domenica 29 marzo 2020

Il Vangelo del Lunedì 30 Marzo 2020


Della 5° settimana di Quaresima.
Prima lettura dal libro del profeta Daniele (1,1-9.15-17.19-30.33-62)
In quei giorni, abitava a Babilonia un uomo chiamato Ioakìm, il quale aveva sposato
una donna chiamata Susanna, figlia di Chelkìa, di rara bellezza e timorata di Dio.
I suoi genitori, che erano giusti, avevano educato la figlia secondo la legge di Mosè.
Ioakìm era molto ricco e possedeva un giardino vicino a casa, ed essendo
stimato più di ogni altro, i Giudei andavano da lui.
In quell'anno erano stati eletti giudici del popolo due anziani; erano di quelli di
cui il Signore ha detto: «L'iniquità è uscita da Babilonia per opera di anziani e
di giudici, che solo in apparenza sono guide del popolo».
Questi frequentavano la casa di Ioakìm, e tutti quelli che avevano qualche
lite da risolvere si recavano da loro.
Quando il popolo, verso il mezzogiorno, se ne andava, Susanna era solita
recarsi a passeggiare nel giardino del marito.
I due anziani, che ogni giorno la vedevano andare a passeggiare, furono presi
da un'ardente passione per lei: persero il lume della ragione, distolsero gli occhi
per non vedere il Cielo e non ricordare i giusti giudizi.
Mentre aspettavano l'occasione favorevole, Susanna entrò, come al solito, con
due sole ancelle, nel giardino per fare il bagno, poiché faceva caldo.
Non c'era nessun altro al di fuori dei due anziani, nascosti a spiarla.
Susanna disse alle ancelle: «Portatemi l'unguento e i profumi, poi chiudete la
porta, perché voglio fare il bagno».
Appena partite le ancelle, i due anziani uscirono dal nascondiglio, corsero da lei
e le dissero: «Ecco, le porte del giardino sono chiuse, nessuno ci vede e noi
bruciamo di passione per te; acconsenti e concediti a noi.
In caso contrario ti accuseremo; diremo che un giovane era con te e perciò
hai fatto uscire le ancelle».
Susanna, piangendo, esclamò: «Sono in difficoltà da ogni parte.
Se cedo, è la morte per me; se rifiuto, non potrò scampare dalle vostre mani.
Meglio però per me cadere innocente nelle vostre mani che peccare davanti al Signore!».
Susanna gridò a gran voce.
Anche i due anziani gridarono contro di lei e uno di loro corse alle porte del giardino e le aprì.
I servi di casa, all'udire tale rumore in giardino, si precipitarono dalla porta
laterale per vedere che cosa le stava accadendo.
Quando gli anziani ebbero fatto il loro racconto, i servi si sentirono molto
confusi, perché mai era stata detta una simile cosa di Susanna.
Il giorno dopo, quando il popolo si radunò nella casa di Ioakìm, suo marito, andarono
là anche i due anziani, pieni di perverse intenzioni, per condannare a morte Susanna.
Rivolti al popolo dissero: «Si faccia venire Susanna, figlia di Chelkìa, moglie di Ioakìm».
Mandarono a chiamarla ed ella venne con i genitori, i figli e tutti i suoi parenti.
Tutti i suoi familiari e amici piangevano.
I due anziani si alzarono in mezzo al popolo e posero le mani sulla sua testa.
Ella piangendo alzò gli occhi al cielo, con il cuore pieno di fiducia nel Signore.
Gli anziani dissero: «Mentre noi stavamo passeggiando soli nel giardino, è venuta
con due ancelle, ha chiuso le porte del giardino e poi ha licenziato le ancelle.
Quindi è entrato da lei un giovane, che era nascosto, e si è unito a lei.
Noi, che eravamo in un angolo del giardino, vedendo quella iniquità ci siamo
precipitati su di loro.
Li abbiamo sorpresi insieme, ma non abbiamo potuto prendere il giovane perché,
più forte di noi, ha aperto la porta ed è fuggito.
Abbiamo preso lei e le abbiamo domandato chi era quel giovane, ma lei non
ce l'ha voluto dire.
