

si gira e si rigira sul giaciglio, come fa la

porta sui cardini.

Ma, oltre alla profonda ferita di un amore tradito,

Giuseppe deve affrontare l’incubo del futuro.

Cosa deve fare?

A norma di legge (Dt 22,21), Giuseppe

deve svegliarsi e radunare altri uomini

della comunità dicendo che quel bambino

non è suo, e subito Maria sarà lapidata a morte.

Per essere un buon credente e un devoto,

deve uccidere Maria.

(Non è folle amici che, a volte, gli uomini

compiano cose orribili in nome di Dio?).

Giuseppe deve informare il rabbino del

fattaccio e ripudiare la futura sposa, che

rimarrà a casa dei propri genitori piena

di vergogna, segnata per tutta la vita.

E, a questo punto, succede l’incredibile.

Giuseppe, che è un giusto, trova una

soluzione. Mentirà.

Il mentitore giusto.

Dirà che si è stancato di Maria, la

ripudierà, salvandole l’onore.

Certo, nessuno prenderà più in sposa una

donna che ha avuto un figlio da un altro

uomo, ma, almeno, girerà a testa alta nelle

strade di Nazareth.

Giuseppe è grandioso; non rispetta la Legge

attribuita a Dio e decide di mentire.

Matteo ci dice che Giuseppe è giusto.

A volte la legge di Dio, quella autentica,

passa attraverso la trasgressione della

legge degli uomini, quella attribuita a Dio.

Giusto è un titolo straordinario, in Israele.

È, forse, il più bel complimento che si

possa fare ad un ebreo.

Giuseppe è giusto come Dio è giusto,

perché non giudica secondo le apparenze,

perché si sacrifica, supera il suo orgoglio di

maschio ferito (terribile!), e salva Maria e Dio.

Immenso Giuseppe, falegname abituato a

riconoscere l’essenza di un legno, a piallare

un asse, non ad inseguire fini ragionamenti

che lo mettono in crisi!

Ha deciso, anche se continua a non

prendere sonno.

E, proprio quando ha scelto di salvare

Maria, quando si è dato pace, quando ha

superato il proprio orgoglio, arriva, in

sogno, un angelo che lo rassicura.

Va tutto bene, gli dice l’angelo, hai a

che fare col mistero.

Fai bene a fidarti di Maria, è prodigioso

ciò che le è capitato, colui che porta in

grembo non è il figlio di un altro uomo,

ma di Dio stesso.

(Caspita, mica una barzelletta, attenti amici

a sognare, che poi ci possono essere

delle sorprese!).

Maria lo partorirà e tu, Giuseppe, gli darai il

nome, cioè l’identità, il carattere, l’educazione.

A Maria l’angelo chiede di collaborare.

A Giuseppe l’angelo chiede di insegnare

a Dio a diventare uomo.

Anche lui, Giuseppe, deve cambiare la sua

vita, i suoi desideri, le sue scelte, adeguarli

all’evento improvviso di un Dio che decide

di diventare uomo.

Giuseppe obbedisce; è grande!

Si sveglia e prende con sé Maria.

Leggo e rileggo questa conclusione sconcertante.

Si alza e obbedisce; fantastico!

Non fa commenti, non approfondisce

ulteriormente, si fida e basta, accetta,

accoglie, l’ho sempre detto io, per

imparare non dobbiamo andare dai

sapienti, ma dagli umili giusti.

La sua vita, ora, è radicalmente cambiata,

ma va bene così; ha a che fare con il

mistero di Dio.

Grandioso Giuseppe; uomo giusto, e noi?

Speriamo, la speranza non deve mai mancare.

Impariamo da Giuseppe a fidarci; ad avere

fiducia in Dio, a credere che Lui è venuto

a farsi uomo, perché tutti noi imparassimo

ad essere uomini.

Fidiamoci ciecamente, come ha fatto

Giuseppe, magari non riceveremo da

custodire suo Figlio, ma di farlo

conoscere ed amare, quello sì.

Rimango in attesa, allora, come

spero tutti voi amici, Fausto.