domenica 22 marzo 2020

Il Vangelo del Lunedì 23 Marzo 2020


Della 4° settimana del Tempo Ordinario.
S. Turibio de Mogrovejo, vescovo.
Prima lettura dal libro del profeta Isaìa (65,17-21)
Così dice il Signore: «Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra; non si ricorderà
più il passato, non verrà più in mente, poiché si godrà e si gioirà sempre di quello
che sto per creare, poiché creo Gerusalemme per la gioia, e il suo popolo per il gaudio.
Io esulterò di Gerusalemme, godrò del mio popolo.
Non si udranno più in essa voci di pianto, grida di angoscia.
Non ci sarà più un bimbo che viva solo pochi giorni, né un vecchio che dei suoi
giorni non giunga alla pienezza, poiché il più giovane morirà a cento anni e chi
non raggiunge i cento anni sarà considerato maledetto.
Fabbricheranno case e le abiteranno, pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto».
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Giovanni (4,43-54) anno pari.
In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea.
Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria.
Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto
tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch'essi infatti
erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino.
Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao.
Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli
chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete».
Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia».
Gesù gli rispose: «Va', tuo figlio vive».
Quell'uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!».
Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio.
Gli dissero: «Ieri, un'ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato».
Il padre riconobbe che proprio a quell'ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive»,
e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Gesù, qui e altrove; non vuole che le persone lo cerchino come se fosse un
piccolo maghetto, non vuole una fede legata a prodigi e al soprannaturale.
Così come ha rifiutato, nel deserto, di compiere prodigi per attirare l’attenzione,
anche qui Gesù manifesta fastidio per la richiesta del padre.
Il quale, imperterrito, tira diritto per la sua strada.
Ha ragione il Rabbì, e ci mancherebbe, poi magari ne possono discutere per ore.
Ma adesso, per favore, guarisca suo figlio.
Cede il Signore, come sempre, e lo invita a tornare a casa.
Nessuna garanzia, nessun segno, come per i dieci lebbrosi.
La guarigione, ogni guarigione, la nostra guarigione, avviene solo mentre
camminiamo, sempre.
Nessun miracolo avviene se non ne siamo coinvolti, se non iniziamo un
percorso e, il mio amici è stato tremendamente lungo.
Dio non vuole e non può cambiare una situazione se noi per primi non
mettiamo ogni nostro sforzo per cambiarla.
È vero, la mia era tremenda, mi sono sbucciato le ginocchia e fatto tanti
bernoccoli sulla testa e, ci sono riuscito solo attraverso la preghiera.  
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.