sabato 11 gennaio 2025

Il Vangelo di Domenica 12 Gennaio 2025

 

Battesimo del Signore.

San Bernardo da Corleone, Religioso.

Prima Lettura.

Si rivelerà la gloria del Signore

e tutti gli uomini la vedranno.

Dal libro del profeta Isaìa (40,1-5.9-11)

«Consolate, consolate il mio

popolo-dice il vostro Dio-.

Parlate al cuore di Gerusalemme e

gridatele che la sua tribolazione è

compiuta, la sua colpa è scontata,

perché ha ricevuto dalla mano del

Signore il doppio per tutti i suoi peccati».

Una voce grida: «Nel deserto preparate

la via al Signore, spianate nella steppa

la strada per il nostro Dio.

Ogni valle sia innalzata, ogni monte e

ogni colle siano abbassati; il terreno

accidentato si trasformi in piano e quello

scosceso in vallata.

Allora si rivelerà la gloria del Signore e

tutti gli uomini insieme la vedranno,

perché la bocca del Signore ha parlato».

Sali su un alto monte, tu che annunci

liete notizie a Sion!

Alza la tua voce con forza, tu che annunci

liete notizie a Gerusalemme.

Alza la voce, non temere; annuncia alle

città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!

Ecco, il Signore Dio viene con potenza,

il suo braccio esercita il dominio.

Ecco, egli ha con sé il premio e la sua

ricompensa lo precede.

Come un pastore egli fa pascolare il

gregge e con il suo braccio lo raduna;

porta gli agnellini sul petto e conduce

dolcemente le pecore madri».

Parola di Dio.

 

Salmo Responsoriale dal Sal 103 (104)

Ripetiamo. Benedici il Signore, anima mia.

 

Sei tanto grande, Signore, mio Dio!

Sei rivestito di maestà e di splendore,

avvolto di luce come di un manto,

tu che distendi i cieli come una tenda. R.

 

Costruisci sulle acque le tue alte

dimore, fai delle nubi il tuo carro,

cammini sulle ali del vento,

fai dei venti i tuoi messaggeri

e dei fulmini i tuoi ministri. R.

 

Quante sono le tue opere, Signore!

Le hai fatte tutte con saggezza;

la terra è piena delle tue creature.

Ecco il mare spazioso e vasto:

là rettili e pesci senza numero,

animali piccoli e grandi. R.

 

Tutti da te aspettano che tu dia loro

cibo a tempo opportuno.

Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;

apri la tua mano, si saziano di beni. R.

 

Nascondi il tuo volto: li assale il

terrore; togli loro il respiro: muoiono,

e ritornano nella loro polvere.

Mandi il tuo spirito, sono creati,

e rinnovi la faccia della terra. R.

 

Seconda Lettura

Il Signore ci ha salvato con un’acqua

che rigenera e rinnova nello Spirito Santo.

Dalla lettera di san Paolo

apostolo a Tito (2,1-14;3,4-7)

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio,

che porta salvezza a tutti gli uomini e

ci insegna a rinnegare l’empietà e i

desideri mondani e a vivere in questo

mondo con sobrietà, con giustizia e

con pietà, nell’attesa della beata

speranza e della manifestazione della

gloria del nostro grande Dio e

salvatore Gesù Cristo.

Egli ha dato se stesso per noi, per

riscattarci da ogni iniquità e formare

per sé un popolo puro che gli appartenga,

pieno di zelo per le opere buone.

Ma quando apparvero la bontà di Dio,

salvatore nostro, e il suo amore per gli

uomini, egli ci ha salvati, non per opere

giuste da noi compiute, ma per la sua

misericordia, con un’acqua che rigenera

e rinnova nello Spirito Santo, che Dio

ha effuso su di noi in abbondanza per

mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,

affinché, giustificati per la sua grazia,

diventassimo, nella speranza, eredi

della vita eterna.

Parola di Dio.

 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

 

Viene colui che è più forte di me,

disse Giovanni; egli vi battezzerà

in Spirito Santo e fuoco. (Cf. Lc 3,16)

 

Alleluia, alleluia.

 

Vangelo

Mentre Gesù, ricevuto il battesimo,

stava in preghiera, il cielo si aprì.

Dal Vangelo secondo

Luca (3,15-16.21-22) anno C.

In quel tempo, poiché il popolo era in

attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si

domandavano in cuor loro se non fosse

lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti

dicendo: «Io vi battezzo con acqua;

ma viene colui che è più forte di me,

a cui non sono degno di slegare i

lacci dei sandali.

Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».

Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva

battezzato e Gesù, ricevuto anche lui

il battesimo, stava in preghiera,

il cielo si aprì e discese sopra di lui lo

Spirito Santo in forma corporea, come

una colomba, e venne una voce dal

cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato:

in te ho posto il mio compiacimento».

Parola del Signore.

Riflessione personale sul Vangelo di oggi.

Lasciati alle spalle i giorni di Natale,

intensi e caotici, brevi e stordenti,

passiamo quasi improvvisamente al

Battesimo di Gesù, iniziando il

tempo ordinario.

Lo so, lo so; non sono certo io che

cambierò l’anno liturgico ma, come

già espresso da altre parti, non mi

dispiacerebbe aggiungere qualche festa

intermedia dopo il breve tempo natalizio.

Inizierei, dopo l’Epifania da riposizionare

di Domenica (ma i santi vescovi hanno

idea di quante Messe devono celebrare

i pochi parroci, diciamo fra Natale e

il Battesimo di Gesù?), con la Domenica

della Festa della fuga in Egitto.