Di questo noi siamo testimoni».
La moltitudine prestò loro fede, poiché erano anziani e giudici del popolo, e la
condannò a morte.
Allora Susanna ad alta voce esclamò: «Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci
le cose prima che accadano, tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me!
Io muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me».
E il Signore ascoltò la sua voce.
Mentre Susanna era condotta a morte, il Signore suscitò il santo spirito di un giovanetto,
chiamato Daniele, il quale si mise a gridare: «Io sono innocente del sangue di lei!».
Tutti si voltarono verso di lui dicendo: «Che cosa vuoi dire con queste parole?».
Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: «Siete così stolti, o figli d'Israele?
Avete condannato a morte una figlia d'Israele senza indagare né appurare la verità!
Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di lei».
Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a Daniele: «Vieni, siedi in mezzo
a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha concesso le prerogative dell'anzianità».
Daniele esclamò: «Separàteli bene l'uno dall'altro e io li giudicherò».
Separàti che furono, Daniele disse al primo: «O uomo invecchiato nel male!
Ecco, i tuoi peccati commessi in passato vengono alla luce, quando davi sentenze
ingiuste, opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi, mentre il Signore
ha detto: Non ucciderai il giusto e l'innocente.
Ora, dunque, se tu hai visto costei, di': sotto quale albero tu li hai visti stare insieme?».
Rispose: «Sotto un lentisco».
Disse Daniele: «In verità, la tua menzogna ti ricadrà sulla testa.
Già l'angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti squarcerà in due».
Allontanato questi, fece venire l'altro e gli disse: «Stirpe di Canaan e non di Giuda,
la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore!
Così facevate con le donne d'Israele ed esse per paura si univano a voi.
Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la vostra iniquità.
Dimmi dunque, sotto quale albero li hai sorpresi insieme?».
Rispose: «Sotto un léccio».
Disse Daniele: «In verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla testa.
Ecco, l'angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano, per tagliarti in due
e così farti morire».
Allora tutta l'assemblea proruppe in grida di gioia e benedisse Dio, che salva
coloro che sperano in lui.
Poi, insorgendo contro i due anziani, ai quali Daniele aveva fatto confessare con
la loro bocca di avere deposto il falso, fece loro subire la medesima pena che
avevano tramato contro il prossimo e, applicando la legge di Mosè, li fece morire.
In quel giorno fu salvato il sangue innocente.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Giovanni (8,1-11) anno pari.
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi.
Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui.
Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero
in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.
Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa.
Tu che ne dici?».
Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra.
Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di
voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei».
E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra.
Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo.
Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono?
Nessuno ti ha condannata?».
Ed ella rispose: «Nessuno, Signore».
E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».
Parola del Signore.
Meditazione personale sul Vangelo di oggi.
Si fronteggiano due modi di vedere Dio e la vita; da una parte le regole,
la legge, l’odio sottile verso una donna (non ha nome!) colta in adulterio.
Dall’altra il volto di un Dio misericordioso.
Un Gesù pensieroso, triste, che rifiuta di incrociare lo sguardo carico d’odio
di chi gli sta accanto e scrive sul selciato del tempio.
Tace, il Signore, riflette, smorza la tensione.
Certo, questa donna ha peccato.
Ha tradito la fiducia di suo marito.
È colpevole, forse merita la morte.
Ma chi non ha mai peccato?
Se il metro di giudizio è la severità e l’intransigenza, chi potrà mai sopravvivere?
Dio ha dato una legge e va rispettata, ma se la trasgrediamo, Dio non ci
aspetta forse per perdonarci?
Ora tutti tacciono.
Già, messa così è tutta un’altra faccenda.
Ora se ne vanno, la donna resta sola con Dio. Grande Dio.
Pensiamo, se Dio condannasse a morte tutti quelli che hanno peccato, quanti
di noi rimarremmo su questa terra?
Io sarei il primo amici, che va all’inferno, perciò, amiamo, perdoniamo e preghiamo
per non cadere in tentazione.  
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, ora, e sempre,
nei secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.