mercoledì 27 maggio 2015

Il Vangelo del Giovedì 28 Maggio 2015

1° Lettura dal libro del Siràcide (42,15-26)
Dal Vangelo secondo Marco (10,46-52) anno B.
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico
insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio
di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo
la strada a mendicare.
Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a
gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi
pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli
gridava ancora più forte: «Figlio di Davide,
abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!».
Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio!
Àlzati, ti chiama!».
Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e
venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io
faccia per te?».
E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!».
E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato».
E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
Parola del Signore.
Riflessione personale sul Vangelo di oggi.
Se fossimo più attenti a quanto ci circonda e meno
frettolosi nella nostra vita, ci accorgeremo che ogni
cosa, nel creato, ha un ruolo importante e
determinato da Dio.
Questo perché la creazione stessa eleva all’Altissimo
un canto di lode e di adorazione.
Noi siamo la voce più qualificata e importante di
questo immenso coro, eppure, spesso proprio noi
manchiamo con la nostra voce e la nostra vita nel
dare lode a Dio. Perché?
Forse abbiamo perso quello sguardo di fede che ci
aiuta a capire che tutto, nella vita e nella creazione,
ha un senso; nulla è stato creato a caso e nulla
finisce nel caos.
Quando anche noi riusciamo a portare alla mente
e al cuore questa verità, allora la nostra lode si unisce
a quella di tutto il creato.
Come quella di Bartimèo.
Bartimèo, non è cieco dalla nascita, per questo chiede
al Signore di poter tornare a vedere.
Egli, effettivamente, sembra avere soltanto un problema
agli occhi; mentre le persone che sono attorno a lui,
sono ciechi nel cuore.
Si tratta, purtroppo, di un’altra cecità, che spesso ci
portiamo sin dalla nascita e di cui non siamo consapevoli.
La gente che circonda Bartimèo non sa riconoscere
nel suo grido la preghiera autentica di un uomo che
chiede aiuto a Dio, tante volte perché abbiamo troppa fretta.
Ma Gesù guarda al di là e, proprio per questo, vede cosa
c’è davvero nel suo cuore.
La conclusione del brano è il coronamento dell’esperienza
di Bartimèo; egli inizia a seguire Gesù, divenendone discepolo.
Vedere davvero significa riconoscere il passaggio
discreto di Gesù nella nostra vita.
Ed allora, tiriamo il freno a mano ed apriamo gli occhi,
quando passa il Signore che ci fa aprire gli occhi con
il collirio della preghiera.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il
tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua
volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a
noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori, e non ci indurre in tentazione,
ma liberaci dal male. Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto
del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Come era in principio ora e sempre nei
secoli dei secoli. Amen.
Buona giornata, Fausto.