Così facendo, magari, noi bravi cristiani

ci ricorderemmo di quanto hanno penato

Maria e Giuseppe in un paese straniero,

da clandestin.

Poi aggiungerei la Domenica dello stupore

di Nazareth, tema appena sfiorato dalla

straordinaria festa della Santa Famiglia,

per dedicare almeno qualche

micro-riflessione all’assordante silenzio

di Nazareth e a quei trent’anni di nulla

(il 90% della vita terrena del Maestro

e Signore Gesù) che danno un sapore

nuovo alla quotidianità.

In attesa di tali enormi cambiamenti, (che

dubito verranno, e che immancabilmente,

mi prenderò qualche lavata di testa da

dei bontemponi che sono in contrasto

con me per quello che scrivo; pazienza),

mi accontento di passare subito al tema

di oggi, quello del Battesimo di Gesù.

Il fatto che siamo tutti stati battezzati

da neonati ha un valore enorme e da

valorizzare; i nostri genitori (più o meno

coscientemente) hanno voluto donarci

tutto il loro cuore e la loro passione

per Dio appena nati.

Ma, ahimè, l’esperienza fisica sensibile

(non quella teologica) è rimasta sepolta

nel passato e, tutto sommato, il fatto di

essere o meno battezzati non ci cambia

di molto la vita.

Se invece sapessimo cosa davvero è

accaduto in quel giorno benedetto in

cui un povero prete ha versato sul

nostro capo l’acqua benedetta!

Siamo diventati figli di Dio, concittadini

dei santi, liberi di amare.

Figli di Dio; forse possiamo aspirare

a diventare delle grandi pop-star o dei

premi Nobel, ma più che figli di Dio

non potremo mai essere; e lo siamo già!

Concittadini dei santi, appartenendo al

grande sogno di Dio che è la Chiesa

fatta di poveri peccatori (noi) ma anche

di grandi testimoni.

Possiamo vantarci e contare sull’aiuto

dei grandi santi, chiedere la fede a Pietro

o il buonumore a san Filippo o lo spirito

di pace a frate Francesco.

Liberi di amare; liberati dal laccio del

peccato, delle tenebre, del grande

inganno delle origini, salvati da Cristo

possiamo, con l’aiuto del suo amore e

della sua grazia, imparare ad amare

come Egli ha fatto.

Sulle sponde del Giordano Gesù si mette

in coda per essere battezzato.

Lui, senza peccato, desidera da subito

mettere bene in chiaro il suo stile; Egli

è venuto per solidarizzare con noi uomini,

senza trucchi, senza privilegi.

Lui, senza tenebra, ha accettato di

condividere la nostra tenebra per

illuminarla con la sua presenza.

Isaia, nella prima lettura, deportato in

Babilonia con molti ebrei dopo la disfatta

di Gerusalemme, incoraggia un popolo

smarrito e fragile parlando della

venuta di Dio.

Anche la gloria di Dio, come dice altrove

Geremia, lascia il Tempio ormai distrutto

e parte in catene per stare con il suo popolo.

Davvero Gesù è il Dio-con-noi, senza

riserve, senza parentesi.

Dopo il Battesimo Gesù prega (!) e,

nella preghiera fa esperienza di essere

abitato dallo Spirito Santo e tutti sentono

la voce del Padre: “Tu sei il mio figlio

bene-amato, in te mi sono compiaciuto”.

Tutti noi veniamo educati a meritarci di

essere amati, a compiere delle cose che

ci rendono meritevoli dell’affetto altrui;

sin da piccoli siamo educati ad essere

buoni alunni, buoni figli, buoni fidanzati,

buoni sposi, buoni genitori, bravo parroco;

il mondo premia le persone che riescono,

capaci e-dentro di noi-s’insinua l’idea che

Dio mi ama, certo, ma a certe condizioni.

Tutta la nostra vita è l’elemosina di un

apprezzamento, di un riconoscimento.

Anzi, se una persona mi contraddice,

mi accusa, reagisco ma in fondo penso

che abbia ragione, dico: “devi arrenderti

all’evidenza, tu non vali”.

La reazione spontanea-lontani da Dio-è

allora di difesa e aggressività o di

eccessiva superficialità, mi omologo,

do il massimo, passo la mia vita ad

inseguire l’idea di me che gli altri

mi restituiscono.

Dio, invece, mi dice che io sono amato

bene, dall’inizio, prima di agire; Dio

non mi ama perché buono

ma-amandomi-mi rende buono.

Dio si compiace di me perché vede il

capolavoro che sono, l’opera d’arte che

posso diventare, la dignità di cui egli

mi ha rivestito.

Allora, ma solo allora, potrò guardare

al percorso da fare per diventare opera

d’arte, alle fatiche che mi frenano, alle

fragilità che devo superare.

Il cristianesimo è tutto qui, Dio mi ama

per ciò che sono, Dio mi svela in

profondità ciò che sono; bene-amato.

È difficile amare ‘bene’, l’amore è

grandioso e ambiguo, può costruire

e distruggere, non si tratta di adorare

qualcuno, ma di amarlo ‘bene’, renderlo

autonomo, adulto, vero, consapevole.

Così Dio fa con me.

Recuperiamo, oggi, la consapevolezza

dell’immenso dono che abbiamo nel

cuore e che possiamo lasciar germogliare.

Ricordiamo il dono del nostro Battesimo,

amici, buona Domenica Fausto